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Patto di Collaborazione tra la Diocesi e il Consorzio Terra Viva

Rispettare la terra, promuovere il lavoro, incentivare il turismo ed esaltare il bello e il buono della nostra terra: queste le finalità del Patto di Collaborazione stipulato sabato 10 maggio tra la Diocesi di Sulmona-Valva e il Consorzio Terra Viva.

La collaborazione si innesta nell’ottica della creazione di azioni di accompagnamento dei giovani che vogliono investire i propri talenti nel territorio peligno ed è stata fortemente sostenuta dal Progetto Policoro che, presente da più di 10 anni sul territorio diocesano, lavora sulla necessità di fare rete e di sostenere un’economia di comunione in territori piagati da una scarsa educazione all’imprenditoria e dalla disoccupazione giovanile.

Come sostenuto dal Vescovo della Diocesi, Mons. Michele Fusco, il mondo ha bisogno di una nuova economia che rinneghi il mero profitto per diventare inclusiva ed umanizzante, una rivoluzione economica di cui Papa Francesco si fa primo portavoce.

Un’economia a km 0 che generi valore eliminando passaggi speculativi che creano discriminazione, come ha tenuto a precisare Nunzio Marcelli, presidente del Consorzio Terra Viva, la cui cooperativa nacque 40 anni fa proprio su territori in disuso di proprietà della parrocchia di Anversa degli Abruzzi che l’allora parroco coraggiosamente diede in gestione a un gruppo di giovani.

La Chiesa, ieri come oggi, si dimostra attenta al grido della terra e dei poveri, come ha sottolineato Francesco Di Pietro, Animatore di Comunità del Progetto Policoro diocesano, tra i fautori del Patto di Collaborazione.

Collaborazione che, secondo Nadia Parente, attiva collaboratrice del Consorzio Terra Viva, è fondamentale in territori come quello peligno per sostenere fattivamente le aziende locali: è facile dire a un giovane che è bello fare impresa ma scegliere di continuare ad acquistare i prodotti delle multinazionali del cibo significa condannare a morte l’azienda locale.

Si ha necessità di imporre una nuova modalità di acquisto e di gratificare un giovane che ha il coraggio di rischiare di tornare ai mestieri antichi del coltivare la terra e di allevare il bestiame, legati profondamente alla cultura economica del territorio peligno che hanno bisogno del riconoscimento del valore sociale ed economico che producono, una filosofia che il Consorzio Terra Viva si sforza di veicolare insieme ai suoi circa 60 soci.

Abbandonare queste tradizioni millenarie significherebbe perdere un’occasione di rinascita e di riscatto del nostro territorio.