Dalle Parrocchie 

CAMPO DI GIOVE: GIORNATA DI FORMAZIONE PER I CONSIGLI PARROCCHIALI

COMUNICARE PER COLLABORARE EFFICACEMENTE

Introduzione

     Lo scopo di questo incontro è di fornirvi alcune conoscenze necessarie per comunicare in modo efficace tra di voi e con le persone che sono intorno a voi in qualsiasi circostanza, in modo attivo ed empatico.

    Evitando incomprensioni o comunicazioni distorte, e le varie situazioni spiacevoli a danno vostro e degli altri. Bisogna comprendere che quando comunichiamo abbiamo a che fare con una PERSONA, che ha dei sentimenti, delle emozioni, e dei desideri. Ogni persona ha la sua storia, per cui ognuno va riconosciuto in quanto persona e trattato con rispetto, considerando il soggetto nella sua fascia di età, nelle sue capacità e conoscenze, e anche parola poco sentita oggi nella sua saggezza.

     Tra di voi, consiglieri, persone più vicine al parroco, dovreste trattarvi con rispetto e gentilezza, e cercare di gestire i vari problemi che possono sorgere con discrezione usando una buona comunicazione. Anche perché, in quanto collaboratori del parroco, siete una espressione della sua duplice funzione essenziale di insegnare e santificare, oltre che a quella del governare.

    Uno degli aspetti principali della natura umana è proprio COMUNICARE’, poiché l’uomo è un essere sociale e socievole. Per una buona comunicazione è importante saper innanzitutto creare e sviluppare l’empatia.

L’Empatia è la capacità di comprendere e condividere le emozioni, i pensieri e gli stati d’animo di una persona, mettendosi nei suoi panni e vedendo il mondo dalla sua prospettiva, anche se ci sono punti di vista divergenti. L’empatia è una competenza sociale fondamentale per le relazioni umane, poiché permette di sentirsi vicini all’altro, di sintonizzarsi con il suo stato emotivo e di avere una comunicazione più efficace.

Tutti comunichiamo infatti: “Comunicare è relativamente facile, tuttavia, comunicare efficacemente lo è meno”. Ma cosa significa particolarmente la comunicazione?

 

 

   I- LA COMUNICAZIONE

 La comunicazione è un PROCESSO circolare di scambio di informazioni tra soggetti comunicanti intorno ad un oggetto. Tale processo viene attivato con determinate finalità. Non si può non comunicare: il comportamento non ha un suo opposto, non esiste la NON comunicazione. Noi comunichiamo anche se stiamo in silenzio, anzi la comunicazione del corpo parla al 90%. Per cui anche il silenzio è un messaggio e può influenzare l’altro. In ogni messaggio ci sono due parti, il contenuto e la relazione:

  1. a) Contenuto

Nel contenuto ci si chiede: cosa si dice con l’uso delle parole. Bisogno distinguere la sfera razionale e quella della comprensione.

  1. b) Relazione

Comunicando, usiamo varie forme: verbali, non verbali e paraverbali. Il linguaggio verbale si basa sulle parole (parlate o scritte), il linguaggio non verbale utilizza gesti, espressioni facciali, postura e contatto visivo, mentre il linguaggio paraverbale si riferisce alle caratteristiche vocali come il tono, il volume, il ritmo e l’intonazione. Queste tre categorie di linguaggio creano relazione e influenzano quindi la sfera emotiva, aiutando anche nelle varie forme di percezione.

La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti. Il diverso modo di dire certe parole invece che altre può scaturire una sequenza di eventi che a volte possono essere causa di molti conflitti comunicativi e di incomprensioni.

 

  1. c) Gli scambi della comunicazione inefficaci

Essi possono essere simmetrici o complementari. Se sono SIMMETRICI, gli interlocutori si considerano sullo stesso piano, nessuno vuole sottomettersi all’altro e possono arrivare a scontri e toni aggressivi.

Invece, se sono COMPLEMENTARI uno dei due comunicanti si pone a un livello di superiorità rispetto all’altro.

