Notizie 

XVIII assemblea nazionale di A.C.

Una giornata indimenticabile quella vissuta a Roma, giovedì 25 aprile, in occasione dell’incontro dell’A.C. con Papa Francesco” a braccia aperte” che ha aperto la XVIII Assemblea nazionale “Testimoni di tutte le cose da Lui compiute” proseguita fino al 28 aprile a Sacrofano.

Bellissima opportunità che ha coinvolto consiglieri nazionali e delegati regionali e diocesani non solo per rinnovare gli incarichi dirigenziali per il prossimo triennio ma anche per ascoltare questo tempo nuovo; per impegnarsi nella cura delle persone e del bene comune; per mettere in luce progetti e attività; per delineare gli obiettivi e programmare gli impegni per il triennio futuro.

In piazza San Pietro la festosa preghiera del popolo di Cristo ha regalato un’energia nuova, che come un’onda inarrestabile ci ha travolti in un vortice di entusiasmo ora più che mai importante per svolgere le attività degli associati.  Quanti colori, quanta gente, quanta gioia hanno trasmesso le persone che sventolavano bandiere e striscioni con il logo dell’A.C., con le scritte delle Parrocchie e delle Diocesi di appartenenza, ma tutti membri della grande e unica famiglia dell’Azione Cattolica.  Cosa muove queste persone? Quali progetti e sogni coltivano? E poi, a queste persone, l’A.C. cosa potrebbe dare? La risposta forse la troviamo nella gioia cristiana che passa attraverso l’incontro. La gioia non esclude ma contagia, non emargina ma avvicina ed è presente in spirito di comunione, di condivisione, di reciproco scambio di doni in momenti di vita associativa, anche con altri gruppi e movimenti ecclesiali. Di questi quattro giorni di Assemblea a cui ho partecipato, quello che mi porto dentro, è stato di aver vissuto momenti di gioia condivisa, di preghiera e di discernimento comunitario sulla riflessione di temi importanti.

Le scelte di fondo, persone e comunità. Le linee programmatiche della formazione ci invitano a riscoprire parole care all’A.C.: incontro, accoglienza, prossimità, cura con particolare attenzione al senso e al significato dell’accompagnare. È un’azione tipica della figura educativa: significa mettersi accanto a una o più persone, senza imporsi ma condividendo con loro un tratto di strada con uno sguardo capace di accorgersi delle situazioni di marginalità e di difficoltà che vivono. Quindi il nostro non è un cammino personale ma un camminare insieme, condividendo le esperienze di tutti i giorni, vivendo con la comunità una straordinaria esperienza di fede.

Comunione e responsabilità. L’associazione è chiamata a realizzare una forma di ministerialità laicale con l’impegno di curare le strutture associative offrendo strumenti validi per una risposta adeguata. La nostra vocazione alla responsabilità non è personale perché nella Chiesa facciamo esperienza di ecclesialità per favorire la crescita di uno stile di dialogo fraterno, di comunione verso i nostri fratelli e sorelle. Ed è proprio dall’avere a cuore l’interesse di tutti che scaturisce anche la responsabilità nel campo sociale e politico necessaria per il bene comune.

Formazione e cultura. Come viene detto nel Progetto formativo, la parola formazione si riferisce proprio ad un’azione che dà forma. Si tratta innanzitutto di prendere consapevolezza del proprio io, di scoprire la propria identità per dare significato alle scelte e alle azioni che si compiono, per delineare uno stile di vita in cui realizzare pienamente se stessi. L’ A.C. afferma con convinzione che la nostra fisionomia più profonda e più vera è il volto di Cristo: ogni persona è creata a immagine e somiglianza di Dio e porta in sé l’immagine del Figlio.

La cultura della cura più volte è stata utilizzata in Assemblea come parola chiave. Avere una chiara idea del concetto di fraternità universale rende praticabile il percorso della pace, dove promozione dei diritti della persona, salvaguardia del creato sono alcuni degli obiettivi da raggiungere per costruire il bene comune. Il Papa ci insegna l’importanza di prendersi cura gli uni degli altri nella prospettiva di creare una società fondata sui rapporti di fratellanza per promuovere la dignità e il bene di tutti.

Spiritualità e sinodalità. La cura del legame associativo intesa come capacità di costruire relazioni buone improntate sul Vangelo, sull’ascolto della Parola, sulla partecipazione ai sacramenti, sulla testimonianza della vita, fa in modo che lo stile evangelico divenga un aspetto centrale dell’associazione.  Il cammino sinodale ci ha permesso di dare ancora più valore a questo tema. Per tale ragione bisogna insistere sulla formazione spirituale che tenendo fede al motto” preghiera, azione e sacrificio” ha fatto di tanti uomini e donne, ragazzi e giovani una strada di fedeltà al Signore.

A conclusione di questo percorso assembleare non posso che ringraziare il Signore e l’A.C. per avermi dato l’opportunità di partecipare ad un evento nazionale con tante persone di provenienze diverse ma unite dallo stesso dono: testimoni dell’amore di Cristo. Persone che si entusiasmano e che stanno insieme non solo per realizzare progetti e dare forma ad un’organizzazione, ma soprattutto stanno insieme perché chiamati da Gesù. Donne e uomini, giovani e meno giovani, che illuminati e fortificati dalla parola del Vangelo si ritrovano uniti nel servizio alla Chiesa che è comunione e comunità, si organizzano, si danno da fare secondo le loro responsabilità, non si sottraggono agli adempimenti di loro competenza, ma si collocano dove sono chiamati per portare un contributo costruttivo nella Chiesa. Questo è quanto la XVIII Assemblea Nazionale vuole affidare a tutti noi come strumento per un cammino da costruire e percorrere insieme per il prossimo triennio. Animati dallo spirito di fratellanza e di servizio, possiamo approfondire e maturare la nostra vocazione, ognuno con la sua chiamata specifica, ma tutti sulla stessa strada che conduce a Gesù confidando sempre nella cura amorevole di Maria con la certezza di custodire e tramandare la storia bella della nostra associazione.

 Franca Giancola