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Concerto del Coro del Venerdì Santo

Suggestioni ed emozioni hanno contraddistinto la serata del 14 aprile nella splendida cornice della chiesa della SS. Annunziata. Il trittico del maestro Di Primio con i simboli sacri della processione del Cristo Morto a Sulmona, le canzoni del cantautore Beppe Frattaroli ed il concerto del coro dell’Arciconfraternita della SS.Trinità. 

Una riflessione sul significato della Settimana Santa, inaugurata dalla domenica delle Palme, è venuta poi dal Vescovo Michele Fusco:

 

Venerdì accompagneremo la processione con il canto del Miserere, insieme a tutta la città di Sulmona. Passeremo per le strade della nostra città con la croce cantando: Miserere mei Domine, pietà di noi Signore. Nel buio della sera ci soffermeremo a comprendere il grande dono che il Signore ci hai fatto dando tutto se stesso per mostrarci quanto ci ami e quanto è coinvolto nella nostra vita.

Faccio mie stasera le parole che Papa Francesco ha rivolto ai giovani alla Via Crucis in Panama:

“ Il cammino di Gesù verso il Calvario è un cammino di sofferenza e solitudine che continua ai nostri giorni. Egli cammina, soffre in tanti volti che soffrono per l’indifferenza soddisfatta e anestetizzante della nostra società, società che consuma e che si consuma, che ignora e si ignora nel dolore dei suoi fratelli.

Anche noi tuoi amici, o Signore, ci lasciamo prendere dall’apatia, dall’immobilismo. Non poche volte il conformismo ci ha sconfitto e paralizzato. È stato difficile riconoscerti nel fratello che soffre: abbiamo distolto lo sguardo, per non vedere; ci siamo rifugiati nel rumore, per non sentire; ci siamo tappati la bocca, per non gridare.

Sempre la stessa tentazione. È più facile e “paga di più” essere amici nella vittoria e nella gloria, nel successo e nell’applauso; è più facile stare vicino a chi è considerato popolare e vincente.

Com’è facile cadere nella cultura del bullismo, delle molestie, dell’intimidazione, dell’accanimento su chi è debole!

Per Te non è così, Signore: nella croce ti sei identificato con ogni sofferenza, con tutti quelli che si sentono dimenticati.

Per Te non è così, Signore, perché hai voluto abbracciare tutti quelli che tante volte consideriamo indegni di un abbraccio, di una carezza, di una benedizione; o peggio ancora, nemmeno ci accorgiamo che ne hanno bisogno, li ignoriamo.

Padre, oggi la via crucis di tuo Figlio si prolunga:

si prolunga nel grido soffocato dei bambini ai quali si impedisce di nascere e di tanti altri ai quali si nega il diritto di avere un’infanzia, una famiglia, un’educazione . . .

si prolunga nelle donne maltrattate, sfruttate e abbandonate, spogliate e ignorate nella loro dignità;

si prolunga negli occhi tristi dei giovani che si vedono strappar via le loro speranze di futuro dalla mancanza  . . . di un lavoro degno;

La via crucis di tuo Figlio si prolunga in tanti giovani e famiglie che, assorbite in una spirale di morte a causa della droga, dell’alcol,  . . . si trovano privati non solo del futuro ma del presente. E così come furono spartite le tue vesti, Signore, viene spartita e maltrattata la loro dignità.

La via crucis di tuo Figlio si prolunga nei giovani coi volti accigliati che hanno perso la capacità di sognare, di creare e inventare il domani e “vanno in pensione” con la pena della rassegnazione e del conformismo, una delle droghe più consumate nel nostro tempo.

Si prolunga nel dolore nascosto e che fa indignare di quanti, invece di solidarietà, da parte di una società piena di abbondanza, trovano rifiuto, dolore e miseria, e per di più vengono indicati e trattati come portatori e responsabili di ogni male sociale.

La passione del tuo Figlio si prolunga nella solitudine rassegnata degli anziani, che lasciamo abbandonati e scartati. . . .

Padre, La via crucis di tuo Figlio si prolunga nel grido di nostra madre terra, che è ferita nelle sue viscere dall’inquinamento dell’atmosfera, dalla sterilità dei suoi campi, dalla sporcizia delle sue acque, e che si vede calpestata dal disprezzo e dal consumo impazzito al di là di ogni ragione.

Si prolunga in una società che ha perso la capacità di piangere e di commuoversi di fronte al dolore. . . .

E noi, Signore, che cosa facciamo?

Come reagiamo di fronte a Gesù che soffre, cammina, emigra nel volto di tanti nostri amici, di tanti sconosciuti che abbiamo imparato a rendere invisibili?

E noi, Padre di misericordia, consoliamo e accompagniamo il Signore, indifeso e sofferente, nei più piccoli e abbandonati?

Lo aiutiamo a portare il peso della croce, come il Cireneo, facendoci operatori di pace, creatori di alleanze, fermenti di fraternità?

Abbiamo il coraggio di rimanere ai piedi della croce come Maria?  . . .

Insegnaci, Signore, a stare ai piedi della croce, ai piedi delle croci; apri questa sera i nostri occhi, il nostro cuore; riscattaci dalla paralisi e dalla confusione, dalla paura e dalla disperazione. Padre, insegnaci a dire: sono qui insieme al tuo Figlio, insieme a Maria e insieme a tanti discepoli amati che desiderano accogliere il tuo Regno nel cuore. Amen”.