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ORDINAZIONE DIACONALE DI GIACOMO TARULLO

Lo scorso 30 Novembre Giacomo Tarullo è stato ordinato Diacono da S. E. Mons. Michele Fusco nella chiesa parrocchiale di Scanno gremitissima di fedeli. Di seguito l’omelia del Vescovo:

Il quarto capitolo di Matteo inizia presentando Gesù vittorioso contro il demonio dopo i 40 giorni trascorsi nel deserto, dopo le tentazioni del demonio. Gesù è consapevole dell’amore del Padre, ha acquisito una piena consapevolezza della sua missione, con questa forza interiore comincia la sua predicazione gioiosa “il Regno dei cieli è vicino”. Nel brano ascoltato lo troviamo camminare lungo il mare di Galilea, è lui che cerca i discepoli che gli va incontro nei luoghi del loro vivere quotidiano. Gesù non resta fermo, non aspetta, si fa vicino, non è più nascosto lo si può incontrare, cammina lungo le rive della nostra esistenza, presso il mare spesso tempestoso della nostra vita.
 
Vide
Matteo sottolinea per ben due volte questo verbo, prima in riferimento a Pietro e Andrea poi a Giacomo e Giovanni. Gesù posa lo sguardo su questi umili pescatori, uno sguardo che parte dal profondo del suo cuore, che legge nell’intimo dell’uomo, che cerca desideri nascosti, uno sguardo carico d’amore che sa andare oltre i limiti umani. Il vedere di Gesù non è solo osservare, ma come in altri brani del Vangelo il suo sguardo penetra nel profondo dell’anima, cosi come la sua Parola, squarcia la carne del cuore generando una accelerazione cardiaca, una emozione coinvolgente.
 
Ecco ora l’invito
Dopo lo sguardo, la Parola che si fa carne, una parola semplice ma penetrante: “Venite”, più forte della voce delle onde del mare, più intensa di quella della casa paterna, più accattivante delle reti e della barca, più dolce della voce di una donna, soave e intensa, coinvolgente e carica di mistero. Parla al cuore dei pescatori, poi offre una rotta sicura, decisa, indica un percorso, “dietro a me”, ecco si apre una strada sicura. Seguite i miei passi, mettete i vostri piedi dove ho lasciato le mie impronte, qui sarete sicuri, qui troverete la via giusta, abbiate coraggio, mettetevi in moto, non rimanete più sulla riva, imprigionati dalle vostre stesse reti. È un invito all’ascolto della parola di Dio divenuta carne, per essere comprensibile a noi. È un ascolto esigente che sollecita alla sequela: sono il bel pastore che ama più di se stesso le sue pecore che vi guida ai verdi pascoli, sono la via che potete seguire, sono la verità che riempie il cuore e mai delude.
 

 
Venite dietro di me
Gesù chiama i discepoli usando parole che sanno di casa, di famiglia. Per ben 4 volte infatti, viene ripetuta la parola fratello e per due volte il termine padre, come se Matteo volesse sottolineare che Gesù entra nella nostra vita, parla tra le mura domestiche, nel quotidiano, fa breccia nelle relazioni più intime, per aiutarci a rinascere, a rendere nuova e conforme al sogno di Dio la nostra vita. Ed ecco ora vengono in evidenza i primi chiamati, esempio per tutti i chiamati che verranno dopo di loro, “lasciano e seguono”, inizia il cammino, ci insegnano i passi da fare, diventa un esempio la loro scelta fatta con decisione, con quel subito. È l’oggi della storia che siamo chiamati ad evangelizzare. Lasciare, seguire, due verbi chiave per ogni discepolo, azioni che tante volte in modo esteriore o interiore siamo e saremo chiamati a vivere. Notiamo la prontezza della risposta dei discepoli, che l’evangelista sottolinea per ben due volte, quel “subito”, nell’accogliere quell’invito-proposta, non chiedono nulla, non pongono perplessità, ostacoli, dubbi, si fidano totalmente dell’Amore che li coinvolge. Immediatezza della risposta, si lasciano coinvolgere dal Maestro, tutto passa in secondo piano, reti, barca, padre, tutto viene messo da parte, resta solo Gesù, il suo invito, il suo sguardo e la sua Parola. Di fronte ad una proposta totalitaria che non stravolge il loro essere ma lo rispetta e lo valorizza: li lascia pescatori ma di ben altro. Gesù desidera che mettano il loro saper pescare a servizio del Regno, li apre ad un nuovo affascinante. Si fidano: lasciano e seguono Gesù.
 
