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Omelia della celebrazione eucaristica nel V anniversario dell’ingresso del vescovo Fusco in Diocesi

Nella cornice della chiesa diocesana riunita intorno al suo pastore nella Chiesa cattedrale, madre di tutte le chiese della diocesi peligna, il vescovo Fusco ha celebrato l’eucaristia rendendo grazie dei benefici concessi e vissuti in questi cinque anni di permanenza e servizio nella nostra diocesi. Di seguito l’omelia pronunciata:

«Carissimi, rendo lode al Signore insieme con tutti voi Popolo santo di Dio della Chiesa di Sulmona-Valva, comunità dei credenti, voi che avete ricevuto la grazia del Battesimo nell’acqua e nello Spirito Santo.

Il brano del Vangelo si apre con il ritorno degli Apostoli dalla prima missione che Gesù aveva loro affidato. Li aveva inviati, a due a due, per le città e i villaggi della Galilea, portando con sé solo l’essenziale, dando loro il potere della Parola (una parola che toccava il cuore) e il potere di consolare, di liberare dai demoni, di aiutare chiunque avesse bisogno, di ungere con olio e guarire i malati.

I Dodici sono ritornati, l’evangelista Marco ci presenta Gesù che li accoglie e li ascolta ed essi che raccontano quello che avevano fatto e insegnato. Gli apostoli ritornano alla fonte, da Colui che li aveva chiamati perché stessero con Lui, che li aveva scelti per la missione, per l’annuncio del Regno, per questo si erano dispersi, ora si ritrovano tutti insieme, con loro c’è Gesù.

Il Vangelo ci dona una bellissima immagine della Chiesa riunita intorno a Gesù, una Chiesa in profonda comunione col suo Signore, dove si condivide, si ascolta, si fa esperienza di condivisione e di sinodalità (Riunirono, siun aghein, stessa radice di Sinagoga, comunità dei credenti).

Che cosa fanno intorno a Gesù? Raccontano, condividono ciò che hanno vissuto lungo la strada, nelle case, negli incontri con le persone, con gli ammalati, quello che hanno sperimentato: che il demonio si sottometteva a loro. Condividono con Gesù e tra loro le esperienze vissute per aver obbedito ad un invito ad una missione affidata loro da Gesù, sono andati come agnelli in mezzo ai lupi, gettando la rete sulla parola del Maestro, ed hanno sperimentato: gioie, paure, insuccessi, hanno visto la potenza della Parola di Dio all’opera.

Sono stanchi ma felici di condividere che ciò che hanno visto fare a Gesù lo hanno sperimentato nella loro missione.

Gesù vede la loro stanchezza e li invita ad andare con Lui in disparte e riposarsi. Adesso occorre recuperare le forze dopo la missione, è necessario stare con Gesù e riposarsi dalle fatiche. Il Vangelo dice che non avevano neppure il tempo di mangiare.

Venite in disparte”: queste parole di Gesù, vorrei rivolgerle a tutti voi fratelli riuniti in questa eucarestia.

Venite in disparte per offrire a Dio continuamente un sacrificio di lode frutto di labbra che confessano il suo nome, come ci ricorda la lettera agli Ebrei. Insieme offrire una continua lode a Dio per mezzo di Gesù.

Venite in disparte: riprendiamo con fede, dopo il periodo della pandemia, a ritrovarci nelle assemblee liturgiche, nelle celebrazioni dell’Eucarestia, nella lode al Signore durante l’adorazione eucaristica, negli incontri di catechesi. Ritroviamo tempi di profonda intimità con Gesù nella preghiera. Accogliamo questo invito di Gesù di venire, di ritrovarci, per stare con Lui, ascoltare le sue parole di consolazione e condividere con i fratelli le difficoltà e le gioie della vita. Senza dimenticare, come ci suggerisce la lettera agli Ebrei, la beneficenza e la comunione dei beni; stare con Gesù per poi aprire gli occhi e andare insieme a lenire le necessità dei fratelli.

Riscaldati dalla sua Parola, siamo chiamati a compiacere il Signore attraverso quei gesti e quelle opere che manifestano nel concreto della vita la nostra fede. Per consolare gli afflitti e per dire loro che non sono soli, ma c’è un Padre che continua ad amarli attraverso la comunità dei credenti.

