Presentazione dei cammini associativi dell’AC per l’anno 2025-26
di Franca Giancola
Con il canto “Stai con me” domenica 12 ottobre si è aperto il nuovo anno associativo 2025-26, sul tema “Signore, è bello per noi essere qui” (Mt 17,1-9). Il brano meditato da don Daniele Formisani, Assistente unitario diocesano, evoca la Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor, momento culminante della Sua vita terrena, in cui appare nella Sua natura divina, al cospetto di Mosè ed Elia, proclamato Figlio di Dio dal Padre.

L’invito di Dio è esplicito: ascoltare Gesù, accogliere la Sua Parola, meditarla nel cuore e viverla nella quotidianità. Questo processo genera in noi una continua trasfigurazione, aprendoci a una nuova vita di amore e di testimonianza. La fede cristiana non si limita ad una pratica esteriore, ma si esprime in modo concreto attraverso le opere. Il cristiano è chiamato a vivere la propria fede con autenticità, evitando il rischio di una religiosità sterile e superficiale. Come afferma il Vangelo, la vera fede si manifesta nell’amore e nel servizio verso gli altri, trasformando la nostra esistenza e rendendoci testimoni della luce di Cristo nel mondo.


Il nostro Vescovo Michele ha rivolto un caloroso augurio di buon cammino associativo all’AC diocesana sottolineando che la formazione è una componente essenziale della scelta educativa. La formazione in AC è un impegno costante per accompagnare le persone nella scoperta della propria vocazione, valorizzando la storia, i carismi e le attitudini di ciascuno. Infatti la sinodalità è il DNA dell’Azione Cattolica, che si manifesta nella condivisione e nella comunione fraterna e la rende un’associazione unita e missionaria.

È seguita la riflessione di don Lorenzo Conti, Assistente diocesano per gli Adulti, sull’azione “condividere”. In quest’anno associativo siamo invitati a condividere l’esperienza di Cristo che trasforma la nostra vita. La Trasfigurazione, evento fugace ma di impatto duraturo, è Presenza che agisce con forza e che reca la luce nel cammino, non sempre facile per l’uomo ottenebrato dai suoi egoismi della fraternità e della comunione. Guidati da questo sentimento di unità, vogliamo essere un luogo di incontro con Gesù, dove lo Spirito Santo opera in noi per costruire relazioni e legami inaspettati. E così nasce una rete d’amore, solidarietà e servizio, aperta a tutti, soprattutto ai più bisognosi e ai più lontani.

Annalisa Palladinetti, membro della Commissione Nazionale per la stesura del testo Adulti, trattando il tema “I cammini formativi e l’unitarietà associativa”, ha evidenziato come i percorsi dell’Azione Cattolica, pensati per le diverse età della vita, siano tutti orientati a raggiungere l’obiettivo di una crescita cristiana integrale, al fine di formare discepoli missionari. Sebbene le esigenze dell’impegno comune talvolta ci separino in settori e ambiti diversi, è fondamentale la ricerca dell’unità, che si costruisce attraverso la valorizzazione e l’integrazione dei doni e delle esperienze che provengono dalle diverse condizioni e percorsi di quanti sono parte attiva della comunità.

L’unitarietà è uno stile di vita, un modo di essere e di agire che si fonda sulla condivisione dei nostri talenti con gli altri, e diventa segno visibile di un’appartenenza profonda che lega le generazioni e le diverse componenti della nostra associazione. In questo modo, possiamo creare un tessuto unitario dove ogni persona è riconosciuta e valorizzata, e dove ogni settore di appartenenza rappresenta una ricchezza e una fonte inesauribile di crescita comune. L’Azione Cattolica, nel Progetto Formativo, mette in risalto la diversità di età e di storie presenti al suo interno, considerandola una risorsa preziosa che stimola il dialogo e la comunione intergenerazionale. L’incontro tra giovani, adulti e ragazzi si presenta, dunque, come un’occasione unica per mettere in luce la bellezza del confronto e dello scambio tra generazioni, per dare forma a una vita associativa armoniosa e rispettosa delle differenze, dove ogni persona, indipendentemente dall’età e dall’esperienza, è chiamata a contribuire con la storia della propria vita: il giovane guarda all’adulto come a una guida; l’adulto riconosce nei giovani una profezia; i ragazzi crescono vedendo che la fede si vive a ogni età.

In questo contesto, particolare cura è stata dedicata alla presentazione degli itinerari formativi dei responsabili di settore, che hanno delineato i percorsi di crescita e di impegno per i prossimi mesi. Si è cominciato con il cammino degli adulti che invita a radicarsi nella fede e a testimoniarla con coerenza nella vita quotidiana; a seguire, è stato presentato il percorso dei giovani, che sfida a vivere la fede con passione e ad essere protagonisti del cambiamento nel mondo; infine, è stato illustrato l’itinerario dell’ACR che promuove un ambiente accogliente e inclusivo, dove ogni ragazzo può sentirsi a casa e sentirsi valorizzato. Tutte le differenze possono essere occasione di bellezza e ricchezza; pertanto dobbiamo operare per non essere selettivi ma sempre più inclusivi. I percorsi formativi, pur nelle loro specificità, convergono verso traguardi comuni: una relazione più profonda con Cristo e il senso concreto della testimonianza cristiana nel quotidiano.
La preghiera di affidamento a Maria, il canto finale “Ecco il nostro sì” hanno concluso l’incontro che si è svolto in un clima di rinnovato entusiasmo e grande fiducia nel proficuo proseguimento dell’attività associativa.
Noi dobbiamo essere, in questa società inquieta e incerta, una fonte di speranza (Vittorio Bachelet)
