CONVEGNO REGIONALE CATECHISTI ATRI
di Suor Anastasia De Dominicis – Direttore Ufficio Catechistico
Nella bellissima cornice della Cattedrale di Atri dedicata alla S. Maria Assunta si è svolto lo scorso 05 ottobre 2024 la seconda parte del convegno catechistico regionale, organizzato dall’ufficio catechistico regionale della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana che porta il nome ‘Il catechista, testimone e comunicatore della bellezza del Vangelo’.
Ad accogliere le 350 catechiste dall’Abruzzo e del Molise sono stati l’arcivescovo di Lanciano, Mons. Emidio Cipollone, del delegato CEAM per la catechesi, Mons. Claudio Palumbo, vescovo di Trivento e di Don Gilberto Ruzzi, direttore dell’ufficio catechistico regionale.
Anche le catechiste della Diocesi di Sulmona-Valva, guidate dal suo direttore Suor Anastasia De Dominicis, hanno raggiunto la cittadina teramana per vivere l’esperienza della propria missione come catechisti.
Dopo il momento iniziale dell’accoglienza, saluti e preghiera iniziale guidata dal vescovo di Teramo, Mons. Lorenzo Leuzzi, le catechiste sono state invitate a partecipare ai dieci laboratori da loro scelti. Questi laboratori sono il frutto della prima parte del Convegno regionale svoltosi a Lanciano lo scorso 13 Aprile 2014.
Determinante è stata la partecipazione di:
– Carmine Marino in quello sul teatro e la catechesi;
– Don Ettore Luciani in quello sui sensi nella liturgia;
– Don Francesco Vanotti in quello sulla catechesi narrativa;
– Suor Annamaria Passiatore con una catechesi biblico-sensoriale su noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo e il sapore del pane;
– Suor Veronica Donatello in quello sulla catechesi e disabilità;
– Don Gilberto Ruzzi in quello sulla catechesi con l’arte;
– Prof. Marco Tibaldi in quello Come argilla nelle mani;
– Don Nicola Fioriti in quello sul linguaggio simbolico-liturgico;
– Alessandra De Luca e Francesco Marranzino in quello sulla musica, canto e catechesi.
Ecco alcune riflessioni dalle nostre catechiste:
L’incontro per me è stato unico, il professore Marco Tibaldi, mi ha fatto capire quanto è importante l’azione, il tatto, per poter far conoscere ai bambini, ai ragazzi, agli adulti, in primis noi stessi e poi Gesù. In maniera partecipativa e divertente ci ha fatto scoprire il linguaggio biblico.
Un esempio: per farci comprendere l’importanza dei nomi che troviamo nella Bibbia, nel vecchio testamento; in maniera informale in cerchio in 45 non ci conoscevamo, allora il professore ci ha invitato a dire prima il nostro nome, dopodiché ogniuno di noi si è presentato con un gesto, da lì per capire se effettivamente è rimasto in mente più i nostri nomi oppure i nostri gesti. Con stupore abbiamo scoperto che ogniuno si ricorda dell’altro il gesto e non il nome, non l’avrei mai detto.
Che stupore! Dopo il gesto è scattato il ricordo del nome.
La comunità si ama grazie ai piccoli gesti alle piccole azioni.
E’ stato un incontro improntato sull’importanza dell’azione, del coraggio, della fiducia.
Ogniuno di noi si è fidato dell’altro facendosi portare nello spazio del piccolo teatro che ci è stato dato a disposizione. Rispettando il tempo, il silenzio, il movimento del nostro vicino.
Ad occhi chiusi ci siamo lasciati guidare. Ci siamo fidati, come ogni giorno dovremmo fidarci del nostro signore. È stato bellissimo. Chiara
“Pace”…è la prima cosa a cui ho pensato quando sabato 5 ottobre sono entrata nella bellissima Concattedrale Santa Maria Assunta di Atri. Un dolce tepore ci ha accolti; una luce morbida e avvolgente illuminava le sue imponenti navate ed un lieve mormorio risuonava tra i banchi.
Tanti volti nuovi hanno catturato la mia attenzione… “quanti ne siamo!” Fratelli e sorelle nella fede accomunati da un’unica “passione”: far risuonare, con tutti i sensi, la bellezza del Vangelo.
Attraverso i numerosi laboratori “sensoriali”, ogni catechista ha sperimentato quanto l’evento Battesimo sia stato il più grande dono ricevuto da Dio, un dono che ci porta a vivere, a testimoniare con gioia quell’Amore che dice ancora oggi alle nuove generazioni “faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5).
Stupore e meraviglia ci hanno accompagnato alla scoperta degli affreschi quattrocenteschi riguardanti la vita di Maria del pittore abruzzese Andrea De Litio. Guardando a lei, ogni credente avrà un esempio da ammirare e seguire…è questo che sembra comunicarci l’artista! L’arte parla all’uomo di ieri, di oggi e di domani; è contemporanea di quel preciso momento. Esprime, comunica, fa risuonare un’esperienza, allena la mente e il cuore alla lettura biblica e veicola quella Parola che gli artisti hanno provato a trasmettere che può nutrire la vita e la fede delle persone.
