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“La Chiesa che sogniamo”

A conclusione del convegno svoltosi a Castel Gandolfo dal 24 al 27 agosto, la sensazione che ancora mi porto dentro è quella di aver vissuto un’esperienza pienamente coinvolgente densa di stimoli e di carica emotiva. È stato bello ritrovarsi insieme tra generazioni diverse di varie provenienze, ognuna con il proprio bagaglio di storie da condividere unitamente ad un sogno da concretizzare: una Chiesa che abiti la contemporaneità, che custodisca la storia, che guardi al futuro con la speranza di costruire ponti e abbattere muri di divisione e fratture.

Giornate intense di studio e di riflessioni che ci hanno impegnato anche in incontri di laboratorio dove i partecipanti delle diverse diocesi si sono confrontati su argomenti interessanti. Uno dei temi è stato l’A.C. nella comunità parrocchiale. La Parrocchia, cellula viva e dinamica della Chiesa, è Madre che accoglie, accompagna, sostiene e stimola, come luogo di relazione e di ascolto, argomenti trattati durante il cammino sinodale di questi ultimi tempi.

La Parrocchia è una risorsa quando è luogo di fraternità che aiuta a crescere, che accoglie, consola ed offre a tutti l’occasione per dare il proprio contributo nel servizio missionario della testimonianza e trasmissione della Fede. È un peso quando c’è chiusura, quando i rapporti interpersonali sono superficiali ed apparenti, quando nella Parrocchia non c’è programmazione. È sofferenza quando non si respira l’appartenenza alla Chiesa, quando non c’è formazione alla missione delle persone come popolo di Dio. Ecco perché il ruolo dell’AC risulta indispensabile; è una realtà radicata nel territorio che opera nelle parrocchie, si impegna concretamente nella formazione di adulti, giovani e ragazzi, predispone attività, incontri, opere di assistenza e cura, momenti di riflessione, in un clima di concordia e sincera condivisione. Questa comunità di uomini e donne presenti in tutte le diocesi svolge un prezioso servizio nella Chiesa, si occupa della crescita individuale e collettiva del popolo di Cristo e offre testimonianza persuasiva di una vita intrisa di fede e di amore.

 Giovani, adulti e ragazzi hanno fatto una scelta: conformarsi a Cristo con la cura della vita interiore. Chi si assume per vocazione delle responsabilità ecclesiali è contemporaneamente chiamato ad un rapporto intimo con Gesù, ad una particolare familiarità con la Sua Parola, ad una generosa fedeltà ai sacramenti, ad un’ampia disponibilità alla contemplazione come vita di preghiera. Ma anche attraverso una rete di relazioni significative con tutti gli associati che consolidano ed alimentano i rapporti intergenerazionali. Ma l’Azione Cattolica oggi più che mai è chiamata a svolgere un più capillare lavoro sul territorio, prestare un servizio da cui possono svilupparsi impegni concreti, come per esempio adattare progetti coerenti con il contesto che si abita e con le risorse disponibili. Prendendosi cura della casa comune ci si riscopre essere comunità che genera processi di inclusione e di collaborazione.

Così l’A.C. riesce a vivere la sua esperienza in Parrocchia come abitazione di una comunità che opera in un territorio che accoglie, che dona aiuto e conforto, dove si condivide ciò che si ha e ciò che si può dare, ognuno con i propri talenti.

Sognare insieme, con responsabilità diverse, permette di percorrere cammini di spiritualità e di formazione che ci fanno sperimentare la bellezza di un’associazione che sa trovare un equilibrio nuovo tra tradizione e novità con il coraggio di sbilanciarsi verso quest’ultima. Non perché tradizione significhi passato ma perché è un modo di reinterpretare la tradizione pensando al futuro e con la speranza di raccoglierne i frutti.

Perché il cuore dell’A.C. sono le persone appassionate del Vangelo che costruiscono legami, che si entusiasmano, che cadono e si rialzano, che si spendono nel servizio alla Chiesa che è comunione e comunità con il volto di Madre che ha a cuore il bene dei propri figli.

Grazie dunque all’A.C. che ci dona sempre un tempo di grazia nei luoghi che viviamo, nelle persone che incontriamo con il desiderio di parlare a tutti dell’amore di Dio con il linguaggio di ogni giorno.

Franca Giancola