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Profezia, Creatività, Corresponsabilità

Un tempo di grazia quello vissuto il 5 ed il 6 novembre a Vasto, nella Parrocchia di Santa Maria del Sabato Santo, in occasione dell’incontro della delegazione regionale dell’Abruzzo e Molise, delle presidenze diocesane, dei presidenti parrocchiali con la presidenza nazionale di A.C. Incontro che ci ha permesso di confrontarci con i responsabili nazionali, di conoscere le esperienze di altre diocesi e, allo stesso tempo, di condividere le nostre, belle anche se problematiche. Due giorni di ascolto e proposte, di festa e convivialità ma soprattutto fecondi per riflettere su come prenderci cura dell’altro per essere Chiesa di fraternità nei luoghi in cui viviamo.

“Tra Profezia e Creatività. Il ruolo della Presidenza Diocesana in un’era di cambiamento”.

È quello di riflettere, di confrontarsi sui contenuti, sui metodi da adottare per raggiungere gli obiettivi che la presidenza diocesana programma in comunione con il consiglio diocesano. Un attento esame delle finalità dei nostri programmi e una scrupolosa valutazione dei bisogni della comunità rappresentano il primo indispensabile passo per avviare un progetto di aggregazione e di reale soccorso alle tante situazioni di disagio e difficoltà che quotidianamente si offrono ai nostri occhi. Non è necessario guardare troppo lontano: solitudine, povertà, smarrimento, indifferenza sono le piaghe di questo nostro tempo che forse scorre troppo veloce e non concede pause per fermarsi a contemplare vite che si trascinano nella sofferenza, nell’assenza del calore umano. Basta guardarsi intorno, prendersi del tempo, mettere da parte le consuete egoistiche priorità della vita e fare spazio all’altro, ascoltare, comprendere, porgere aiuto nei modi che ciascuno di noi impara sull’esempio di Gesù, maestro di carità e di amore. Ciò che ci rende missionari e portatori di luce è l’attenzione, l’apertura completa al mondo, senza paura né esitazioni.  C’è bisogno di costruire relazioni dischiuse al dialogo in un momento storico di grande cambiamento. Infatti coltivare relazioni è fondamentale per offrire spazi intesi come occasione preziosa per stare insieme e conoscersi meglio, sollecitare solidarietà e cooperazione.

Non quindi un’associazione passiva, comoda sul “si è fatto sempre così “ma più aperta, rinnovata per essere luogo di inclusione, di benessere per tutti. Tra gli obiettivi dell’immediato futuro dovremo porre un’accurata revisione all’impostazione organizzativa dell’associazione. I cambiamenti socio-culturali che interessano il contesto in cui viviamo richiedono un’organizzazione più leggera, essenziale, più flessibile per consentire a ciascun membro di gestire tempi e risorse personali in modo agile ed efficace. Bisogna puntare ad una utile distribuzione dei compiti che tenga conto delle competenze e delle disponibilità degli aderenti per ottenere la massima operatività di un’associazione che purtroppo soffre per la carenza di adesioni.

Valutando i cambiamenti d’epoca, sarebbe opportuno avviare un nuovo itinerario di formazione per accompagnare le persone provenienti da strade diverse. Solo da un attento discernimento dei “segni dei tempi” e sotto la guida dei nostri Pastori, l’A.C. può rendersi protagonista dell’azione pastorale e dell’evangelizzazione. Quindi dobbiamo essere pronti a rivedere tempi e modi delle nostre attività in relazione al contesto in cui viviamo.

Certamente non mancheranno contraddizioni che comunque aiutano a crescere e portano frutto solo se ognuno di noi rimane fedele alla sua missione: il servizio.

È importante anche fare rete con le altre aggregazioni ecclesiali. Spesso accade che ognuno di noi si dedichi alla propria associazione senza cercare di raccordarla con quella degli altri. Sperimentare nuove strade e nuovi percorsi permetterà di suscitare e favorire la crescita personale, religiosa e civile fondata sul senso di appartenenza all’associazione anche in un contesto in continua trasformazione.

“La Corresponsabilità è la nostra identità. La forza della piccola comunità cristiana”.

L’ A.C. si caratterizza per la formazione di laici maturi e responsabili che fanno un cammino condividendo lo stesso percorso in piena corresponsabilità con i Pastori della Chiesa. La capacità di essere corresponsabili non si improvvisa, richiede infatti un tirocinio spirituale e culturale costante e percorsi formativi adeguati. Solo un’A.C. animata da una profonda passione ecclesiale permetterà alle persone di sperimentare la bellezza della vita cristiana. La stessa vita associativa è luogo di comunione perché l’A.C. non è l’associazione dell’”io” ma del” noi”, ce lo ricorda il Progetto Formativo…

L’A.C. in Parrocchia è una palestra di fraternità e svolge un importante ruolo per promuovere relazioni. All’interno delle comunità ci stiamo perché fa parte del nostro modo di essere associazione con lo stile che ci caratterizza: l’ascolto e il dialogo verso tutti e con tutti.

Attraverso l’ascolto, la ricerca spirituale possiamo camminare insieme e formare laici che si impegnano a tessere relazioni con gli altri senza lasciare nessuno indietro. Facciamo in modo, quindi, che le nostre associazioni parrocchiali siano luoghi di speranza capaci di abitare il tempo anche in mezzo alla burrasca. L’associazione è una vera famiglia che vive la laicità come vocazione alla realizzazione della comunione perché, come ci ha ricordato il Presidente Nazionale, Giuseppe Notarstefano “…se non c’è comunione, non c’è comunità cristiana…” (Vittorio Bachelet).

Franca Giancola