Mi rivolgo in particolare ai Religiosi e alle Religiose in questa giornata a loro dedicata: Venite in disparte per rimettere al centro della vita il Vangelo di Gesù, la sua Parola. Per avere Lui, il Signore, come unico riferimento, per stare nella casa di Betania ai piedi di Gesù e scegliere come Maria la parte migliore. Perché è il vangelo che ti riempie la vita, che ti cambia la vita e dona senso alla nostra esistenza, per ritrovare quella dimensione dell’autenticità. Abbiamo bisogno di cristiani autentici e ciò è possibile solo dal Vangelo, dallo stare con Gesù. Rimettiamo al centro delle nostre scelte la Parola, in obbedienza, come ricorda la lettera agli ebrei, ai responsabili delle comunità. Lasciamoci raggiungere ogni giorno dallo sguardo di Gesù che ci parla con la sua Parola. La nostra forza non è rappresentata dalle nostre idee, dalla nostra intelligenza: la nostra forza è solo il Signore. Facciamo esperienza dell’amore di Dio nella nostra vita. Lui ci rivolge ancora parole di speranza, “mi fido di te”: Dio si fida di te e ti ha scelto per una missione.

Venite in disparte: Guardandoci intorno si nota che in giro c’è molta stanchezza, la ritrovo spesso nel volto dei sacerdoti e di tanti operatori pastorali, non è una stanchezza risultata del troppo lavoro che abbiamo fatto, ma stanchi dentro perché forse siamo delusi da situazioni ed eventi che non avevamo previsto, perché avevamo posto forse le nostre attese e speranza in qualche persona che è venuta meno, in qualche traguardo che non è arrivato.

Forse abbiamo smesso di sognare, non crediamo più nelle attese di tempi profetici, di messi abbondanti. Guardiamo all’ora, all’oggi e anche nelle difficoltà non abbiamo più il coraggio di chiedere: “Sentinella quanto resta della notte?” “Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!” (Is 21,11-12). Per superare la stanchezza, il Signore ci chiede di ritornare presso di Lui, a sognare, di incarnare quel sogno che Dio ha fatto su ciascuno di noi, quel sogno condiviso di cui forse oggi abbiamo solo un pallido ricordo. Non dobbiamo aver paura di rischiare, di sporcarci le mani, di pagare di persona, per rimanere fedeli al sogno che abbiamo intravisto quel giorno in cui lo sguardo del Signore si è posato su di noi. Quante volte abbiamo fatto del bene e poi non avendo avuto alcuna riconoscenza abbiamo avvertito una tristezza e un buio interiore, da questo poi sfiducia e delusione. Di fronte a queste situazioni non bisogna mollare ma continuare a fare del bene per portare la luce del Vangelo.

Come gli apostoli raccogliamoci intorno a Gesù insieme con i fratelli di fede e condividiamo le delusioni e le gioie perché illuminati dallo Spirito Santo, possiamo riprendere il cammino con maggiore forza in Lui. Venite, venite in disparte, per raccontare e per condividere: è questa l’esperienza che stiamo sperimentando nei cantieri sinodali, incontrarci per raccontare la propria fede, per condividere le esperienze pastorali vissute, per intravedere insieme, sotto la luce dello Spirito Santo, le scelte da compiere. Per guardare, con gli stessi occhi di compassione di Gesù, la folla che è senza Pastore, le tante persone che spesso vediamo disorientate senza un chiaro riferimento nella vita. Per camminare con i giovani e le famiglie della nostra terra, affrontando le tante nuove sfide di questo tempo e annunciando il Vangelo della consolazione.

Gesù ebbe compassione della folla perché erano come pecore senza pastore”. Auguro alla nostra Chiesa di Sulmona-Valva, a tutto il popolo di Dio e in particolare ai sacerdoti di bruciare di questa stessa passione, di non aver pace fino a quando la Parola di Gesù non trovi casa in ogni cuore e in ogni famiglia.

Concludo con le parole della lettera agli Ebrei:

Il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen”.