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L’abbondanza di un sì: il Vescovo Michele ammette agli Ordini sacri il seminarista Cristian di Sanza

Una Roccaraso in festa si è radunata in preghiera sabato 24 Luglio 2021 intorno ad uno dei suoi figli, il Seminarista Cristian di Sanza, che è stato ammesso tra i candidati agli Ordini Sacri dal Vescovo Michele. Cristian ha pronunciato il suo primo “eccomi’’ davanti a Dio ed al Suo popolo, nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, che era letteralmente gremita di fedeli oranti, speranzosi e pieni di gioia per l’importante passo compiuto. Prima di giungere al cuore della Messa, il Vescovo nell’omelia sul Vangelo del giorno della “moltiplicazione dei pani e dei pesci’’ ha sottolineato come Gesù lungo il suo cammino, lascia trapelare la sua identità, un Messia che non domina con potere opprimente, ma che si prende cura dell’uomo, delle sue creature che spesso in balia degli eventi del mondo, si ritrovano “come pecore senza pastore’’. Gesù usa una logica paradossale per risolvere la questione della folla affamata, invece i discepoli come Filippo si limitano ad una soluzione spicciola: il denaro per comprare il pane. Cristo pone davanti a loro ed a noi un nuovo modo di vedere le cose, cioè mettere il poco che si possiede a disposizione del prossimo, spendendosi per questi. Ecco un anonimo ragazzo, (che quindi può essere ciascuno di noi) portare cinque pani d’orzo e due pesci. Ancora un paradosso: l’abisso che c’è tra i cinque pani ed i cinquemila uomini affamati. Il ragazzo si fida della parola di Gesù ed ecco che il segno può essere compiuto. Il vescovo ha ricordato come il Signore ha bisogno della nostra collaborazione per renderci uomini nuovi, per far si che la vita dell’uomo cambi in meglio. Rivolgendosi a Cristian,  il vescovo ha concluso esortandolo a riporre la sua vita nelle mani di Gesù, per diventare pane che sfama, per farsi Eucaristia dal nulla, perché nulla si è senza di Lui.

 

Come ognuno di noi, Cristian ha avuto una storia ricca di momenti di gioia, ma anche trapassata da periodi di dolore: è questo il momento del passaggio all’altra riva, la riva di Cristo dove lo attende per incontrarlo e si sa che l’attraversamento di un lago, per quanto bello, vede il celarsi di insidie da evitare. Cristian nella sua vita di fede non ha cercato segni eclatanti per capire chi fosse Gesù, ma si è messo con umiltà alla sua sequela, ed ecco che gli innumerevoli segni lo hanno cercato, sorpreso e stupefatto nelle piccole cose di ogni giorno, nel suo farsi prossimo, nel condividere i suoi pochi pani, nell’investire i suoi talenti. Resta a noi l’immagine di Cristian immobile in preghiera davanti al Signore, una preghiera intensa, stilla invisibile che guizza verso il cuore umile di Dio, cuore di Padre, che fa riversare sugli uomini la sua bastevole grazia. Ancora una volta un paradosso agli occhi del mondo: un uomo che si fida dell’impossibile, quasi come San Giuseppe, ma che vede la sua vita trasformata e ricolma di benedizioni, affidata e fondata su quel Pane all’apparenza inanimato, ma che tutto muove, che tutti redime, che tutto rinnova.

Francesco Romito