Giornata unitaria diocesana dell’Azione Cattolica “Pellegrini di Speranza”
di Franca Giancola
Sabato 4 gennaio, presso il Santuario della Madonna della Libera, in Pratola Peligna, l’AC diocesana con gli assistenti don Daniele e don Giacomo ha inaugurato l’anno 2025 con il ritiro spirituale dal tema “Pellegrini di Speranza” motto dell’anno giubilare indetto da Papa Francesco con la bolla “Spes non confundit”, la speranza non delude (Rm.5,5). È l’invito a fare un cammino come viandanti per riscoprire la nostra identità di battezzati offrendoci anche l’opportunità per approfondire la dimensione spirituale e materiale della nostra vita. È vero che il pellegrinaggio richiama fatica, stanchezza, ma presume anche un obiettivo, una meta, la speranza di raggiungere la pace, la fratellanza, l’unità.
Ci sentiamo fortunati ad essere testimoni di questo periodo così particolare del cammino della Chiesa che suscita attesa, fiducia nonostante le difficoltà del momento. Tanti i drammatici problemi che scuotono il mondo: violenza, ingiustizie, guerre, difficili condizioni di vita in cui si trovano numerose famiglie e molti popoli, ma anche nei momenti più bui il Signore ci dona esempi di vita buona, esperienze belle di umanità.
Don Daniele ha tenuto la riflessione sul brano del Vangelo di Luca, (5,1-11), da cui è tratto lo slogan dell’anno associativo “Prendi il largo”, evidenziando che viviamo un tempo di speranza che ci chiama a stare dentro la storia con lo stile che unisce e non divide. Ogni gesto di accoglienza nei confronti di coloro che lasciano la propria terra per cercare una vita più degna, ogni azione volta alla salvaguardia del creato, ogni mano tesa ai poveri e agli emarginati, ogni atto di solidarietà concorrono al bene comune e donano speranza di un futuro pacifico, migliore.
L’Anno Santo è dunque il tempo propizio per gettare il seme buono del Vangelo abitando la vita quotidiana delle persone, in ascolto di ciascuno, in dialogo con tutti. Ed è in questo contesto che noi laici siamo chiamati a testimoniare la nostra fede, la nostra missione. La definizione “pellegrini di speranza” ci incoraggia a prendere slancio, a liberarci dai timori, a mettere in discussione il nostro modo di vivere la fede e la nostra capacità di testimoniarla, esperienza di ognuno di noi. La differenza è data non dal raggiungimento dei traguardi, non sempre perseguibili, ma dalla capacità di iniziare di nuovo, senza scoraggiarci, mettendo in pratica le esperienze positive del passato.
La speranza nasce dalla fede ed è alimentata dall’amore, dalla certezza che Gesù Cristo è morto e risorto, è presente nell’ Eucarestia, ma anche nella persona dei poveri, degli afflitti, degli sfiduciati come è accaduto a Simone. Una nottata intera di pesca senza alcun risultato, di delusione, ma l’incontro con Gesù, soprattutto, il suo invito a prendere il largo e gettare nuovamente le reti e l’averlo ascoltato, ha portato frutti. Mai abbattersi, mai darsi per vinti, c’è sempre la possibilità di superare le difficoltà. È un gesto di speranza, di fiducia con la certezza di essere amati dal Signore che sa stupirci al di là dei nostri meriti anche in maniera più abbondante di quello che perfino speriamo, perché chi confida nel Signore non rimane deluso.
Il momento di Adorazione Eucaristica, davanti al Santissimo, ci ha dato la possibilità di metterci in ascolto di Gesù che parla al nostro cuore con l’azione dello Spirito Santo, testimonianza dell’amore ricevuto e dell’amore ricambiato, affermazione della nostra fede.
Dopo un bellissimo momento di convivialità e agape fraterna, il pomeriggio è proseguito con lo scambio di riflessioni sul tema della giornata e sulla nostra missione di servizio nella vita associativa che ci vede direttamente coinvolti come soci, dal più piccolo al più grande.
A completamento del nostro incontro, la celebrazione della Santa Messa che ci ha dato la gioia di ringraziare il Signore per aver condiviso la preghiera, la fraternità, l’esperienza associativa che ci accomuna come battezzati e laici di AC, come fratelli e sorelle “che si conoscono, che si vogliono bene, che lavorano insieme nel nome del Signore”. Così si è discepoli, tutti in cammino come popolo di Dio con il compito di seminare la speranza, anche perché noi stessi ne siamo mendicanti. La Porta Santa che attraverseremo nell’Anno giubilare rimanda al passaggio che ogni cristiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia perché passando attraverso LUI, nostra speranza, si ottiene la salvezza eterna. ” Io sono la porta ” (Gv 10,1-10).