Papa a Sulmona 

Fra noi, con noi. L?abbraccio di Papa Benedetto XVI

La visita pastorale di Papa Benedetto XVI alla Diocesi di Sulmona-Valva, nell’Anno Giubilare Celestiniano, è stata di una portata spirituale di indicibile bellezza, di grazia luminosa, un dono prezioso, sono certo che il tempo non cancellerà. Il Santo Padre, venendo in elicottero, sorvolando il Monte Morrone, l’eremo di S. Onofrio, e la città di Sulmona, dall’alto, benediceva la folla festante che lo attendeva.
I desideri e le attese, d’improvviso, nello stupore e nella incredulità, si materializzavano nel gesto di saluto del Papa, in quell’uomo vestito di bianco, nel suo volto mite, sereno, sempre sorridente, nella mano alzata per benedire tutti. Dall’accoglienza agli Impianti sportivi Serafini, al cammino in papamobile lungo Viale Mazzini e Corso Ovidio, alla Piazza Garibaldi, al Centro Pastorale Diocesano, lungo Viale Roosevelt e Matteotti, in Cattedrale e allo stadio Pallozzi c’è stato un continuo esplodere di gioia, visibile nei volti commossi, nelle mani tese per salutare e per applaudire, negli occhi inumiditi dalle lacrime. Tutti hanno colto che Papa Benedetto non era solo fra noi, ma con noi, in relazione, in comunione con tutti. Come definire il 4 luglio? Quale immagine potrebbe essere più appropriata per sintetizzarla? Ce ne sono a migliaia. A me piace definire la giornata così: “Un giorno con il Signore Gesù nella sua Chiesa, nella barca voluta da lui, con il Papa, il successore di Pietro, chiamato a stare al timone e a dare la giusta direzione all’imbarcazione”. Abbiamo visto, abbiamo ascoltato, abbiamo toccato l’amore che lega il Pastore alla sua Chiesa e la Chiesa al suo Pastore. Un abbraccio d’amore infinito. Abbiamo sperimentato quanto è grande il dono che il Signore Gesù ha fatto alla sua Chiesa, quello di darci il Papa, il successore di Pietro. La sua presenza, le sue parole di consolazione, di fiducia, di incoraggiamento hanno aperto il cuore e la mente al futuro, trovando in Dio il fondamento e la forza. Ubi Petrus, ibi Ecclesia, ibi Deus. Dove c’è Pietro c’è la Chiesa, c’è Dio. Durante la celebrazione eucaristica, davanti al successore di Pietro abbiamo fatto la professione di fede: “crediamo in un solo Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo; crediamo la Chiesa: una, santa, cattolica e apostolica; crediamo la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna”. Papa Benedetto ci ha confermati nella fede. Che dono grande! Il Papa, ricordando la figura di San Pietro Celestino V, ci ha anche indicato la via della santità e l’operosità della vita dell’eremita del Morrone, che sono il viatico migliore per riprendere il cammino che, benché a tratti aspro e difficile, non può non guardare con fiducia al futuro.
L’evento spirituale della visita di Papa Benedetto nella nostra Diocesi non si può e non si deve misurare con i numeri. I cuori sono stati rinfrancati, ristorati, accesi dal bene e ora palpitano di vita nuova mentre la mente rilegge con attenzione, medita e interiorizza le parole che il Papa ci ha donato nell’Omelia durante la S.Messa, all’Angelus, nell’incontro riservato ai detenuti, e in quello con i giovani in Cattedrale. Ora, rinvigoriti nella fede, riprende il nostro cammino per essere ancor più Chiesa viva, sulle orme di Cristo, con una testimonianza di vita evan
gelica, come quella che risplende luminosa nella santità di S. Pietro Celestino, uniti nell’amore di Dio, uniti al Papa, successore di Pietro, per essere luce, sale e lievito per il mondo.



(foto O.R.)