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Sinodo: la lettera al Popolo di Dio

Al termine della prima sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, in cui «per la prima volta, su invito di Papa Francesco, uomini e donne sono stati invitati, in virtù del loro Battesimo, a sedersi allo stesso tavolo per prendere parte non solo alle discussioni ma anche alle votazioni» delle varie riunioni, i partecipanti alla consultazione hanno voluto inviare un messaggio a tutto il Popolo di Dio, in forma di Lettera.

Cuore di tutto il documento è la chiamata ad ascoltare tutti, in particolare i più poveri, le vittime del razzismo e, soprattutto, quelle degli abusi commessi da membri del corpo ecclesiale. Per progredire nel suo discernimento, la Chiesa ha anche bisogno di ascoltare i laici, donne e uomini, di ascoltare i catechisti, i bambini, i giovani, gli anziani. Poi le famiglie, e le voci «di coloro che desiderano essere coinvolti in ministeri laicali o in organismi partecipativi di discernimento e di decisione». La Chiesa ha poi particolarmente bisogno di ascoltare i sacerdoti, i diaconi, e la voce della vita consacrata. E deve ascoltare anche la voce di coloro che «non condividono la sua fede ma cercano la verità, e nei quali è presente e attivo lo Spirito».

Infine la Lettera esprime l’auspicio che i mesi che ci separano dalla seconda sessione, nell’ottobre 2024, «permettano a ognuno di partecipare concretamente al dinamismo della comunione missionaria indicata dalla parola “Sinodo”». Avvertendo che «non si tratta di un’ideologia ma di un’esperienza radicata nella Tradizione apostolica». Le sfide sono “molteplici” e le domande “numerose”. La relazione di sintesi della prima sessione «chiarirà i punti di accordo raggiunti, evidenzierà le questioni aperte e indicherà come proseguire il lavoro».

Leggi il testo completo della Lettera per approfondire.

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