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“Sguardi che rileggono” Incontro di Formazione dei responsabili e degli animatori del settore adulti di AC

Ogni persona è preziosa agli occhi di Dio! Gesù ce lo insegna con la sua vita, i suoi gesti, la sua Parola e il Suo sguardo con i sentimenti di amore, di tenerezza che ci trasmette.

È proprio “questione di sguardi”, come ci suggerisce il testo del cammino formativo degli adulti di AC con 4 tappe: sguardi che rileggono, che gioiscono, che danno dignità, che contemplano.

Il primo incontro “sguardi che rileggono”, svolto il 1° dicembre in modalità online, ha dato spunti di riflessione sul brano del Vangelo di Luca (24, 13-35) meditato dall’assistente unitario don Daniele Formisani. Il racconto dei discepoli di Emmaus è uno dei racconti più famosi delle apparizioni del Risorto. E forse lo è per un duplice motivo. Tutti noi ci sentiamo come i due discepoli, confusi e molto spesso delusi nelle nostre aspettative. Allo stesso tempo ciò che stiamo cercando non si trova in un luogo ma lì dove siamo, dove stiamo camminando impediti dalle nostre stesse convinzioni, dai pregiudizi e soprattutto dalla nostra incapacità di amare veramente. Infatti è solo nello spezzare il pane, cioè al momento dell’Eucarestia che gli occhi dei due discepoli si aprono e riconoscono Gesù. Non si tratta di rinnovare un culto ma di dare significato a quel gesto: Gesù mostra ai discepoli quale è l’unica via che li può mantenere uniti a Lui e tra di loro: la comunione, la via dell’amore che diventa donazione di sé, fino al costo della vita.

Dalla riflessione sono emersi tre aspetti: la sinodalità, sentimento d’amore che unisce le persone proprio perché il cristiano vive in comunione con l’altro; la preghiera, rapporto quotidiano con Dio, relazione feconda quando preghiamo per le necessità degli altri; la missione, testimonianza dei battezzati nel condividere la bellezza di Dio con l’umanità.   

Facendo riferimento al brano del Vangelo, la vice presidente del settore adulti, Catherine Hlywka, si è soffermata su due verbi “rileggere” e “riconoscere” proiettando immagini di sguardi che esprimono emozioni diverse in contesti quotidiani. Rileggere e rivedere sono due azioni che invitano ad analizzare le situazioni da punti di vista diversi rispetto alla prima impressione. I giudizi spesso nascono da valutazioni affrettate e superficiali, e tendono ad essere viziati dal pregiudizio e da errori di interpretazione. Bisogna osservare con occhi diversi, con lo sguardo dell’amore.

È seguita poi la riflessione della presidente diocesana, Franca Giancola, sulla figura dell’adulto di AC. Franca ha evidenziato che l’identità dell’adulto di AC non è una condizione necessaria acquisita con l’età ma è il raggiungimento di una più solida consapevolezza del sé, la capacità di operare scelte responsabili, attraverso un percorso dinamico di formazione frutto di una sintesi creativa di saperi ed esperienze. La formazione non ha un tempo e uno spazio limitato, ma è un continuo aggiornamento incentrato sull’ ascolto della Parola, meditata e testimoniata.

Adalgisa Cocco, vice presidente per il settore adulti, ha illustrato le figure dei responsabili e degli animatori di AC.  Il responsabile è colui che si prende cura di tutta la vita associativa, dei cammini formativi, della missione dell’AC a servizio della Chiesa e della comunità. L’animatore invece è colui che anima la formazione di un gruppo favorendo le relazioni e individuando la partecipazione agli incontri dove il luogo di lavoro dovrebbe essere un “laboratorio di futuro” dove si organizza la speranza… tutti gli adulti sono chiamati ad essere buoni giardinieri nel vivaio della speranza.

La condivisione, l’ascolto del canto” alzo gli occhi al cielo”, la preghiera finale di affidamento a Maria hanno concluso l’incontro con il messaggio che solo nella misura in cui riusciamo a donare amore gli uni gli altri potremo riconoscere che Gesù ci è compagno di cammino nella vita.

La presidenza diocesana di AC