Fare catechesi attraverso l’arte è stata altamente formativa, entusiasmante e coinvolgente; ci ha dato la possibilità di tornare nelle nostre parrocchie rigenerati nel corpo e nello spirito, uomini e donne nuovi, capaci di capire il proprio tempo, la propria comunità, con nuove orecchie, nuovi occhi, nuovo gusto, nuovo olfatto, nuovo tatto pronti a dare ragione della speranza che è in noi. Anita
Questa mattina, sembrava una mattinata come tutte le altre e invece no il Signore ci ha regalato una giornata speciale in cui abbiamo conosciuto persone nuove, scoperto luoghi diversi e acquisito conoscenze importanti. Sicuramente sono tornata a casa più serena, con qualche spunto di riflessione per tutta la famiglia. Che Il Signore benedica sempre chi si impegna per organizzare tutto questo. Mariassunta
Laboratorio di Musica, canto e catechesi. I relatori dello stesso, i maestri Alessandra De Luca e Francesco Marranzino musicisti di notevole fama. con la loro disponibilità e competenza hanno avuto la capacità di portarci alla scoperta del loro mondo e trasmetterci come la musica è strettamente correlata a Dio essendo la stessa un dono che Lui ha fatto a tutti Noi per affrontare al meglio la Nostra Vita. Infatti la musica è: Invisibile. La musica noi non la vediamo, eppure è presente nella nostra vita, nella nostra anima ed è per questo motivo che ascoltandola ha la capacità di modulare le nostre emozioni e di tutte le persone senza distinzione. In modo particolare hanno posto l’accento sui ragazzi di oggi, di parlare con loro e di porre una particolare attenzione alle loro preferenze musicali che in alcuni casi possono essere la chiave di lettura del loro malessere.
Ci sono stati dati metodi e strumenti per poter applicare e trasformare la musica nel corso dei nostri incontri di catechesi con i ragazzi che può essere un testo, una creazione di una melodia, una rappresentazione teatrale, con lo scopo di farli sentire parte attiva della chiesa, senza costrizioni e rispettando la loro libertà di pensiero. Concludo ribadendo la nostra soddisfazione per aver partecipato a tale evento e ringraziandola per averci dato questa opportunità. Grazie! Giuseppina e Annarita
Avevo seguito alcuni video di don Gilberto Ruzzi sull’arte, ma ascoltarlo dal vivo, attorniata dalla tanta bellezza della cattedrale di Santa Maria Assunta ad Atri, è stato semplicemente idilliaco. L’imponente struttura della chiesa, le luci e i suoi colori caldi che infondono una strana calma e serenità interiore, hanno fatto da sfondo alla magistrale esposizione del don. Ho sempre amato l’arte e ho sempre pensato che essa aiuti ad ampliare i propri orizzonti culturali, a sviluppare capacità di osservazione, interpretazione e valutazione, ma l’approccio che don Gilberto ci ha mostrato è stato veramente interessante e illuminante. Ci ha offerto una chiave di lettura per comprendere molte opere d’arte, e attraverso esse i fondamenti della fede cristiana, spendibile immediatamente con i nostri bambini e ragazzi. Ci ha fatto sperimentare la bellezza del soffermarci un attimo a meditare di fronte ad un’opera d’arte che ci rimanda alla vita, alla vita quotidiana, alla normalità della nostra vita. Cosa ho riscoperto personalmente? Che l’uomo non è uomo se non insieme a Dio Padre. Gilia
È stato stupefacente apprendere nella catechesi biblico sensoriale di Marco Tibaldi quanto il linguaggio del corpo parli di noi, molto più di quanto pensiamo!
Le espressioni facciali, la postura del corpo, i gesti, gli occhi, il tatto e l’uso
dello spazio sono il codice del nostro linguaggio non verbale, attraverso il quale inconsapevolmente stabiliamo delle relazioni.