 

II- LA COMUNICAZIONE EFFICACE

Essa è “un processo attraverso il quale riusciamo a far sì che l’altro percepisca il messaggio in linea con il nostro obiettivo della comunicazione, evitando fraintendimenti e suscitando interesse o azione”. Nella comunicazione efficace non è importante solo ciò che diciamo, ma anche il modo come lo diciamo, accompagnandolo con il linguaggio del corpo, e nel contempo come l’altro mi ascolta, interpreta e reagisce al mio messaggio. La comunicazione integra tre aspetti fondamentali: verbale, non verbale e paraverbale (tono della voce, ritmo, pause, accentuazione), e possono influenzare l’interlocutore e generare il risultato dell’interazione.

La comunicazione efficace, include alcune capacità come:

ü Saper comprendere le esigenze, i bisogni e le aspettative dell’interlocutore

ü adattare il proprio linguaggio, il tono di voce e il linguaggio del corpo in base al contesto e all’interlocutore

ü trasmettere i propri messaggi in modo chiaro, conciso e persuasivo

ü ascoltare attivamente l’interlocutore, mostrando interesse e comprensione

ü creare un rapporto di fiducia e di reciproca comprensione.

Nella comunicazione efficace ci sono alcune componenti da prendere in considerazione per renderla più chiara e collaborativa.

1)     La chiarezza

Comunicare in maniera chiara vuol dire esporre i pensieri con precisione e comprensione. Perché l’altro possa capire ciò che diciamo senza rischiare dei fraintendimenti. Curare le parole e la struttura della comunicazione, prendere in considerazione il contesto e il livello di comprensione dell’altro.

2)     L’empatia  

     Comunicare con empatia è ascoltare non solo le parole, ma anche il linguaggio del corpo, il tono della voce dell’altro, e saper reagire con sensibilità. L’empatia offre l’opportunità di creare un’ambiente di accoglienza delle parole dell’altro.

3)     L’ascolto attivo

     L’ascolto attivo è molto importante per una comunicazione efficace, l’ascoltatore deve essere mentalmente presente e essere coinvolto durante la conversazione. L’ascolto attivo non è solo ascoltare le parole ma è anche fare attenzione ai segnali non verbali, come il tono della voce e le espressioni facciali, bisogna avere la capacità di cogliere il significato profondo del messaggio. L’ascolto attivo dimostra che rispettiamo e consideriamo l’altro, rendendo così il dialogo più autentico.

 

III- Perché la comunicazione efficace è fondamentale?

     La comunicazione efficace non trasmette solo informazioni, ma cerca di creare un’autentica connessione con l’altro e influenzare positivamente le sue percezioni, emozioni e azioni. Come già detto la comunicazione chiara ed efficace serve ad evitare incomprensioni e aiutare a risolvere eventuali problemi, sapendo creare un’ambiente positivo.

     La comunicazione è una base importante per qualsiasi ambiente poiché, va ad influire sulla collaborazione tra di voi e sulla vostra soddisfazione. La comunicazione efficace è importante per poter mantenere rapporti equilibrati, riducendo le tensioni e evitare i conflitti.

     Nella relazione personale bisogna essere capaci di ascoltare e saper capire i sentimenti e i bisogni dell’altra persona per far sì che si possano costruire dei legami sinceri, duraturi e forti e nel tempo.  Perciò occorre sviluppare due attitudini: gestire le emozioni e l’ascolto attivo e empatico.

 

1)    Gestire le emozioni

     È fondamentale in situazioni di stress, di ansia o di conflitto, comunicare efficacemente e saper gestire le emozioni, infatti l’equilibrio emotivo è essenziale per porre attenzione all’uso consapevole e strategico del linguaggio, scegliendo le parole efficaci e creare connessioni positive con l’altro.

    Ciò permetterebbe un clima di collaborazione, suscitando empatia e fiducia. Inoltre “la comunicazione non si limita all’aspetto verbale, ma include anche il linguaggio non verbale, che spesso comunica più delle parole come la postura, le espressioni facciali, il contatto visivo e il tono di voce, e imparare a riconoscerli negli altri” è fondamentale.

     Avere la capacità di saper “leggere” il linguaggio del corpo degli altri è importante per capire anche i non detti.

 

2)     Come ascoltare in modo empatico e attivo

     “Vi è mai capitato, in alcune occasioni di aver ascoltato qualcuno e dopo che lui o lei ha finito di parlare vi siete resi conto di non aver la minima idea di quanto è stato detto? In questa situazione possiamo dire piuttosto di aver udito ma non ascoltato”.

