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Il tesoro a due passi

Martin Buber – filosofo, teologo e pedagogista – nel suo scritto Il Cammino dell’Uomo racconta la storia di Rabbi Eisik. Questo signore dopo anni trascorsi in miseria – che però non intaccarono la sua fede in Dio – ricevette in sogno l’ordine di andare a cercare un tesoro in una città diversa dalla sua. Si incamminò, raggiunse il punto dove si sarebbe dovuto trovare il tesoro, ma a causa della sorveglianza delle sentinelle non ebbe il coraggio di scavare. Tuttavia, tornava in quel luogo tutte le mattine restandovi per l’intera giornata. Così, un giorno, il capo delle guardie gli si avvicinò chiedendogli se avesse smarrito qualcosa oppure se stesse aspettando qualcuno.

Il “maestro” gli raccontò il suo sogno e il capitano scoppiò a ridere. Questo perché anch’egli aveva sognato di doversi recare a casa di un ebreo, un certo Eisik, figlio di Jekel, ma non lo fece perché in quella città la metà degli ebrei si chiamavano Eisik e la metà Jekel.

In questo tempo all’apparenza così buio e duro potremmo rischiare di fare la fine del capo delle guardie e non credere più ai nostri sogni, ma il Rabbi Bunam ci ammonisce così:

“Ricordati bene di questa storia e cogli il messaggio che ti rivolge: c’è qualcosa che tu non puoi trovare in alcuna parte del mondo, eppure esiste un luogo in cui la puoi trovare”

In questi giorni, forse, potremmo trovare quello che cerchiamo normalmente durante le nostre vite frenetiche, il tempo e lo spazio riacquisiscono il loro valore originario.

I tesori spesso li abbiamo vicini a noi e non ce ne accorgiamo, li andiamo a cercare chissà dove per poi scoprire che sono a due passi!

 

Francesco M. Di Pietro

27.03.2020