MARIA SS. AUSILIATRICE E LA PERENNE BELLEZZA DELLA VOCAZIONE NELLA VITA CONSACRATA
La comunità parrocchiale di “Maria SS. Ausiliatrice” di Sulmona, guidata da don Carmine Caione, ha vibrato di fede e commozione nella solennità della sua Patrona, lo scorso 24 maggio. Un giorno non solo di devozione mariana, ma anche di riflessione sulla vocazione e sulla bellezza di un “sì” che risuona forte nel cuore della Chiesa contemporanea. Il momento centrale della giornata è stato infatti il rinnovo del “proposito” di Alessia Fiore nell’Ordo Virginum, un gesto che ha arricchito la Diocesi di Sulmona-Valva, celebrato con intensa partecipazione da S.E. Mons. Michele Fusco.
La giornata ha preso il via con la solenne Concelebrazione Eucaristica delle ore 18.30, preludio di un Santo Rosario meditato alle 19.15. Ma è stato alle 20.00 che l’intera assemblea ha assistito con commozione al rito del rinnovo. Alessia Fiore, con cuore riconoscente e rinnovato ardore, ha riaffermato pubblicamente la sua scelta di consacrare la propria vita a Dio, vivendo la verginità nel mondo, secondo il suo stato di vita, sostenuta dalla preghiera della Chiesa e al servizio del prossimo.
L’Ordo Virginum, l’Ordine delle Vergini, rappresenta una delle forme più antiche e pure di vita consacrata femminile. Riportato alla luce e valorizzato dal Concilio Vaticano II, esso permette a donne di vivere nella loro realtà sociale ed ecclesiale, abbracciando una vita di castità “per il Regno dei Cieli”. Non si tratta di una fuga dal mondo, ma di una presenza significativa in esso: dedicando la loro esistenza alla preghiera, alla penitenza, all’apostolato e al servizio dei fratelli, incarnano la sponsalità della Chiesa con Cristo. La loro vita è un segno profetico, un richiamo costante ai valori eterni e alla primazia di Dio.
La vocazione è la chiamata intima e personale che Dio rivolge a ciascuno, invitandolo a seguirlo in un cammino unico e irripetibile. In un’epoca caratterizzata da una profonda secolarizzazione, da un individualismo crescente e da una ricerca spesso affannosa di beni materiali e riconoscimenti effimeri, la scelta di una vita di consacrazione, come quella nell’Ordo Virginum, può sembrare un atto controcorrente, persino anacronistico. “Lasciare tutto” oggi, non significa necessariamente ritirarsi in clausura, ma significa ridefinire le priorità, riorientare l’esistenza verso Colui che è la Fonte di ogni bene.
Significa rinunciare a progetti personali dettati unicamente dall’ego, per abbracciare un progetto più grande; significa svuotarsi per essere riempiti dalla grazia divina; significa accettare una libertà che non è l’arbitrio, ma la liberazione da ciò che ci appesantisce e ci distoglie dall’essenziale. Consacrarsi al Signore oggi è un atto di fiducia radicale nella promessa di Cristo, che a chi lascia tutto per Lui, promette il centuplo quaggiù e la vita eterna. La vita consacrata non è una fuga dalle responsabilità del mondo, ma un modo per viverle in una dimensione più profonda, offrendo la propria esistenza come preghiera incessante per l’umanità, come servizio silenzioso ma fecondo, come richiamo alla trascendenza in un mondo che spesso si dimentica di essa. Il “sì” di Alessia, come quello di tante altre consacrate, è una luce che illumina la via, mostrando che la felicità vera si trova nel donarsi completamente a Dio e, attraverso Lui, ai fratelli. È la riaffermazione di una maternità spirituale che feconda la Chiesa e il mondo con la preghiera, il sacrificio e l’amore puro.
Durante l’omelia, Mons. Fusco ha sapientemente delineato il significato profondo di questa scelta e la bellezza della vocazione nell’Ordo Virginum, offrendo spunti preziosi alla riflessione di tutti i presenti:
«Carissimi, l’esperienza dei discepoli, quella tristezza per il distacco e la paura di ciò che verrà, ci è quanto mai familiare. Ma Gesù ci rassicura: ‘Non sia turbato il vostro cuore’. Questa non è una consolazione superficiale, ma l’invito a comprendere con gli occhi della fede che la sua presenza non è legata a un luogo fisico, ma alla nostra adesione alla sua volontà. Quando il Signore dice: ‘Se uno mi ama, osserverà la mia parola’, non è un ideale astratto, ma un invito a vivere la fede concretamente, con le opere. È il ‘sì’ che Alessia oggi rinnova, un ‘sì’ che permette a Gesù di farsi presente in ogni circostanza, in ogni luogo in cui la sua volontà è accolta e vissuta. Sarà lo Spirito Santo, il Consolatore, a rendere possibile tutto questo, a trasformare ogni timore in certezza. La nostra fede non è attaccamento a un passato, ma riscoperta quotidiana del Risorto che vince ogni tristezza e ci apre a un futuro di speranza in Lui.»
La serata si è conclusa in un clima di gioia e fraterna condivisione, testimoniando la vivacità della comunità parrocchiale guidata da don Carmine. L’evento non è stato solo la celebrazione di un rito, ma un’opportunità preziosa per l’intera Diocesi di meditare sul dono inestimabile della vocazione e sulla ricchezza delle diverse forme di vita consacrata che arricchiscono la Chiesa, rendendola segno vivo della presenza di Cristo nel mondo.
Ufficio Comunicazioni Sociali
Diocesi di Sulmona-Valva