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Sinodo: Assemblea europea – considerazioni conclusive

I giorni dell’Assemblea continentale europea del Sinodo, tenutasi a Praga dal 5 al 12 febbraio, sono stati giorni di preghiera e di intenso lavoro. Nella santa Messa quotidiana e nei momenti di preghiera in comune, i partecipanti hanno pregato per la pace in Ucraina, per le vittime del terremoto in Turchia e Siria, per l’unità dei cristiani. Sono stati accompagnati, inoltre, dalla preghiera silenziosa e continua di tanti fratelli e sorelle di vita contemplativa in 180 monasteri sparsi in Europa.

Presenti come delegati per l’Italia monsignor Antonio Mura, vescovo di Nuoro e Lanusei, monsignor Valentino Bulgarelli, suor Nicla Spezzati e Giuseppina De Simone. Si sono uniti ai lavori, in streaming, anche altri dieci delegati: Paolo Verderame, Lucia Capuzzi, Gioele Anni, Chiara Griffini, Pierpaolo Triani, membri del Comitato nazionale del Cammino sinodale, e i teologi don Vito Mignozzi, don Francesco Zaccaria, Stefano Tarocchi, Livio Tonello, Fausto Arici.

Diversi i temi discussi: dalla partecipazione delle donne alla vita della Chiesa, alla cooperazione del laicato, l’esercizio della autorità, l’unità nella diversità, le piaghe degli abusi ed una maggiore inclusività nella Chiesa. Tanti gli interventi liberi e degli ospiti presenti: una vera e propria esperienza sinodale.

Una delle proposte forti dell’assemblea è che un incontro di questo genere, che ha riunito vescovi e laici, si tenga a cadenze regolari, almeno ogni dieci anni.

Il Comitato Redazionale ha presentato all’Assemblea una bozza di documento finale, che viene riportato integralmente:

Assemblea continentale europea: raccomandazioni conclusive

Al termine di quattro giorni di ascolto e di dialogo a partire dalle risonanze suscitate dal Documento di lavoro per la Tappa Continentale in seno alle Chiese da cui proveniamo, come Assemblea Continentale europea ci rendiamo conto di aver vissuto una esperienza profondamente spirituale attraverso il metodo sinodale.

È questo il frutto per cui rendiamo grazie allo Spirito che ci ha guidati e che vogliamo qui condividere. Abbiamo approfondito le intuizioni che le comunità ecclesiali del nostro continente hanno maturato grazie al processo sinodale, così come le tensioni e gli interrogativi che le Chiese europee si trovano di fronte1.

Soprattutto ancora una volta abbiamo sentito il dolore delle ferite che segnano la nostra storia recente, a partire da quelle che la Chiesa ha inflitto attraverso gli abusi perpetrati da alcune persone nello svolgimento del loro ministero o incarico ecclesiale, per finire con quelle provocate dalla violenza mostruosa della guerra d’aggressione che insanguina l’Ucraina e dal terremoto che ha devastato Turchia e Siria.

Questo lavoro, che è stato ricco e appassionante, anche se non privo di problemi e difficoltà, ci ha permesso di guardare negli occhi la Chiesa che è in Europa, con tutti i tesori delle due grandi tradizioni latina e orientale che la compongono. Con una consapevolezza accresciutasi durante lo svolgimento dell’Assemblea, sentiamo oggi di poter affermare che la nostra Chiesa è bella, portatrice di una varietà che è anche la nostra ricchezza. Sentiamo di amarla ancora più profondamente, nonostante le ferite che ha inferto, per le quali ha bisogno di chiedere perdono per poter passare davvero alla riconciliazione, alla guarigione della memoria e all’accoglienza delle persone ferite. Siamo convinti che questi sentimenti riempiano il cuore anche di tutte le persone che a partire dal settembre 2021 si sono lasciate coinvolgere dal cammino del Sinodo 2021-2024.

Lungo i giorni di svolgimento dell’Assemblea abbiamo vissuto un’esperienza spirituale che ci ha condotto a sperimentare, per la prima volta, che è possibile incontrarci, ascoltarci e dialogare a partire dalle nostre differenze e al di là dei tanti ostacoli, muri e barriere che la nostra storia ci mette sul cammino. Abbiamo bisogno di amare la varietà all’interno della nostra Chiesa e sostenerci nella stima reciproca, forti della fede nel Signore e della potenza del suo Spirito.