Spesso sottovalutiamo il fatto che la comunicazione avviene principalmente sotto questa forma ed esprime le nostre emozioni più profonde, gioia e tristezza, imbarazzo e paura. A proposito della paura, quante volte le nostre azioni quotidiane sono mosse dalla paura e quante volte prendiamo delle decisioni per il timore di…? Cristina
Il Signore ci ha dato un corpo ed i sensi per metterci in relazione con gli altri, con noi stessi ma innanzitutto con lui. A questo convegno abbiamo partecipato in circa 400 tra catechisti, suore, preti e animatori; siamo stati organizzati in 9 gruppi per i diversi laboratori sensoriali, ognuno dei quali strutturato per mettere in risalto uno o piu’ sensi. La nostra vista è stata stimolata nel contemplare la Parola tradotta in immagini sacre, nella consapevolezza che l’arte spiega, illustra, conserva, tramanda, contestualizza; il nostro udito è stato risvegliato dai canti e dalle composizioni musicali di lode, soprattutto nei salmi ma non solo; il nostro olfatto stimolato dall’olio di nardo ci ha ricordato che “siamo dinanzi a Dio il profumo di Cristo”, cioè cosi’ come una madre riconosce come proprio un bambino tra tanti ricordando il suo odore, così Dio sente il profumo di Cristo emanarsi da noi, poiché ciascuno di noi è figlio, ciascuno di noi ha questo carattere indelebile. Il senso del gusto è stato risvegliato dal pane, cibo indifferentemente presente sulla tavola del ricco e del povero, essenza e sostegno nella vita, unico cibo che dopo la benedizione sull’altare incorpora noi in esso, rendendoci corpo di Cristo, rendendoci “buoni”. Il tatto è stato attenzionato nel laboratorio “come argilla nelle tue mani”, che ci ha ricordato che siamo stati plasmati dalle mani amorevoli e creatrici di Dio, e con lo stesso amore dobbiamo toccare cio’ che ci circonda. Nel laboratorio su essa incentrato e’ stato chiarito che la disabilità non e’ altro che l’assenza o la forte diminuzione percettiva di alcuni sensi e la prevalenza talora compensativa talora talentuosa degli altri sensi. Il teatro è un luogo di incontro e di relazione dove una compresenza di diverse percezioni visive, uditive, spazio-temporali esaltano le relazioni reciproche, la percezione di se’ dell’attore, la consapevolezza che siamo tutti attori di uno stesso spettacolo.
Personalmente l’idea più importante che ho portato a casa è questa: che siamo tutti un solo corpo, perciò dobbiamo prenderci cura amorevolmente delle persone intorno a noi così come dobbiamo prenderci cura di noi stessi. Valeria
Flash sul convegno, laboratorio “catechismo e disabilità”, relatrice Suor Veronica Donatello.
Siamo un unico popolo di Dio, apparteniamo ad una comunità per cui bisogna lavorare insieme per una piena inclusione e per realizzare ciò, occorre cambiare la nostra postura passiva, abbattere barriere- non solo architettoniche- ma anche cognitive e comunitarie. E, per farlo in modo concreto, bisogna fare rete, modificare il linguaggio verbale; occorre utilizzare altri canali di comunicazione che non siano solo, appunto, verbali. Modificare il linguaggio non è perdere, ma aggiungere perché, attraverso i nuovi linguaggi ( sensoriali, tecnologici, per immagini, LIS, audio), i doni dell’ amicizia e della relazione, empatia e sensibilità ci si apre alla reciprocità per Accogliere ed Accompagnare tutti gli appartenenti al Popolo di Dio. Raffaella
Alessandra, insegnante di conservatorio, e suo marito Francesco, insegnante al liceo musicale, hanno toccato tutti i punti sulla realtà della musica di oggi.
La musica è il più importante linguaggio dell’arte! È un dono di Dio e permette di comunicare con le note tutto quello che noi non riusciamo a dire con le parole. Nel maneggiare il linguaggio musicale dobbiamo stare molto attenti. Il talento, dono di Dio, lo hanno i credenti e i inon credenti. Il carisma è per la Chiesa; non per me ma per altri. Evangelizzare dunque attraverso la musica. Oggi i ragazzi sono disturbati da certe musiche demenziali che li distruggono mentalmente! La musica ha un forte potere.
Messaggi della musica rap e dei suoi derivati: violenza, sesso, soldi, narcisismo, droga, sballo sessismo, violenza sulla donna, perversione, rifiuto di ogni forma di amorevolezza, vuoto esistenziale, bestemmia e satanismo. È una musica triste e ossessiva, con suoni angoscianti, sguardi spenti, nessun sorriso, ambienti degradati.
La musica rap e trap non ci appartengono; tutto è iniziato in America più di vent’anni fa.
La musica è immagine di Dio; abbiamo il dovere di restituire ai nostri ragazzi, la bellezza, la dolcezza e la forza positiva della musica.
La musica durante le celebrazioni serve a dare gioia e aggiunge bellezza al rito, aiuta l’assemblea a percepire e a partecipare con tutti i sensi fisici e con lo spirito al mistero di Dio.
Far cantare tutti crea un opportuno clima emotivo che dispone alla fede e suscita l’accoglienza e la piena partecipazione al mistero che si celebra. La musica incarna e traduce la parola di Dio in canti, suoni, armonie che fanno vibrare il cuore dei fedeli.
I canti e le musiche liturgiche hanno una direttiva specifica, devono seguire ciò che il Concilio Vaticano II ha proposto e ciò che il messale romano indica.
Non possiamo accettare, per esempio, richieste di certi sposi che pretendono in una celebrazione musiche estranee al contesto come canzoni in lingua inglese o altri brani che non hanno a che vedere con il tempo liturgico e con il Vangelo!
Infine, citando le parole del grande Maestro (Bohéme atto I): “La brevità gran pregio!”.
Sul tema (speranza) ricordiamo Matilde di Canossa: “Chi non arde non incendia” e consigliamo il libro “Accendi la vita”.
Popoli Terme – Marilena