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Sulmona e Anversa degli Abruzzi: ricordato Giovanni Palatucci esempio eroico di cristianità

Negli appuntamenti di commemorazione anche il ricordo e le parole del Vescovo.
 
Si sono svolti questa mattina, con un doppio appuntamento nella Questura di Sulmona e nel comune di Anversa degli Abruzzi la commemorazione all’ultimo questore della città di Fiume: Giovanni Palatucci. Tale evento promosso dal Questore della provincia di L’Aquila, dott. Gennaro Capoluogo, si collega alle varie celebrazioni che, in tutto il nostro Paese, si stanno svolgendo in occasione dell’anniversario della morte del militare irpino avvenuta nel campo di concentramento di Dachau, appunto, il 10 febbraio 1945; al momento celebrativo nostrano ha visto la partecipazione, tra le autorità civile e militari, del nostro Vescovo Michele.
Nelle prime ore della mattina, nei giardini situati di fronte la Questura di Sulmona, si è ricordato il Palatucci, e con lui tutti i martiri delle foibe, attraverso la piantumazione di un acero rosso, simbolo del sangue innocente versato per la libertà e la pace.
Nella cornice anversana, invece, con una cerimonia semplice ma allo stesso tempo solenne e toccante si è posta una pietra d’inciampo, nella scalinata che collega la piazza Belprato con la residenza municipale, quale segno di perenne memoria del martirio dei tanti nostri connazionali che in nome della libertà e della fratellanza universale hanno donato la propria vita. 
Giovanni Palatucci nasce il 31 maggio 1909 a Montella (AV), nell’aderire alla Repubblica Sociale Italiana conosce gli errori delle leggi razziali e perciò decide, grazie alla sua posizione politica, di aiutare numerosi ebrei a fuggire soprattutto verso la neutrale Svizzera o in Italia. Tale prodigamento, per cui gli si attribuì il soprannome di «Schindler italiano», lo portò a essere accusato di tradimento e perciò arrestato a Trieste, il 13 settembre 1944, e quindi internato nel campo di concentramento di Dachau dove trovò la morte, due mesi prima della liberazione, a soli 36 anni.
L’esperienza di eroicità del nostro ha portato a diversi riconoscimenti da parte dello stato italiano, di quello di Israele, quale Giusto tra le Nazioni, ma anche da parte della stessa Chiesa Cattolica che l’ha proclamato Servo di Dio e martire nel 2004.
Certamente la vita del nostro s’intreccia in maniera particolareggiata con l’esperienza ecclesiale della nostra diocesi di Sulmona. Infatti, mons. Ferdinando Palatucci, nipote dell’eroe vescovo di Amalfi e Cava de Tirreni, dal 30 gennaio 1982 al 28 luglio 1990, ordinò presbietro il nostro vescovo Michele. 
Proprio il Pastore sulmonese nella celebrazione mattutina è intervenuto con la lettura della preghiera rivolta verso i martiri delle foibe, che di seguito riportiamo:
 
O Dio, Signore della vita e della luce
dalla profondità di questa terra e di questo dolore
noi gridiamo a Te:
Ascolta, o Signore, la nostra voce.
Noi siamo venuti qui per innalzare
la nostra preghiera e deporre la pietra d’inciampo,
ma anche apprendere l’insegnamento
che sale dal sacrificio dei morti delle foibe.
E ci rivolgiamo a Te,
perché Tu hai raccolto l’ultimo loro grido,l’ultimo loro respiro.
Questo calvario,
col vertice sprofondato nelle viscere della terra,
costituisce una grande cattedra,
che indica nella giustizia e nell’amore,
le vie della pace.
Ebbene, Signore, Principe della Pace,
concedi a noi la Tua pace.
Dona conforto a tutti coloro
che sentono pesare ogni giorno sul cuore
la pena per questi morti,
la pena profonda come le voragini che li accolgono.