Per questo desideriamo continuare a camminare in uno stile sinodale: più che una metodologia, lo consideriamo uno stile di vita della nostra Chiesa, di discernimento comunitario e di discernimento dei segni dei tempi. Concretamente desideriamo che questa Assemblea Continentale non resti una esperienza isolata, ma diventi un appuntamento periodico, fondato sull’adozione generalizzata del metodo sinodale che permei tutte le nostre strutture e procedure a tutti i livelli. In questo stile sarà possibile affrontare i temi su cui i nostri sforzi hanno bisogno di maturare e intensificarsi: l’accompagnamento delle persone ferite, il protagonismo dei giovani e delle donne, l’apertura ad apprendere dalle persone emarginate…

Lo stile sinodale consente anche di affrontare le tensioni in una prospettiva missionaria, senza rimanere paralizzati dalla paura, ma traendone l’energia per proseguire lungo il cammino. Due in particolare sono emerse nei nostri lavori. La prima spinge a fare unità nella diversità, sfuggendo alla tentazione dell’uniformità. La seconda lega la disponibilità all’accoglienza come testimonianza dell’amore incondizionato del Padre per i suoi figli con il coraggio di annunciare la verità del Vangelo nella sua integralità: è Dio a promettere “Amore e verità s’incontreranno” (Sal 85,11).

Sappiamo che tutto questo è possibile perché lo abbiamo sperimentato durante questa Assemblea, ma ancor di più perché lo testimonia la vita delle Chiese da cui proveniamo. Pensiamo qui in particolare al dialogo ecumenico e interreligioso, la cui eco è risuonata con forza nei nostri lavori. Ma soprattutto crediamo che è possibile perché c’è di mezzo la grazia: costruire una Chiesa sempre più sinodale, infatti, è un modo per dare concretezza all’uguaglianza in dignità di tutti i membri della Chiesa, fondata nel battesimo che ci configura come figli di Dio e membri del corpo di Cristo, corresponsabili dell’unica missione di evangelizzazione affidata dal Signore alla sua Chiesa.

Siamo fiduciosi che il prosieguo del Sinodo 2021-2024 ci possa sostenere e accompagnare, in particolare affrontando a livello di Assemblea sinodale alcune priorità:

 

  • approfondire la pratica, teologia ed ermeneutica della sinodalità. Abbiamo da riscoprire qualcosa che è antico e appartiene alla natura della Chiesa, ed è sempre nuovo. Questo è un compito per noi. Stiamo facendo i primi passi di un cammino che si apre via via che lo percorriamo;
  • affrontare il significato di una Chiesa tutta ministeriale, come orizzonte in cui inserire la riflessione su carismi e ministeri (ordinati e non ordinati) e sulle relazioni tra di essi;

  • esplorare forme per un esercizio sinodale dell’autorità, ovvero del servizio di accompagnamento della comunità e di custodia dell’unità;

  • chiarire i criteri di discernimento per il processo sinodale e a che livello, da quello locale a quello universale, vanno prese le decisioni.

  • prendere concrete e coraggiose decisioni sul ruolo delle donne all’interno della Chiesa e su un loro maggiore coinvolgimento a tutti i livelli, anche nei processi decisionali (decision making and taking);

  • considerare le tensioni intorno alla liturgia, in modo da ricomprendere sinodalmente l’eucaristia come fonte della comunione;

  • curare la formazione alla sinodalità di tutto il Popolo di Dio, con particolare riguardo al discernimento dei segni dei tempi in vista dello svolgimento della comune missione;

  • rinnovare il senso vivo della missione, superando la frattura tra fede e cultura per tornare a portare il vangelo nel sentire del popolo, trovando un linguaggio capace di articolare tradizione e aggiornamento, ma soprattutto camminando insieme alle persone invece di parlare di loro o a loro. Lo Spirito ci chiede di ascoltare il grido dei poveri e della terra nella nostra Europa, e in particolare il grido disperato delle vittime della guerra che chiedono una pace giusta.

Amare la Chiesa, la ricchezza della sua diversità, non è una forma di sentimentalismo fine a se stesso. La Chiesa è bella perché così la vuole il Signore, in vista del compito che le ha affidato: annunciare il Vangelo e invitare tutte le donne e tutti gli uomini a entrare nella dinamica di comunione, partecipazione e missione che costituisce la sua ragion d’essere, animata dalla perenne vitalità dello Spirito. Amare la nostra Chiesa europea significa allora rinnovare il nostro impegno per portare avanti questa missione, anche nel nostro continente, in una cultura segnata dalle tante differenze che conosciamo.

Affidiamo la continuazione della nostra assemblea sinodale ai Santi Patroni e Martiri d’Europa!

Adsumus Sancte Spiritus!


1 Di questo lavoro darà testimonianza un documento più articolato, che verrà inviato alla Segreteria generale del Sinodo come contributo per i prossimi passi del processo sinodale, a partire dalla redazione dell’Instrumentum laboris dell’Assemblea sinodale del prossimo ottobre. Insieme a molte informazioni sui nostri lavori e alle registrazioni di tutte le sessioni in plenaria, questo documento sarà disponibile sul sito dell’Assemblea Continentale di Praga, https://prague.synod2023.org, e nei siti delle Conferenze episcopali che vorranno renderlo pubblico nelle diverse lingue nazionali.

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