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L’ A.C. diocesana in preghiera per la Pace

Nell’ ultimo messaggio per la 56.ma Giornata Mondiale della Pace, Papa Francesco ci invita a “…non perseguire solo la protezione di noi stessi, ma ad impegnarci tutti per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta, creando le basi per un mondo più giusto e pacifico, seriamente impegnato alla ricerca di un bene che sia davvero comune…”.

Abbiamo dinanzi a noi una situazione di crisi che interessa contemporaneamente diversi settori: sociale, politico, economico e morale. Proprio sugli effetti del peccato originale, sul nostro agire e sulla frattura nelle relazioni viene posta l’attenzione che non è all’esterno che dobbiamo guardare ma è dentro di noi che dobbiamo indagare; è da noi stessi che dobbiamo ripartire, dalla nostra relazione con il Signore, dal nostro aprire il cuore a Cristo.

È motivo di grande interesse ascoltare il Santo Padre che sollecita gli abitanti della terra ad impegnarsi nella “guarigione” della società, come l’impegno dei sanitari e di tanti volontari nel periodo Covid-19. È un impegno che si definisce non semplicemente nel perseguimento di un obiettivo di efficacia o efficienza ovvero di un risultato, ma che si sostanzia nel disinteressato dono di sé. Papa Francesco ci invita a vivere secondo un atteggiamento di compassione e servizio concreto della carità a beneficio di tutti perché la pace nasce solo dall’amore fraterno. Certamente è necessario partire da noi stessi, ma facendo ben attenzione a non rimanere in noi stessi; c’è, infatti, un’altra parola chiave utilizzata dal Pontefice: “insieme” dobbiamo comprendere che è “nella fraternità e nella solidarietà, che costruiamo la pace”. Non si tratta di guardare alla mia pace, o a quella dei miei prossimi, non si tratta di raggiungere un ideale di vita pacifica ma di costruire una rete di relazioni globali positive tra gli individui e le comunità. Noi “seguaci di Gesù Cristo abbiamo sempre perseguito una visione della pace universale, multisettoriale e interculturale”; noi cristiani sappiamo bene o dovremmo sapere che nessuno può salvarsi da solo, come ben ribadito nel recente seminario promosso dall’ A.C. sul tema e proprio in occasione del Messaggio di Papa Francesco.

Quindi, se nessuno si salva da solo, non è concepibile un gioco solitario ma è necessario che entri in campo una vera squadra di artigiani della pace, una squadra di operatori ben allenati alla pace.

Nessuno può restare ai margini del campo da gioco, nessuno può restare indifferente alla sofferenza dell’altro, nessuno e? legittimato a voltare lo sguardo dall’altra parte, al contrario ciascuno e? titolare in questa partita nella quale e? in gioco la sorte dell’umanità, perché con la guerra siamo tutti sconfitti”.

Per questo possiamo ben dire che sono stati davvero padroni del campo della pace i tanti amici di A.C. che hanno partecipato alla recita del Santo Rosario per la Pace organizzato presso la Parrocchia della Sacra Famiglia in Badia di Sulmona, sabato 28 Gennaio; il nostro Vescovo Michele, l’assistente unitario diocesano don Daniele, amici numerosi e appassionati che hanno raccolto l’invito del Parroco Don Giacomo e della Presidente Diocesana Franca ad incontrarsi, ad unirsi in preghiera affinché possano essere accolte le invocazioni del Santo Padre.

Matteo, Marco, Giovanni lo dicono a una sola voce: “Tutte le cose che domanderete in preghiera, se avete fede, le otterrete “(Mt 21,22). PACE abbiamo chiesto noi di AC al Signore all’unisono, pace per le popolazioni martoriate dell’Ucraina e per gli altri paesi in guerra, pace per il nostro paese, pace nelle nostre comunità religiose, pace interiore nel nostro cuore.  

Cinque misteri hanno guidato le nostre  invocazioni: l’importanza di essere vigilanti, nel senso di essere costantemente vicini al Signore, che ci permette di non avere paura e di non scoraggiarci dinanzi alle difficoltà; la riflessione sul malessere generale conseguente lo stato di isolamento e le limitazioni alla libertà in periodo di Covid-19; la necessità di trarre un insegnamento da questi tempi bui e insieme la ricerca di nuovi cammini per superare gli ostacoli esterni e interni; la consapevolezza di essere interdipendenti gli uni dagli altri, quell’essere “insieme” tanto caro a Papa Francesco; la certezza che la guerra è un virus molto più difficile da sconfiggere del Covid perché non viene dall’esterno, è frutto delle nostre scelte consapevoli.

 È dentro di noi, dunque, che dobbiamo guardare per riscoprire quella legge d’amore che Tu stesso hai inciso nei nostri cuori. La Tua Parola Signore, che intendiamo ogni istante riscoprire nella preghiera, è il miglior “allenamento alla pace” che possa esserci.

 

Fabrizio De Berardinis

A.C. Pratola Peligna