Azione Cattolica Diocesana, Chiusura anno associativo 2022-2023
Ritornare alla Comunità Figlia di Sion, è un po’ come ritornare a casa dopo un lungo viaggio; è un po’ come tornare a coricarsi nel proprio letto dopo aver dormito durante una lunga peregrinazione in tanti letti di fortuna; lì ci si sente immediatamente a proprio agio, è lì che le membra stanche possono essere confortate dal giusto riposo.
Ritornare alla Comunità è un po’ come perdersi nell’abbraccio di una mamma; certamente, perché la Comunità è madre: ti accoglie, ti nutre, ti conforta, gioca con te, canta con te.
Già dalle ultime curve, già da quando inizia in lontananza ad intravedersi quel tetto spiovente, così caratteristico di quella chiesa di montagna, immediatamente un senso di pace ci assale; come un invito ad abbandonare questa frenesia del vivere contemporaneo per entrare in un nuovo ritmo di vita, nel respiro del Signore, che è vero Amore. Perché quelle immagini a forma di cuore disegnate sulla facciata della chiesa e sul tappeto d’erba all’ingresso sono un invito ad abbracciare l’infinito amore di Dio.
Pertanto questi nostri polmoni, che di solito fanno il loro dovere vitale in modo autonomo, quasi scontato, ecco questi nostri polmoni li sentiamo più vivi del solito, iniziano a dilatarsi ed a pulsare più velocemente tanto buona è quest’ aria di casa che respiriamo!
Anche quando i nostri occhi si aprono alla bellezza della Verità, non vorrebbero più distogliere lo sguardo da essa. E cosa c’è di più bello di questi nostri fratelli sempre chinati su altri fratelli, chinati su questi fiori del Signore che il mondo calpesta, imbratta; fiori che essi non si stancano di raccogliere, ripulire, curarne le radici, innaffiare, riportare alla vita, infine salvare dalla perdizione: chi salva una sola anima, salva il mondo intero, recita un adagio. Fratelli talmente abituati a chinarsi verso il prossimo, che si sono fatti curvi; ma quanta bellezza poi nel rialzarsi insieme, perché il cielo non si guarda da soli, si guarda insieme al prossimo dopo averlo avvicinato, fasciato, curato, sfamato. Fratelli che ben lavorano sulla strada indicata da Papa Francesco, quando pone dinanzi alle nostre scelte: “l’opzione di fondo che abbiamo bisogno di compiere per ricostruire questo mondo che ci dà pena. Davanti a tanto dolore, a tante ferite, l’unica via di uscita è essere come il Buon Samaritano” (FT 67).
Non poteva essere scelta migliore di concludere questo anno associativo che quella nella Comunità Figlia di Sion; qui ciascuno di noi associati ha potuto vivere una giornata di rinascita spirituale e ripercorrere intimamente quanto fatto nel passato e, soprattutto, ritrovare quella Santa Voce che è necessaria ascoltare per affrontare i mesi che verranno.
Qui è stato possibile, in qualche modo, sovrapporre il nostro personale percorso associativo a quello dei giovani ospiti della Comunità; giovani che hanno imboccato strade sbagliate e che rischiano di diventare alberi che non danno frutto; anche noi, allo stesso modo, rischiamo queste strade come quella di perdere la nostra capacità generativa allorquando perdiamo il senso di essere comunità, quando nel nostro vivere l’associazione facciamo prevalere il nostro individualismo, il nostro protagonismo; in una parola quando facciamo prevalere il demone dell’egoismo ed ascoltiamo tutte le voci possibili tranne quelle davvero essenziali dell’ Angelo Custode e dello Spirito Santo.
Per fortuna, come ricordato dal ns Vescovo Michele, che ci ha accompagnati in questa giornata con i nostri assistenti diocesani don Daniele e don Giacomo, abbiamo questi angeli terreni che chiedono per noi al Signore “un altro anno di tempo perché io possa ancora sarchiarlo e concimarlo, con una cura più attenta e delicata. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire”; questi angeli ci ricordano ciò che davvero ha valore: in primo luogo la bellezza del donare, del portare il proprio aiuto e contributo; la bellezza del lodare insieme il Signore, del canto gioioso; la bellezza dello stare insieme a tavola, pensate eravamo oltre 60 persone eppure questi fratelli non ci hanno fatto mancare niente; la bellezza dell’ ascoltare insieme la Parola del Signore, del vivere la Santa Eucarestia; la bellezza della preghiera comunitaria, ogni volta che in quella piccola chiesa recitiamo la Coroncina della Divina Misericordia ci sentiamo davvero in comunione l’uno con l’altro e con il Padre.
Davvero benedetti siano questi angeli terreni che con la loro vita danno senso alla nostra; benedetta sia la Serva di Dio Santina Campana, la cui casa, amorevolmente gestita dagli stessi fratelli della Comunità abbiamo visitato nel pomeriggio. Soffermarsi nelle stanze dove è nata e dove ha trascorso la sua infanzia, toccare i suoi oggetti quotidiani, posare la testa sul cuscino dove sono state poste le sue spoglie ci ha fatto in qualche modo sentire lo Spirito che l’ha animata nel dedicare la sua vita al Signore. Ascoltare la sua storia di sofferenza nella tragedia della guerra e della malattia ci ha fatto comprendere quanto grande è l’orizzonte d’amore che ci attende se solo lasciassimo indietro i nostri personalismi ed imparassimo a leggere il volto di Cristo nel volto dei nostri fratelli.
Ecco non possiamo che ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questa esperienza che serberemo a lungo nei nostri cuori: Sua Eccellenza, il nostro Vescovo Michele che ha fatto sentire quanto la Diocesi tutta abbia a cuore la missione della nostra associazione; l’indispensabile sostegno di don Daniele e don Giacomo; la presidenza diocesana nella persona di Franca che nel saluto ai soci , agli amici dell’associazione ha evidenziato l’importanza di chiudere l’anno associativo proprio presso la Comunità figlia di Sion perché l’azione che ha guidato l’anno è stata “sperare” e la speranza, virtù cristiana che non delude mai, è una carezza che ci aiuta a recuperare la fiducia, a vedere la luce nei momenti difficili della vita. La stessa luce di speranza che brilla negli occhi delle persone della Comunità che ci insegnano che gli ostacoli possono essere superati solo se ci impegniamo invocando la forza che viene dalla fede e dalla preghiera.
Fabrizio De Berardinis – A.C. Pratola Peligna