     Ci sono alcune condizioni per un ascolto efficace e sono:

  • Focalizzare l’attenzione su chi parla
  • Cercare di prevenire le interruzioni esterne
  • Lasciare agli altri tempi adeguati per esprimersi, prima di fare commenti e porre domande
  • Se necessario chiedere di ripetere
  • Non lasciarsi influenzare da elementi formali, come ad esempio: età, sesso, aspetto, carattere di chi parla.

 

3)    Pratica dell’ascolto

  • guardare negli occhi la persona che parla
  • mostrate di essere profondamente interessato a ciò che essa dice
  • sporgetevi in direzione della persona che parla
  • fate domande di approfondimento
  • riassumete e parafrasate
  • non interrompete
  • utilizzate le parole dell’interlocutore per rispondergli e per fargli conoscere il vostro punto di vista.

 

IV- Alcune barriere della comunicazione

  1.  Comandare e esigere.
  2. Avvertire e minacciare.
  3. Rimproverare, dire cosa si deve o non si deve fare.
  4. Consigliare, offrire soluzioni o suggerimenti.
  5. Fare argomentazioni logiche.
  6. Giudicare, criticare, disapprovare, biasimare.
  7. Eludere, distrarre, fare del sarcasmo, fare dello spirito, cambiare argomento.

 

V- Modalità per distruggere le barriere della comunicazione

  1. Apprezzare, concordare, dare valutazioni positive.
  2. Definire, Ordinare, sottolineare i dettagli, ricalcare
  3. Interpretare, analizzare, diagnosticare.
  4. Rassicurare, mostrare comprensione, consolare
  5. Fare domande indagatorie, mettere in dubbio per esplicitare.

 

CONCLUSIONE

Un consigliere deve essere capace di mantenere canali comunicativi puliti: sapere sviluppare l’assertività e il feedback che permettono di esprimere le proprie opinioni in modo rispettoso e fornire un feedback costruttivo per migliorare la comprensione e rafforzare la relazione. Il feedback nella comunicazione è essenziale per confermare la comprensione del messaggio e correggere eventuali imprecisioni. È una reazione ad un messaggio. È un processo bidirezionale che permette di migliorare le prestazioni, rafforzare i comportamenti positivi e identificare le aree di miglioramento, creando un ciclo di crescita e sviluppo continuo sia a livello individuale che del gruppo dei consiglieri stessi.

Un altro canale comunicativo che favorisce particolarmente lo stile sinodale appreso in questo ultimi anni, soprattutto con la conversazione nello Spirito, è l’autenticità. Essere sé stessi e trasparenti permette di creare una buona fiducia e una connessione emotiva. Così facendo i vari componenti di un organo come il Consiglio Parrocchiale riescono a mantenere il focus sul risultato desiderato della comunicazione nella prosecuzione delle attività pastorali.

Infine il rispetto è un canale comunicativo maestro perché in esso si riesce e si impara a trattare gli altri con gentilezza e amorevolezza per le loro idee e opinioni, anche in caso di disaccordo. Anche perché la natura consultiva dei due Consigli nelle parrocchie fa di loro una vera palestra delle buone relazioni fraterne. Tale che si possa riprendere per ogni Consigli ciò che diceva il fondatore dei Saveriani: Amatevi con fratelli e rispettatevi come dei principi. Infatti, il rispetto, se viene messo a fondamento della comunicazione sortisce alcuni effetti come il miglioramento delle relazioni cioè a creazione di legami più forti e armoniosi sia a livello personale che del gruppo; non solo! Aumenta l’efficienza ossia evita incomprensioni e riduce i conflitti nel gruppo e poi nella vita quotidiana. Infine facilita la comprensione ovvero assicura che il messaggio venga compreso correttamente al primo ascolto.

Bibliografia di riferimento

Thomas Gordon, Relazioni efficaci. Come costruirle. Come non pregiudicarle, Edizioni La Meridiana, Molfeta 2014.

  1. Watzlawick – J.H Beavin – D.D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interativi, delle patologie e dei paradossi, Edizioni Astrolabio Ubaldini, Roma 1978.

 

Dott.ssa Giuseppina D’Ambrosio

Psicologa biointegrata e Master Teacher in Mindfulness