Accompagnare le vite adulte nella prospettiva della fede
È il tema dell’incontro di formazione che si è svolto sabato 18 maggio, presso il C.P.D. con i responsabili per il settore adulti dell’A.C. regionale: don Gianfranco Mastroberardino, assistente e Graziella Giardino incaricata e vice segretaria nazionale del Movimento Lavoratori di A.C. Facendo riferimento al testo per la formazione degli animatori del gruppo Adulti “Compagni di strada”, i relatori hanno fornito le indicazioni necessarie per alimentare e rilanciare la vitalità dei gruppi adulti della nostra associazione.
Per sostenere gli adulti nel cammino di fede, come recita l’E.G.” la nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo di ciascuno”, Papa Francesco raccomanda ai laici una proposta formativa che dia maggiore consapevolezza di essere discepoli missionari nella Chiesa e nella comunità per rendere più qualificate le persone nella testimonianza e nell’annuncio. Per questo Don Gianfranco ha messo in evidenza che la fede dell’adulto si qualifica per la maturità con cui vive il Vangelo e lo rende fonte di ispirazione per le sue azioni quotidiane; per la convinzione con cui riesce a comunicare agli altri il messaggio cristiano; per l’impegno a dare ad esso sempre maggiore profondità in un cammino di spiritualità laicale. In un mondo caratterizzato da un forte individualismo, da una spietata indifferenza, emerge la necessità di farsi compagni di strada delle persone attraverso il dialogo, l’ascolto, autentiche relazioni. Essere e vivere in comunione è un’esigenza della nostra fede che aiuta le persone a divenire consapevoli del dono del Signore per ognuno di noi.
Graziella ha puntualizzato che accompagnare gli uomini e le donne del nostro tempo vuol dire mettersi accanto a loro, ascoltarli e lasciarsi interpellare dai loro dubbi, dalle loro paure, lasciarsi coinvolgere dalle loro gioie e dalle loro attese. Significa rileggere insieme le loro storie, come luoghi in cui opera incessantemente l’azione di Dio e scoprire ogni volta che la fede non è estranea a nessun avvenimento della nostra vita. Non è formare una persona retta, ma una persona credente, capace di rispondere all’annuncio evangelico e di intraprendere la strada della sequela. Vivere l’età adulta è certamente oggi molto impegnativo in quanto vi è una maggiore presa di coscienza di come la vita sia caratterizzata da un cambiamento costante. Dunque, l’età adulta, più che uno stato, è un processo, e questo processo è proprio il compito e la sfida che ogni persona è chiamata a sostenere. Ciò che occorre è che l’annuncio del Vangelo sia capace di raggiungere il cuore delle persone, in un contesto profondamente mutato di comportamenti e abitudini. Per tale ragione è importante conoscere le dinamiche dei gruppi e la loro struttura che sono certamente diverse tra di loro a seconda del territorio, del tessuto sociale e culturale, delle condizioni di vita che conducono le persone.
Non ci si può dimenticare che l’adulto ha già una ricca esperienza di vita, che non può essere ignorata quando lo si incontra. Il suo vissuto e la sua storia vanno piuttosto valorizzati, perché anche quando non fanno riferimento in modo esplicito alla dimensione della fede, in ogni vicenda umana è già presente in modo misterioso Cristo e ogni percorso umano trova la sua pienezza nell’incontro vivo con Lui. Le esperienze formative in AC, infatti, tendono a promuovere una persona in grado di coniugare ascolto e dialogo in modo tale che possa costruire trame di relazioni fraterne e solidali nella Chiesa e nella società.
Capita che le persone, in un primo momento, aderiscano alle proposte formative con grande entusiasmo, ma poi l’interesse diminuisce perché l’adulto ha bisogno di percepire l’utilità di quello che sta facendo. Allora sarà più redditizio proporre un cammino di formazione che serva ad aiutare l’individuo a fare progressi significativi nella fede ottimizzando i suoi tempi. L’esperienza del far memoria, per esempio, è una dimensione preziosa perché l’adulto ripercorre la propria storia personale, familiare, associativa che diviene annuncio di Cristo perché la relazione con Dio viene vissuta con più intensità nei passaggi critici della vita o negli avvenimenti storici importanti. Proprio come hanno ricordato i partecipanti all’incontro nel momento dell’animazione: far parte della famiglia di A.C. vuol dire far parte di una storia bella e importante, per la quale avere tante ragioni di essere grati al Signore.
L’esperienza formativa deve mirare a far maturare una fede che è tutt’uno con la vita, una fede di cui gustare la bellezza dentro e attraverso l’esistenza umana, in tutte le sue pieghe. (Progetto Formativo).
Franca Giancola