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La Chiesa diocesana accompagna don Antonio Lattanzio verso il Paradiso

Questa mattina nella chiesa Cattedrale di Sulmona si sono svolti i funerali di don Antonio Lattanzio, presbitero della nostra Chiesa diocesana che, oggi, lo piange e lo ricorda come un fratello, un padre e un amico.

Di seguito pubblichiamo l’omelia pronunciata dal nostro vescovo Michele che ha presieduto la celebrazione eucaristica:

Siamo stati convocati per accompagnare don Antonio verso il paradiso, sacerdote della nostra Chiesa di Sulmona–Valva e membro del nostro presbiterio diocesano, che ha dedicato la sua vita al servizio del Vangelo, a diffondere la buona notizia della misericordia di Dio per gli uomini, a donare a tanti la vita eterna.

 In questi giorni abbiamo celebrato il mistero dell’Incarnazione e siamo ancora abbagliati dalla luce intensa di questo grande avvenimento, così immenso e a volte tanto incomprensibile. Risuona ancora in noi la Parola del Vangelo dell’Epifania, della manifestazione del Signore. Don Antonio è partito proprio mentre stavamo per prepararci a vivere la festa dell’Epifania, della manifestazione del Signore.

 Il racconto dell’evangelista Matteo ci presenta l’esperienza dei magi, i quali al vedere un segno nel cielo, una stella si sono scomodati dalle loro case, occupazioni, e si sono messi in cammino, hanno lasciato la loro regione per seguire questo segno luminoso, hanno avuto la forza di lasciarsi scomodare da un mistero, che li ha coinvolti in un cammino, in un’avventura che gradualmente si è rivelata ai loro occhi. In quei giorni, come i magi, tanti avranno visto la stella ma solo i Magi si mettono in cammino, soltanto loro hanno il coraggio di intraprendere un percorso alla ricerca di qualcuno che possa dare gioia al loro cuore e alla loro vita.

 Giunti a Gerusalemme alla corte di Erode chiedono, dove è nato il re dei giudei. Portano nel cuore un desiderio di incontrare chi è nato, di adorarlo, desiderano raggiungere un obiettivo chiaro, arrivare a conoscere il nuovo re che è nato. Hanno bisogno di qualcuno che li aiuti nella loro ricerca, hanno la necessità di confrontarsi e condividere quanti hanno percepito nel vedere la stella.

Erode a questa notizia è preso dalla paura e con lui tutta Gerusalemme, ha paura di perdere un potere di non essere più re, avverte che se sorge un nuovo re può rimanere senza regno. Anche Erode si mette alla ricerca, chiede, interroga gli scribi e i sacerdoti, i quali gli danno una chiara indicazione, lo informano che Betlemme è il luogo dove dovrà nascere il Messia.

 Erode non si scomoda dalla sua reggia, non si mette in cammino, e neppure i sacerdoti e gli scribi, anche loro hanno visto il segno nel cielo, ma restano alle loro occupazioni. Hanno altro da fare, sono bloccati dai loro interessi, dalle loro occupazioni.

 I magi riprendendo il cammino rivedono la stella e trovano finalmente Gesù, lo riconoscono e lo adorarono aprendo i loro scrigni e offrendo i loro doni preziosi.  Questo racconto non è lontano dalla nostra esperienza e nemmeno da quella che ha vissuto don Antonio nel suo cammino di vita.

 

  • Don Antonio all’inizio della sua esperienza è rimasto folgorato da una luce, si è lasciato scomodare, come i Magi, da un Mistero che l’ha appassionato. Fin da ragazzo decide di entrare in seminario di seguire Gesù, una luce particolare l’ha coinvolto talmente da lasciare tutto per seguire Gesù. La sua ricerca, come quella di ciascuno di noi, ha attraversato fasi diverse, ha dovuto superare gli ostacoli, i dubbi ma don Antonio non ha mai abbandonato il desiderio di seguire il Signore.

 

  • Durante il cammino si è messo alla ricerca, ha interrogato come i Magi, le persone che lo accompagnavano si è confrontato con coloro che come lui erano alla ricerca della vera luce. Si è posto in ascolto delle persone che, il Signore, gli ha messo sul suo cammino, compagni di viaggio, fratelli più avanti nella cammino, con cui ha condiviso i suoi desideri e le sue passioni.

 

  • Come gli Scribi del popolo e i capi dei sacerdoti ha cercato nella Scrittura le risposte alle sue domande. Ha lasciato che la Parola di Dio potesse parlare alla sua vita, prima come giovane alla ricerca e poi da sacerdote.