Giacomo, hai lasciato che Gesù si avvicinasse sulla tua riva – anche qui a Scanno c’è un bel lago – si è avvicinato alla tua barca, ti ha guardato con il suo sguardo intenso e accattivante, ti sei lasciato coinvolgere dal suo amore, è entrato nel tuo cuore, nella tua anima. La sua Parola ha risuonato nel tuo silenzio toccando le corde dei tuoi desideri e  penetrando nella tua casa diventando intimo e familiare, divenendo Colui che ti ricolma di gesti di affetto, che ti fa sentire le sue carezze, i suoi baci. Sulla sabbia della tua riva ha lasciato le impronte indelebili dell’amore del Padre, dove continuamente ritorni per riascoltare l’eco della chiamata nei giorni del tuo fidanzamento. Più forte di ogni altra voce di ogni rumore, del mare del mondo, delle voci degli amici, delle sirene accattivanti della rete. Gesù è entrato nel quotidiano della tua casa dove si vivono gli affetti più profondi, i dolori più intensi, diventando per te, fratello, sorella, madre, padre, amico.
Gesù anche a te un giorno ha detto: Ti farò pescatore di uomini, anche a te come ad Andrea e agli altri discepoli ha sconvolto la vita, perché tu, gettando le reti sulla sua Parola, possa seguirlo e incamminarti sulla strada di tanti fratelli e sorelle, incrociare le loro vite e le loro storie perché anche loro possano conoscere il suo amore, come lo è stato per te. Anche tu come Andrea, Pietro, Giacomo, Giovanni, sarai pescatore di uomini. Lo seguirono, per sempre, per tutta la vita, non per un giorno, un mese, un anno, ma coinvolti in una storia nuova che ti porta dove tu non sai e dove non hai mai pensato di andare. Ti mette sulla bocca le sue parole che il Regno di Dio è vicino.
Forse sono tante le paure, perplessità, i freni di fronte alla strada che Gesù ti indica ma non aver alcun timore, come Geremia forse dirai sono giovane, ho poca esperienza, anche a te il Signore tra poco stenderà la sua mano e ti toccherà le labbra e ti dirà come al profeta Geremia: “Ecco io metto le mie parole sulla tua bocca”  (cfr. prima lettura)
L’Apostolo Andrea come gli altri apostoli, con la loro scelta rivelano che avevano un cuore abitato dal desiderio di Dio, non un desiderio vago ma una sete così ardente che li spinge a muoversi e dona il coraggio di iniziare un’esperienza radicalmente nuova. L’incontro con il Maestro ti chiama altrove, dove tu non sai, ti chiede totale disponibilità. Tra poco farai promessa di obbedienza alla chiesa. Ti porta ad abitare un’altra casa. Notiamo che Gesù chiama a due a due, a coppie di fratelli, non sarai mai solo, sei dentro una comunità, una Chiesa che insieme con te vuole seguire il Signore.
Carissimi quando Dio passa non occorre farlo attendere, nemmeno mettere ostacoli, o misurare le nostre capacità, se è Lui a chiamare, sarà Lui a renderci capaci di rispondere ai suoi progetti. Gesù ha bisogno di uomini che condividono la sua missione, che riaccendono la speranza nei cuori, che portino luce negli angoli più oscuri, nelle tenebre del mondo. Per spiegare quello che è avvenuto nella notte di Natale, la notte della sua conversione, Teresa di Lisieux ricorda la chiamata di Gesù e conclude: “fece di me un pescatore di uomini”.
 

Per la nostra mentalità odierna questo ”subito” sembra quasi impossibile da credere. Ci è difficile pensare che sia possibile lasciarsi appassionare, innamorare e affascinare da una persona in un modo così totale, radicale e determinato, da lasciar tutto e partire.
Oggi infatti si fa fatica a prendere decisioni con fermezza e costanza, spesso ci si rifugia in ragionamenti vaghi, in calcoli, e che spesso si rivelano senza consistenza e mantengono in noi uno stato perpetuamente indefinito.
Questi pescatori infatti non hanno fatto tutti questi calcoli, forse nemmeno capivano cosa significava diventare pescatori di uomini, ma lo seguirono subito lasciando tutto. 
La vocazione a seguire Gesù è un legame con una persona: Gesù, è una chiamata della grazia. Cristo chiama e il discepolo segue.
 
Carissimo Giacomo, tu sei un dono prezioso che lo Spirito Santo ha preparato alla comunità di Scanno, alla diocesi e a tutta la Chiesa. Un regalo che lo Sposo fa alla Sposa che ama. Come rispondere pienamente alla chiamata che il Signore ti ha fatto in questo tempo del Diaconato?
 
Ti indico due strade particolari da percorrere, da seguire ogni giorno, che non devi mai abbandonare.
La prima strada è la Parola, nella Parola ascoltata, meditata, accolta, vissuta troverai il Maestro che ti parla, ti trasforma e ti indica la strada. Nella Parola troverai Gesù, lo incontrerai ancora e parlerà al tuo cuore.
La seconda strada sono i Poveri, nei poveri è Gesù che ti fa compagnia, qui trovi il Maestro che ti incoraggia, i poveri li avete sempre con voi.
Mai una senza l’altra mai la Parola senza i Poveri. Senza i Poveri non saprai con quale spirito aprire la Parola, senza la Parola non capirai perché e per chi servire i poveri.
Due strade che non devi mai abbandonare per vivere il tuo diaconato, potrai essere così un segno luminoso della  carità nella nostra Chiesa.
 
Lascia ogni giorno le tue reti e seguendo il Maestro, mettiti al servizio dei fratelli, della comunità, dei Poveri, diventa trasparenza dell’amore di Dio, del Mistero di Dio. Non aver paura non temere, il Signore si serve di vecchie ciabatte per farne calzari di arcangeli e usa vecchi stracci di cucina per farne tovaglie d’altare. Maria la serva del Signore ti accompagni e ti custodisca nel tuo cammino.
Amen.

A conclusione Giacomo ha rivolto il suo “Grazie” a Dio Trinità, a mons. Fusco per la sua vicinanza e a mons. Spina, ora arcivescovo di Ancona, con il quale ha iniziato il suo percorso di discernimento il 15 ottobre 2012 e che lo ammise agli Ordini Sacri il 15 aprile 2016, ai genitori, alle sorelle, ai sacerdoti intervenuti, al suo parroco, dal quale ha ricevuto il sacramento del Battesimo 25 anni fa, a don Luigi, parroco di Popoli, a lui vicino durante la sua formazione, al Rettore e al Direttore Spirituale del Seminario di Chieti, al Sindaco e alle autorità militari presenti. Don Carmelo ha infine espresso la sua gioia e quella della sua comunità con tutte le componenti, ringraziando Giacomo che ha risposto con generosità alla chiamata di Dio. Le suore salesiane hanno messo a disposizione i locali dell’Asilo per condividere con un ricco buffet la festa partecipata da molta gente di Scanno, Popoli e di altri paesi vicini.