Dalle Parrocchie 

Palena e Lourdes uniti nel segno di Maria

Dalla Grotta di Lourdes e dagli innumerevoli suoi santuari sparsi nel mondo, Ella sostenga la nostra fede e la nostra speranza, e ci aiuti a prenderci cura gli uni degli altri con amore fraterno.” Ispirata da queste parole pronunciate da Papa Francesco nel suo messaggio per la XXIX Giornata Mondiale del Malato, l’11 febbraio 2021, la Comunità Parrocchiale di Palena si è riunita fraternamente insieme al suo Vescovo per la celebrazione della festa della Beata Maria Vergine di Lourdes.

In questa occasione, dopo la Celebrazione Eucaristica, S.E. Mons. Michele Fusco ha presieduto il rito di benedizione della Grotta dedicata alla Madonna di Lourdes.

Nel corso di una sua apparizione, Maria si rivolge così a Bernadette: “Vai a dire ai sacerdoti che si venga qui in processione e che vi si costruisca una cappella”. Anche i fedeli di Palena, insieme al loro parroco Don Kanth Lakshimi, hanno coltivato il desiderio di realizzare una cappella dedicata alla Madonna di Lourdes, e nonostante un anno di difficoltà legate alla pandemia da Covid, sono riusciti nell’intento, attraverso il recupero ed il restauro di un antico immobile di proprietà della Parrocchia.

L’origine di questo luogo evoca proprio le parole di Papa Francesco che ci invita a prenderci cura dei nostri fratelli più bisognosi. Infatti, come testimoniato dalle iscrizioni poste sugli architravi delle finestre e dei balconi dell’edificio sovrastante, questo locale risalente alla fine del XVIII secolo, era parte di una costruzione destinata ad ospitare una “Casa della generosità, edificata dai cittadini benevoli per gli indigenti”. L’Abate Francesco Sacco, nel suo “Dizionario geografico-istorico-fisico del Regno di Napoli” del 1796, riferisce della presenza a Palena di un “Monte Frumentario per il sollievo d’ogni cittadino”.

I monti frumentari (detti anche granatici o di soccorso) rappresentavano un aiuto per i piccoli lavoratori della terra, i quali vi si rivolgevano nei periodi di necessità quando veniva a mancare il grano. La loro istituzione risale alla fine del Quattrocento, prevalentemente per iniziativa dei francescani, per sottrarre i bisognosi, in questo caso i contadini, al prestito usurario.

Uno dei primi monti frumentari nacque proprio nella nostra Diocesi, a Sulmona, nel 1489, diffondendosi poi rapidamente soprattutto nelle regioni centrali dello Stato Pontificio e nel Regno di Napoli, dove nel 1767 un editto rese obbligatoria la costituzione di un monte in ciascun comune.

Da oggi, questo luogo che trasuda solidarietà e fraternità antiche, sarà sede della Grotta dedicata alla Nostra Signora di Lourdes.

Nella sua omelia, Mons. Michele Fusco si è rivolto ai presenti ricordando la storia di Bernadette e delle apparizioni della Beata Vergine. Innanzitutto, ci ha ricordato il messaggio più profondo che ci lascia Lourdes ed il senso biblico delle apparizioni:

  • Nonostante la miseria, la malattia e la mancanza di cultura, Bernadette ci mostra il vero volto di Dio. La sua profonda felicità ci rivela il Regno di Dio, il mondo del vero Amore.

  • Bernadette cammina in ginocchio fino al fondo della Grotta, bacia il suolo sporco e disgustoso, mangia l’erba amara, scava il suolo e prova a bere l’acqua fangosa e si imbratta il viso col fango. Tutti credono che sia pazza. Questo tuttavia è il cuore del “Messaggio di Lourdes”.

I gesti di Bernadette esprimono l’incarnazione, la Passione e la Morte del Cristo. Camminare in ginocchio fino al fondo della Grotta è il gesto dell’incarnazione, dell’abbassamento di Dio fatto uomo. Mangiare le erbe amare ricorda la tradizione ebraica dell’Antico Testamento. Imbrattarsi il viso ci riporta al profeta Isaia, quando parla del Cristo descrivendolo con i tratti del Servitore sofferente.

  • La Vergine chiede a Bernadette di andare a scavare il suolo, dicendole: “Vai a bere e a lavarti”. Con questi gesti, ci è svelato il mistero stesso del cuore del Cristo: “Un soldato, con la sua lancia, gli trapassa il cuore e, subito, sgorgano sangue e acqua”. Il cuore dell’uomo, ferito dal peccato, è rappresentato dalle erbe e dal fango. Ma in fondo a questo cuore, c’è la vita stessa di Dio, rappresentata dalla sorgente.

  • La Vergine chiede continuamente a Bernadette: “Penitenza, penitenza, penitenza. Pregate per i peccatori”. Con la parola “penitenza”, bisogna intendere anche la parola “conversione”. Per la Chiesa, la conversione consiste, come insegnato da Cristo, nel rivolgere il proprio cuore verso Dio, verso i propri fratelli.

La Grotta non è soltanto il luogo dell’evento, un luogo geografico, è anche un luogo dove Dio ci dà un segno per svelarci il suo cuore ed il nostro cuore. È un posto dove Dio ci lascia un messaggio che non è altro che quello del Vangelo. Dio viene a dirci che ci ama, che ci ama così come siamo, con tutti i nostri successi, ma anche con tutte le nostre ferite, le nostre fragilità, i nostri limiti.

In un momento in cui la pandemia ha rivelato tutte le nostre fragilità, questo giorno di preghiera, di raccoglimento e di festa sobria ma profondamente sentita, è stato vissuto con estrema gioia e riconoscenza, manifestata dall’elevarsi del canto pieno di commozione del Salve Regina davanti la Grotta illuminata dalle fiammelle delle candele dei fedeli.

Antonio Carozza