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XXVIII Giornata Mondiale della Vita Consacrata

Di seguito l’Omelia tenuta da S.E. Mons. Michele Fusco alla Santa Messa della Festa della Presentazione del Signore

XXVIII Giornata Mondiale della Vita Consacrata

Sulmona, Cattedrale di S. Panfilo, sabato 2 febbraio 2024:

 

Carissime Consacrate e Consacrati, fratelli e sorelle tutti,

oggi celebriamo la festa della Presentazione del Signore, la Candelora, ed è la giornata di preghiera per la Vita Consacrata. Una occasione propizia per approfondire quale sia la vocazione e la missione che i Consacrati hanno nella Chiesa e nel mondo per continuare, nel contesto ecclesiale che stiamo vivendo a livello di Chiesa Italiana e Chiesa Diocesana, la partecipazione attiva al “percorso sinodale” a cui il Papa ci ha invitato.

La prima Parola su cui riflettere è LUCE.  Quella luce che abbiamo accolto a Natale e che ora portiamo nelle nostre mani è Gesù: luce delle genti. Luce portata al Tempio da Maria e Giuseppe, luce accolta da Simeone tra le sue braccia benedicendo Dio. Una luce attesa da secoli, ora visibile, che darà per sempre bagliori luminosi per tutta l’umanità. Simeone la riconosce, ed accoglie tra le sue braccia il Messia; Maria e Giuseppe presentano Gesù al Tempio perché sanno che quel bambino appartiene al Signore, allo stesso tempo il Padre non lo trattiene per sé ma lo dona come Salvezza come luce per l’umanità, come segno di contraddizione nel buio di questo mondo. Lampada che risplende nelle tenebre per annunciare il giorno del Signore e dare ad ogni uomo la possibilità di riconoscere l’Amore di un Dio fatto bambino nel grembo di una madre.

La Luce della fede è stata accesa nei nostri cuori quando abbiamo ricevuto il battesimo, luce piccola, fragile, ma anche lampada che può bruciare e far ardere il nostro cuore di amore per il Signore. Luce capace di trasformare ogni buio in gioia, ogni inquietudine in percorso di speranza. Vigiliamo fratelli e sorelle perché nessuno si permetta di spegnere questa luce; custodiamo nel nostro cuore la luce della fede alimentiamola col nostro amore verso il Signore e verso i fratelli, non lasciamoci oscurare la luce dal peccato e dalla tristezza. Non facciamoci rubare la certezza di un Dio che ci ama immensamente. “Finché ci sarà una piccola fiamma accesa allora la notte non avrà mai l’ultima parola”.

Voi consacrati siete custodi di questa fiamma di vita, da alimentare ogni giorno con la preghiera personale e comunitaria, da custodire nelle vostre comunità religiose, da diffondere nella missione a voi affidata dal Signore, da far crescere nel cuore di ogni persona che incontrate e soprattutto nelle comunità parrocchiali dove siete inseriti.

Ogni battezzato, e particolarmente ogni consacrato, è riflesso di quella luce che non va nascosta ma posta in alto perché possa illuminare il cammino di tanti.

Non va tenuta accesa, quindi, solo quando si viene in chiesa, occasionalmente, per poi spegnerla quando si torna alla vita ordinaria, ma sempre siamo chiamati a risplendere come gli astri del cielo in ogni istante della nostra vita.

Sapremo essere luce se impareremo a superare il nostro egoismo, ad aprirci agli altri; se saremo capaci di perdonare, di fermarci per accogliere il buio nel cuore dell’altro. Solo allora saremo in grado di superare i pregiudizi verso i fratelli e la comunità: quando sapremo consolare ed abbracciare ogni dolore.

 

Carissimi accendiamo nel cuore di tanti la speranza.

In questo giorno luminoso ci chiediamo: Cosa ne abbiamo fatto della nostra luce? Qualcuno oggi si è riscaldato ad essa, si è illuminato, ha potuto ricevere speranza?

