Dalle Parrocchie 

I seminaristi a Castel Di Sangro: testimoni del “Vangelo della vocazione”

Dal 27 al 29 novembre, la nostra classe della comunità del Pontificio Seminario Regionale “San Pio X”, accompagnata dal Vice Rettore don Gianfranco Travaglini, ha vissuto l’esperienza del “Tiberiade” nella Diocesi di Sulmona-Valva, presso le comunità parrocchiali di Castel Di Sangro, Rocca Cinquemiglia e Ateleta.

Il “Tiberiade”, che ricorda idealmente il contesto iniziale in cui gli apostoli hanno ricevuto la chiamata ed hanno seguito Gesù, nasce dall’esigenza della comunità del Seminario Regionale di portare il “vangelo della vocazione” nelle parrocchie delle diocesi di Abruzzo e Molise, attraverso incontri, riflessioni, testimonianze sulla realtà della chiamata.

Fa’ da sfondo a questa esperienza il brano evangelico che ha per protagonisti Gesù e Pietro durante una notte di tempesta sul lago Tiberiade (cfr Mt 14,22-33). Il brano racconta che ai discepoli (di allora, come di oggi) è chiesto di seguire il Signore Gesù, abbandonando le proprie sicurezze. L’avventura della sequela, infatti, non è mai pacifica: “Arriva la notte, soffia il vento contrario, la barca è sballottata dalle onde, e la paura di non farcela e di non essere all’altezza della chiamata rischia di sovrastarli”. Tuttavia, il Signore non lascia mai soli i suoi discepoli: come ci racconta l’evangelista Matteo, Gesù li raggiunge, invita Pietro a camminare sulle acque, lo salva mentre sta per affondare, sale sulla barca e fa cessare il vento.

Questo atteggiamento di Gesù suscita innanzitutto un grande senso di gratitudine. La stessa gratitudine con la quale abbiamo vissuto la nostra esperienza “missionaria” a Castel Di Sangro.

Abbiamo vissuto giorni caratterizzati dall’incontro con diverse realtà: con i ragazzi nelle scuole, con il gruppo Scout, con i bambini del catechismo, con i ragazzi della Comunità di recupero “Figlia di Sion”, con le Suore Figlie del Cuore Eucaristico.

Volti, storie, sorrisi, mani sfiorate, giovani e anziani tutti accomunati dal desiderio di ascoltare dalla nostra voce l’esperienza di incontro e sequela di Cristo.

Come i discepoli di Emmaus, a due a due, siamo andati nelle diverse realtà, portando il nostro entusiasmo, sperimentando come le nostre poche forze siano state rinvigorite da tutti coloro che hanno condiviso con noi questa esperienza mostrandoci un bellissimo angolo di Chiesa locale.

Il cristiano è colui che non vive di risposte, ma di domande, così dunque noi seminaristi ci siamo posti nei confronti delle persone incontrate in questi giorni, per farci loro vicini, parlare di Dio, suscitare altre domande, non scollegate dalla vita concreta di ognuno.

Il parroco don Domenico Franceschelli, che ci ha accolti calorosamente, ci ha mostrato quanto sia importante e necessaria la presenza del sacerdote, ci ha mostrato la via della “spiritualità del quotidiano”, dove l’intera esperienza personale, che contempla la famiglia, gli affetti, l’amicizia, il lavoro, sia sorgente per l’anima. Così l’Eucaristia si traduce in vita.

Felice coincidenza è stata la Giornata di digiuno, preghiera e penitenza per la pace in Terra Santa indetta il 27 ottobre, da Papa Francesco, che abbiamo potuto vivere attraverso l’animazione dell’adorazione eucaristica presieduta da Sua Eccellenza Mons. Fusco. Durante questo momento forte, abbiamo voluto realizzare una corona del Rosario con l’aiuto dei fedeli presenti che, unitamente ad un grano del Rosario, hanno presentato le loro intenzioni di preghiera all’altare.

Particolarmente importante è stato il momento di incontro e fraternità vissuto presso la Comunità di accoglienza e recupero per adulti in difficoltà nei pressi di Castel Di Sangro, dove abbiamo potuto sperimentare la bellezza della quotidianità nella semplicità, attraverso la preghiera, il lavoro e la condivisione.

Abbiamo potuto sperimentare il confronto fra due Comunità e sottolineare gli aspetti comuni: la vita comunitaria ci aiuta a riconoscerci per quello che siamo realmente: preziosi, unici, speciali, ma allo stesso tempo fragili. Ci ricorda quanto è facile dire di impegnarsi a migliorare e quanto poi nella pratica diventa più complicato. Ci fa capire cosa significa veramente amare.

Dopo questa esperienza entusiasmante torniamo in Seminario con il cuore gonfio di gioia per aver donato una parte di sé al prossimo, quella parte della propria vita, intima, piccola e bellissima che ha fatto esperienza di Colui che è infinito.

 

Antonio Carrozza