Mese Missionario 

La Chiesa risponde alla chiamata della missione: «Eccomi manda me»

Il binomio che caratterizza il mese di ottobre è senz’altro la preghiera e la missione. Quasi a dire che, senza la preghiera non si può avere la missione, e vivere la missione vuol dire «offrirsi come sacrificio, santo e gradito a Dio» (Cfr. Rm 12,1).  Tale coniugamento lo vediamo riassunto nel motto biblico che accompagna questo mese missionario che oggi ci si apre davanti quasi come un ventaglio variopinto: «Eccomi manda me» (Is 6,8).

Il testo si riferisce alla vocazione del profeta Isaia il quale, in una visione estatica si vede, purificate le labbra e perciò può rispondere all’invito di Dio che dice: «Chi andrà per noi?». Come al profeta, anche a noi, il Signore, ogni giorno, ci chiede di uscire da noi stessi per vivere la nostra missione di annunciatori del Vangelo. Rispondere a questa chiamata significa corrispondere all’amore di Dio, il quale si rende presente nella Croce di Gesù. Il Papa nel messaggio per la giornata missionaria ci ricorda che tutti siamo chiamati a essere missionari; siamo interpellati ad accogliere la Parola, a custodirla nel nostro cuore e perciò a saperla poi testimoniare al mondo soprattutto attraverso la testimonianza di vita, così come fu per il profeta Isaia. Essere missionario oggi, continua il pontefice, non è assolutamente facile, la pandemia e la sofferenza ci interpellano; tuttavia siamo chiamati a essere portatori di luce, il Cristo, lì dove sembra essere più buio e dove nessuno vuole arrivare. Siamo chiamati, in altre parole, a mettere a frutto quella grazia battesimale che ci è stata data, che per questo non possiamo tenerla per noi, e ha bisogno di essere ridonata formando così un circolo virtuoso d’amore.

Tante sono le iniziative a carattere missionario proposte in questo tempo, cui tutti siamo chiamati a partecipare; numerose le testimonianze di vita e di fede da parte di missionari e comunità di missione; collette e aiuti concreti non mancheranno da parte delle nostre parrocchie e comunità religiose, tuttavia in primo luogo siamo chiamati a spendere la nostra vita per questi soprattutto mediante la preghiera.

La Vergine Maria, stella dell’evangelizzazione, i santi patroni, Santa Teresina di Lisieux e San Francesco Saverio, ci accompagnino sempre più ad essere «siamo pronti ad accogliere la presenza dello Spirito Santo nella nostra vita, ad ascoltare la chiamata alla missione, sia nella via del matrimonio, sia in quella della verginità consacrata o del sacerdozio ordinato, e comunque nella vita ordinaria di tutti i giorni».

Redazione

 

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