Omelie 

Omelia della Veglia nella notte di Pasqua

Carissimi, buona Pasqua a tutti.

Il Vangelo ci accompagna a comprendere che è nel luogo della morte che possiamo incontrare i segni della vita.

La liturgia gioiosa e festosa della Pasqua coinvolge l’intera comunità ecclesiale. Il testo del vangelo che abbiamo ascoltato non ci mostra l’incontro con Gesù Risorto di cui i Vangeli parleranno nei prossimi capitoli, ma viene in evidenza il sepolcro vuoto, che non è una prova della resurrezione di Gesù: qualcuno avrebbe potuto trafugare il corpo di Gesù e far credere alla sua resurrezione.

La scena inizia di notte, primo giorno della settimana, il giorno dopo il sabato, in seguito i cristiani hanno chiamato questo giorno domenica, giorno della resurrezione di Gesù. Maria Maddalena si reca al sepolcro. Una donna che ha coraggio va in un luogo dove si uccidono i criminali, alla ricerca del corpo di un malfattore, a cercare i segni della morte. In questo luogo di morte avviene la rivelazione della vita più profonda, quando siamo capaci di ritornare sui nostri dolori, i nostri fallimenti, nella morte cha portiamo dentro, Dio ci regala una esperienza profonda di vita.

Mentre celebriamo la Pasqua non possiamo non pensare che la nostra società vive tempi di buio, per le varie guerre disseminate nel mondo, per le aggressioni anche economiche, minacce che generano continue incertezze. Come la Maddalena ci chiediamo in questa notte planetaria dov’è Gesù? Dove possiamo trovarti? Come? Siamo come Maria alla ricerca di soluzioni per la pace, alla ricerca di soluzioni per una vita bella e buona per tutti, senza differenze sociali. In questo anno Giubilare siamo turbati da tante minacce, che mirano a toglierci la speranza.

Nonostante la notte, Maria incontrerà Gesù nel giardino, nonostante la notte, Gesù è già presente nel giardino anche se Maria non lo vede. Nonostante le tante notti dell’Umanità Gesù è già vivo e presente nella nostra società e nel nostro mondo.

Nel Vangelo sono in tre a cercare il corpo di Gesù, oltre Maria Maddalena c’è il discepolo amato e Pietro. Ognuno di loro ha un modo di cercare, ha dentro di sé un vuoto da colmare, porta delle domande a cui desidera dare risposte, sono tutti e tre cercatori di senso per quello che hanno vissuto il Venerdì Santo.

Ognuno di noi in questa Pasqua si può identificare con uno dei tre discepoli.

 Ma dobbiamo essere certi che da soli non riusciremo a trovare le risposte. Solo se ci mettiamo insieme alla ricerca in un cammino sinodale e di comunione potremo oltrepassare la soglia di quella tomba, attendere l’alba, sicuri di aver superato la notte, comprendendo il senso di questa Pasqua: solo così incontreremo il Risorto. Come Maria Maddalena, riceveremo più di quanto cerchiamo se anche noi saremo aperti all’incontro con il Signore.

Chi sono i nostri tre cercatori, i tre personaggi del Vangelo:

  1. Maria Maddalena: è attratta da un amore tenero, desidera prendersi cura del corpo del suo amato Maestro, rappresenta tutti coloro che hanno attenzione per le ferite del corpo. Come Madre Teresa che ha cercato il volto sofferente del Signore per le strade di Calcutta, come San Damiano di Molokai, che donò la sua vita ai malati di lebbra. Il nostro mondo è pieno di persone che vogliono alleviare le ferite dei più deboli, colpiti dalla sofferenza o dalla guerra, che sono in ascolto del grido dei poveri. Che cosa risolve la ricerca di Maria?

In quel giardino Maria avrà un incontro particolare si sentirà chiamata, e chiamata col suo nome. Maria, colei che è guidata dall’amore compassionevole, ora viene colmata da un amore che la chiama per nome. Cercava un cadavere e trova colui che ama, vivo. Il dolore, la ricerca affannosa di Maria hanno bisogno di essere guariti. Il sentirsi chiamata per nome le dona quell’amore singolare che la guarisce da ogni dolore. Quando stringe i piedi a Gesù, lui le chiede di lasciarlo andare, le sta chiedendo di non trattenerlo solo per sé, di superare ogni esclusività e di andare ad annunciare alla comunità dei fratelli che Lui è vivo. Così che tutti possano incontrarlo. Il vuoto di Maria Maddalena è guarito dall’invocazione del suo nome. Maria Maddalena è toccata da una tenerezza infinita.

  1. Il discepolo che Gesù amava, giovane ed entusiasta. La tradizione pensa sia l’evangelista Giovanni, che invita i lettori ad identificarsi in lui. Anche lui, come la Maddalena, ha il suo modo di amare e un vuoto dentro causato dalla morte di Gesù. Giovanni Lascia entrare nel sepolcro prima Pietro, più anziano e il Vangelo ci dice che è il primo a credere. Crede al vedere il lenzuolo che avvolgeva il corpo di Gesù, la Sindone e il sudario piegato a parte. Questo è l’amore che vede lo spazio vuoto e crede. Vede con gli occhi dell’amore, vede la vittoria dell’Amore, il Vangelo di Giovanni è raffigurato con il simbolo dell’Aquila che sa vedere in profondità. Il vuoto e le domande di Giovanni sono colmati dai segni che vede in quella tomba vuota, da una assenza che diventa vita.
  2. Simon Pietro: lui ha un vuoto più pesante di tutti, porta il peso del fallimento per aver rinnegato colui che gli aveva dato fiducia, ponendolo a capo dei dodici. Ha necessariamente bisogno di parole di misericordia, di perdono, rappresenta tutti coloro he sono alla ricerca di ricevere parole di perdono, per colmare il vuoto del fallimento. Pietro in seguito nei vari incontri riportati dal Vangelo, potrà ascoltare le parole del Maestro che per tre volte gli chiederà se veramente lo ama. Solo dopo essere stato risanato dalle parole di Gesù partirà, senza fermarsi mai, per annunciare che Gesù è vivo.

In questo giorno di Pasqua Gesù con la sua parola vuole rispondere a tre diversi tipi di ricerca, vuole colmare il vuoto della nostra vita: l’amore tenero che ha bisogno di una presenza, la ricerca del significato e della luce, il desiderio di essere perdonati. Tutti e tre hanno bisogno gli uni degli altri: senza Maria, gli altri non sarebbero venuti, è lei che per prima dà l’annuncio agli apostoli che il sepolcro è vuoto; senza il discepolo Amato la comunità non avrebbe compreso il vuoto del sepolcro e i segni lasciati li; senza Pietro non avrebbero compreso che la Risurrezione è il trionfo della misericordia.

Questa ricerca è anche la nostra: a noi quest’oggi è stato dato di venire nel giorno di Pasqua ad attingere dalle Scritture e dall’Eucarestia i segni che Lui è vivo, e nella comunità dei credenti e a noi viene data la missione di andare a colmare i vuoti e i dubbi di coloro che sono ancora alla ricerca.