Voi stessi date loro da mangiare
di Franca Giancola.
Un clima fraterno e cordiale ha animato i lavori del Convegno “Voi stessi date loro da mangiare”, parole tratte dal Vangelo di Matteo 14-16, filo conduttore degli Orientamenti triennali 2024-2027, tenutosi a Sacrofano dal 18 al 20 ottobre con i Presidenti e gli Assistenti unitari di AC provenienti dalle varie Diocesi d’Italia. Giorni di lavoro che sono stati occasione di nuove conoscenze e proficuo confronto tra le diverse realtà associative. La vivacità e la passione degli interventi dei relatori che si sono succeduti nei dibattiti hanno messo in evidenza che accogliere, accompagnare e discernere sono azioni che permettono di entrare nel cuore delle persone, azioni che consentono di far sentire agli altri che possono contare sempre su qualcuno. Gli argomenti su cui è stata posta maggiore attenzione sono la pace e la salvaguardia del Creato, lo sviluppo umano integrale, l’impegno contro le disuguaglianze economiche e sociali; soprattutto è stato sottolineato il contributo che l’Azione cattolica può offrire alla Chiesa nel triennio 2024-27. È emerso come la Speranza, virtù che nutre la vita cristiana con l’ascolto della Parola, si rigenera nella “cultura dell’abbraccio” fatta di gesti e segni concreti che fa progettare un cammino da percorrere insieme, nella stessa direzione, con le persone che hanno incrociato la nostra strada in AC.
Gesù suggerisce ed insegna la logica della condivisione che fa sperimentare direttamente ai discepoli. Se chi ha e condivide con gli altri anche una piccola parte di ciò che possiede, allora il poco diventa molto ed il miracolo della gratuità sarà capace di moltiplicare ancora una volta “i cinque pani e i due pesci” per poter sfamare la folla.
L’attenzione sulle disuguaglianze economiche e sociali di questo cambiamento d’epoca è stato uno dei temi dibattuti all’interno dei laboratori denominati “atelier “, una grande opportunità per crescere insieme e condividere le nostre esperienze. Dal dialogo nasce una possibile soluzione al problema: una società inclusiva, solidale che faccia in modo che l’uomo prevalga sulle logiche di mercato, che ci sia una crescita continua culturale e sociale. L’economia di un paese dovrebbe essere fondata su valori e principi che riescano a garantire a tutti dignità, salute, libertà, godimento di pieni diritti civili. Tutte queste questioni ci riguardano direttamente, coinvolgono la nostra coscienza, il nostro senso di umanità che ci impone la lotta contro emarginazione, povertà, sfruttamento. Di qui la necessità di un impegno concreto con particolare attenzione al territorio in cui si abita; l’Azione Cattolica può e deve essere parte attiva nell’attuazione di interventi di prossimità all’interno delle comunità in cui opera.
Lo sviluppo umano integrale include la centralità della persona, il rispetto per la vita e per i diritti umani con particolare attenzione ai poveri, alle persone vulnerabili che hanno bisogno di vivere dignitosamente. Di fronte all’aumento di varie forme di povertà, è necessario promuovere processi formativi per combattere le disuguaglianze, le ingiustizie, processi che pongano al centro la persona umana ed i suoi diritti. Ben vengano le innovazioni tecnologiche se messe al servizio dell’umanità e per il bene della casa comune. I suggerimenti per un radicale cambiamento dello stile di vita li troviamo nella Dottrina sociale della Chiesa e nelle parole di papa Francesco contenute nelle Encicliche: spendersi insieme per il raggiungimento di un obiettivo condiviso che miri a un’economia che non produca scarti ma benessere materiale e spirituale per tutti.
Partendo da questa prospettiva, per rispondere alle sollecitazioni di Papa Francesco, il nostro impegno laicale è quello di dedicarci a una politica con la P maiuscola. Responsabilità che si coniuga con la cura della vita spirituale, del servizio ecclesiale, caritativo perché il tema del Bene comune è la centralità di ogni iniziativa come indicato nella Laudato sì e nella Fratelli tutti. La vita associativa infatti forma al senso del bene comune attraverso i cammini formativi annuali che ci educano alla gratuità ed alla corresponsabilità.
La serata su Piergiorgio Frassati ha regalato a tutti noi una lezione su cosa vuol dire passione per il vivere comune. Il servizio ai poveri, agli emarginati che lui faceva con grande umiltà, aveva bisogno del sostegno delle istituzioni politiche, di un’azione sinergica rivolta a concrete situazioni di difficoltà. Egli ha provato a discernere le questioni sociali, politiche leggendo i fatti alla luce della Parola, vivendo con coerenza il Vangelo, incontrando Gesù nei sacramenti e ritrovandolo nel volto degli ultimi.
Grazie all’ Azione Cattolica che ci offre questa grande opportunità di crescita. Ognuno di noi è chiamato, con i suoi doni, ad essere portatore di speranza, non da solo, ma come parte di una Chiesa e di una associazione dove si fatica, si cade, ci si rialza perché “quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come di aquile, corrono senza affaticarsi, camminano senza stancarsi” (Isaia 40,30-31).