Le risposte sono arrivate e ha fatto la sua scelta di consacrarsi al Signore per tutta la vita. Dopo quel 9 luglio 1966, dopo la sua ordinazione sacerdotale, ha accolto l’invito del Vescovo di guidare varie comunità parrocchiali sempre con grande fervore. Possiamo affermare con certezza che non si è mai risparmiato ovunque il Signore l’ha inviato. Una grande passione per l’evangelizzazione lo accompagnava, infatti, ha lasciato un segno in ogni comunità in cui è stato inviato.

 

  • Don Antonio aveva trovato la Luce vera, e tante volte in cui sono stato a casa a trovarlo in questi ultimi tempi raccontava sempre di trascorrere le sue giornate nella preghiera, aveva un programma giornaliero intenso nelle varie ore con vari rosari, che lui stesso aveva arricchito con altre invocazioni. Ogni giorno era dedicato a un’intenzione, particolarmente pregava per i suoi confratelli sacerdoti, per le comunità, dove era stato inviato per tutta la diocesi e per il Vescovo. Poiché aveva problemi con la vista, aveva inventato nuove giaculatorie, misteri del Rosario e preghiere per arricchire di contenuti diversi e di nuove modalità la sua preghiera che scandiva le sue ore e giornate.

 

  • Era molto preoccupato per la Diocesi e per i sacerdoti, quando aveva notizie di una situazione negativa, sentiva di voler intervenire per dare consigli e aiutare quella particolare situazione.

 

  • Il vangelo racconta che i Magi si prostrarono e adorarono il bambino. L’adorazione Eucaristica è stata per don Antonio sempre un’esperienza vissuta personalmente e proposta ai fedeli durante la sua esperienza pastorale. Una forte devozione Eucaristica ha caratterizzato la sua esperienza sacerdotale.

 

  • Come San Giovanni ci ha ricordato, nella prima lettura, siamo chiamati a osservare i comandamenti del Signore e a rimanere i Lui, a fare quello che è gradito al Signore. Conosciamo il carattere forte di don Antonio e, anche negli ultimi tempi, la sua tristezza per la malattia che stava minando il suo fisico, ma il Signore era sempre nel suo cuore, sulle sue labbra.

 

  • Ora Don Antonio sei arrivato davanti al Re dei Re, come i magi apri il tuo scrigno per offrire a Gesù i doni più preziosi che porti con te, la chiesa diocesana, le comunità parrocchiali che ti sono state affidate, i confratelli, la tua famiglia e le persone a te care.

 

Ti accolgano in cielo Maria nostra madre e i santi protettori della diocesi e delle comunità che hai servito.

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Necrologio pronunciato all’inizio della celebrazione eucaristica

 

Il 5 gennaio 2021, nel giorno della Vigilia della Solennità dell’Epifania, fiaccato dalla sua lunga malattia, sopportata con cristiana rassegnazione, ha concluso la sua esistenza terrena Don Antonio Lattanzio del Clero di questa Diocesi di Sulmona-Valva.

Era nato a Pratola Peligna il 25 luglio 1940 da Giuseppe e Leombruni Assunta. Entra nel Seminario Diocesano di Sulmona.

Prosegue i suoi studi liceali e teologici nel Pontificio Seminario S. Pio X di Chieti.

E’ ordinato sacerdote nella Basilica Cattedrale di San Panfilo il 9 luglio 1966. Subito gli è affidata la cura pastorale della Parrocchia di San Lorenzo Martire e della Immacolata Concezione in Gamberale (Chieti).

Proseguirà il suo ministero nella Parrocchia di San Nicola di Bari in Molina Aterno per passare poi alla Parrocchia di San Michele Arcangelo in Roccacasale cui aggiunge in seguito anche la Parrocchia di San Giuseppe alle Marane di Sulmona.

Sull’esempio di Gesù il Pastore buono, è stato sempre, fino a che seri problemi di salute non l’hanno fermato, accanto ai fratelli e sorelle affidatigli dando a essi il nutrimento della Parola di Dio e della Santa Eucaristia e il perdono di Dio attraverso il Sacramento della Riconciliazione.

E’ stato per qualche tempo Insegnante di Religione e Canonico del Capitolo della Cattedrale di San Panfilo.

Mentre con spirito fraterno lo salutiamo per l’ultima volta su questa terra, lo affidiamo con la nostra preghiera a Dio ricco di misericordia e di perdono.

Possa don Antonio, perché servo buono e fedele, entrare nella gioia del suo Signore per celebrare in eterno la liturgia del Cielo.