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Tutela dei minori e buone pratiche nelle diocesi

“Fare rete è la chiave per poter portare avanti questa missione che ci ha affidato il Papa di creare una cultura della cura e della protezione dentro la Chiesa. Innanzitutto, grazie di cuore per il vostro lavoro!”. Padre Andrew Small, segretario della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, ha aperto i lavori del primo incontro nazionale dei referenti territoriali del Servizio nazionale Cei per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Oltre 150 referenti territoriali si sono riuniti nel Cento congressi Augustinianum di Roma, per una giornata di lavori guidata da Emanuela Vinai, coordinatrice del Servizio.

 

– Anche l’Abruzzo è stato presente con una nutrita delegazione -. È arrivata la testimonianza di una buona prassi interistituzionale con la presentazione di un protocollo d’intesa promosso dalla diocesi di Sulmona-Valva con il Servizio sociale territoriale, le Forze dell’Ordine, i Servizi sanitari, gli enti del Terzo settore e la realtà scolastica. Il protocollo mira a creare una rete di coordinamento in tema di maltrattamento e abuso a danno dei minori tra i diversi attori presenti sul territorio, promuovendo interventi finalizzati a prevenire, rimuovere e monitorare tale fenomeno, formando gli operatori dei servizi presenti sul territorio sulle tematiche inerenti l’abuso e il maltrattamento dei minori e favorendo iniziative di sensibilizzazione sulla problematica rivolte alla cittadinanza. “Abbiamo avviato un progetto interno alla diocesi, coinvolgendo gli uffici pastorali, che fosse anche aperto alle istanze del territorio – racconta Lucia Colalancia, psicoterapeuta e referente del Servizio diocesano per la tutela dei minori -. Siamo da sempre radicati nella vita della società civile, dunque è stato naturale stringere rapporti con le istituzioni del territorio. Mancava un collegamento, una prassi consolidata rispetto alla tutela dei minori in caso di abuso. Ognuno si muoveva autonomamente, non c’era una rete. Abbiamo voluto mettere in circolo le tante risorse. Le lentezze burocratiche e la carenza di personale pubblico ha rallentato l’attuazione del protocollo. Ma siamo pronti a partire”.

Fonte: Sir