 

Nel testo del Vangelo San Luca sottolinea più volte che il protagonista di tutto ciò che avviene è lo SPIRITO SANTO. Simeone viene presentato come un uomo pio e giusto e lo Spirito Santo era con lui, un uomo anziano che si lascia guidare dallo Spirito Santo, come avevano fatto sia Maria che Giuseppe. Ed è proprio lo Spirito Santo che spinge Simeone ad andare in quel giorno al Tempio e, accogliendo Gesù tra le braccia, benedire Dio.

Tra tanti che sono al tempio soltanto lui e la profetessa Anna hanno occhi capaci di riconoscere il Messia. Simeone dice: «I miei occhi han visto la tua salvezza» (Lc 2,30), oltre le apparenze, di un piccolo bambino, con gli occhi dello Spirito sa discernere la presenza di Dio che visita il suo popolo. 

Scriveva San Giovanni Paolo II nella Novo Millennio Ineunte: “Chiediamo anche noi di poter vedere Gesù. Come gli antichi greci di cui parlano gli Atti, anche gli uomini del nostro tempo chiedono ai credenti non solo di parlare di Cristo, ma in un certo senso di farlo vedere. E non è forse compito della chiesa riflettere la luce di Cristo in ogni epoca della storia, farne risplendere il volto anche davanti alle generazioni del nuovo millennio?”

 

Oggi più che in altri tempi abbiamo la necessità di porci in ascolto dello Spirito Santo per comprendere insieme: “Cosa vuole il Signore da noi? Cosa ci sta chiedendo?”

Lo Spirito, lungo i secoli, ha suscitato nella Chiesa numerosi doni carismatici generando tante famiglie religiose. Nel campo della Chiesa sono nati tanti fiori variopinti generati dallo stesso Spirito. In questa giornata dedicata alla vita Consacrata ringraziamo il Signore per questi doni con la stessa intensità con cui Simeone ha lodato il Signore nel riconoscere Gesù al tempio. In voi consacrati la Chiesa riconosce l’opera dello Spirito e si rallegra per la molteplicità dei doni e dei carismi nati dal suo stesso grembo.

Con l’aiuto dello Spirito Santo vi invito a continuare ad essere segno visibile della presenza di Cristo nella nostra Chiesa, secondo il carisma di ciascuno, nel dono totale e gratuito della vostra vita al Signore.    

C’è un’ultima parola che vorrei porre alla vostra attenzione si tratta della SPADA. Simeone si rivolge a Maria con queste parole: “Anche a te una spada trafiggerà l’anima” (v. 35).

Maria partecipa fin dall’inizio alla redenzione dell’umanità, viene chiamata a prender parte insieme con il Figlio al progetto di salvezza di Dio. Diventerà la Corredentrice. Chi sceglie di amare sa di dover affrontare l’esperienza del dolore e di essere vulnerabile e fragile, se vuoi essere luce non puoi non bruciare e consumarti, se segui lo Spirito Santo ti porterà dove tu non vuoi, se segui Gesù devi prendere ogni giorno la tua croce.

A Maria viene annunciata che una spada le trafiggerà l’anima. Certamente avrà meditato per tanti anni questa espressione di Simeone per poterla ricordare e poi consegnarla all’evangelista Luca che la riporta nel Vangelo. È con nel cuore queste parole che riesce a restare sotto la croce senza disperare e partecipare pienamente, come Madre, al sacrificio del Figlio per la nostra salvezza. L’esperienza di Maria appartiene a tutta la Chiesa, appartiene a tutti coloro che si sono consacrati al Signore, che per generare alla vita nuova i suoi figli non ha altra strada che quella che Gesù ci ha tracciato salendo sulla croce e donando la sua vita, compiendo la volontà del Padre.

Carissimi, portando a casa questi ceri ricordiamo di tener accesa sempre la luce di Cristo nel nostro cuore, lasciamo che la luce di Gesù illumini il nostro volto e i nostri passi, riaccendiamo la speranza nel cuore dei fratelli.

 

Il Signore ci conceda di accogliere tra le nostre braccia, con gioia e fiducia, la sua Salvezza che oggi ci visita, e uniamo alla gratitudine la preghiera di intercessione per tutti i consacrati e le consacrate delle nostre Chiesa diocesana. La Vergine Maria, nostra Madre, ci sostenga nell’attraversare ogni tenebra per risorgere nella luce della Pasqua. Amen