Notizie 

Processione del Cristo Morto – Venerdì Santo a Sulmona

Questa la meditazione di Mons. Fusco a conclusione della suggestiva processione del Venerdì Santo:

Stabat Mater Dolorosa
iuxta crucem lacrimosa,
dum pendebat Filius.

“Contempliamo Maria, donna forte. Da Lei vogliamo imparare a rimanere in piedi accanto alla croce. (così come recita questa antica preghiera di Jacopone da Todi) Con la sua stessa decisione e il suo coraggio, senza evasioni o miraggi. Ella seppe accompagnare il dolore di suo Figlio, tuo Figlio, o Padre, sostenerlo con lo sguardo e proteggerlo con il cuore. Dolore che soffrì, ma che non la piegò”.

Stabat Mater Dolorosa . . .

Quae moerebat et dolebat

Di quanto si affliggeva e si doleva 
“È stata la donna forte del “sì”, che sostiene e accompagna, protegge e abbraccia. Ella è la grande custode della speranza. Anche noi, Padre, desideriamo essere una Chiesa che sostiene e accompagna, che sa dire: sono qui!, nella vita e nelle croci di tanti cristi che camminano al nostro fianco. Da Maria impariamo a dire “sì” alla resistenza forte e costante di tante madri, tanti padri, nonni, che non smettono di sostenere e accompagnare i loro figli e nipoti quando sono “nei guai”.

Stabat Mater Dolorosa . . .

Eia, Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac, ut tecum lugeam.

Orsù, o madre, sorgente d’amore, 
fa’ che io senta la violenza del dolore, 
onde con te pianga.

“Da lei impariamo a dire “sì” alla pazienza testarda e alla creatività di quelli che non si perdono d’animo e ricominciano da capo nelle situazioni in cui sembra che tutto sia perduto, cercando di creare spazi, ambienti familiari, centri di attenzione che siano una mano tesa nella difficoltà.

In Maria impariamo la forza per dire “sì” a quelli che non hanno taciuto e non tacciono di fronte a una cultura del maltrattamento e dell’abuso, del discredito e dell’aggressione, e lavorano per offrire opportunità e condizioni di sicurezza e protezione”.

Stabat Mater Dolorosa . . .

Fac ut ardeat cor meum
in amando Christum Deum,
ut sibi complaceam
.

Fa’ che il mio cuore 
arda d’amore per Cristo Dio, 
onde io sia gradito a lui.


“In Maria impariamo ad accogliere e ospitare tutti quelli che hanno sofferto l’abbandono, che hanno dovuto lasciare o perdere la loro terra, le radici, la famiglia, il lavoro.

Padre, come Maria vogliamo essere Chiesa, la Chiesa che favorisce una cultura capace di accogliere, proteggere, promuovere e integrare; che non stigmatizzi e meno ancora generalizzi con la più assurda e irresponsabile condanna di identificare ogni migrante come portatore del male sociale”.

Stabat Mater Dolorosa . . .

Fac me tecum pie ?ere,
crucifixo condolere,
donec ego vixero.
Fa’ che io pianga veramente con te, 
che [io] soffra con il Crocifisso, 
finché io avrò vita.

“Da Lei vogliamo imparare a stare in piedi accanto alla croce, ma non con un cuore blindato e chiuso, ma con un cuore che sappia accompagnare, che conosca la tenerezza e la devozione; che sia esperto di pietà trattando con rispetto, delicatezza e comprensione.  Desideriamo essere una Chiesa della memoria che rispetti e valorizzi gli anziani e rivendichi per essi lo spazio che è loro, come custodi delle nostre radici.

 Padre, Come Maria vogliamo imparare a stare”.

Stabat Mater dolorosa

Iuxta Crucem tecum stare,
et me tibi socíare
in planctu desidero.
Desidero stare con te 
presso la croce 
e associarmi a te nel pianto.

“Insegnaci, Signore, a stare ai piedi della croce, ai piedi delle croci; apri questa sera i nostri occhi, il nostro cuore; riscattaci dalla paralisi e dalla confusione, dalla paura e dalla disperazione.

Padre, insegnaci a dire: sono qui insieme al tuo Figlio, insieme a Maria e insieme a tanti discepoli amati che desiderano accogliere il tuo Regno nel cuore. Amen.

E dopo aver vissuto la Passione del Signore, insieme a Maria ai piedi della croce, andiamo con il cuore silenzioso e in pace, gioioso e con tanta voglia di seguire Gesù. Che Gesù vi accompagni e che la Vergine vi protegga”.

(dal Discorso di Papa Francesco – Via Crucis – Panama)