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INCONTRO dell’A.C. DIOCESANA CON LA COMUNITA’ FIGLIA DI SION

Quando Franca mi ha invitato a scrivere qualcosa sull’incontro con la Comunità Figlia di Sion, vissuto oggi insieme al gruppo di Azione Cattolica Diocesana, mi sono sentito un po’ smarrito: quali le parole più adatte? Dove trovare i giusti termini per descrivere la sensazione di unità con il Signore che ho vissuto?  Si può far comprendere a chi non l’ha vissuta in prima persona la pace interiore provata in questo pomeriggio di Adorazione Eucaristica? 

Si può raccontare la luce scoppiata negli occhi dei miei figli e dei loro amici quando, scesi dalle macchine, si sono ritrovati immersi in quella oasi di serenità? E che dire del calore familiare che ci ha accolto, dei sorrisi avvolgenti dei collaboratori e degli ospiti della comunità? Il poco messo a disposizione di molti? Come dipingere la ricca semplicità di una piccola Chiesa di pietra con il tetto di paglia sparsa nelle verdi colline dell’Alto Sangro?

Stavo ripensando a quante volte avrò fatto questa strada da Sulmona verso le Cinque Miglia e poi verso il Molise, senza mai accorgermi dell’esistenza di questa piccola roccaforte della cristianità. Metafora forse della vita di ciascuno di noi… Nella nostra vita compiamo tutti i giorni un viaggio senza accorgerci che Gesù e lì, a due passi, basta svoltare un po’ per quella stradina che di solito non si percorre, magari che il navigatore non ti indica. Per questo non posso far altro che ringraziare l’Azione Cattolica Diocesana per avermi dato l’opportunità di scoprirla e la grande gioia di ritrovarmi amante di Gesù.

Mi direte: ma come? in che modo? Le stesse domande che mi sono fatto anche io! perché mi sono sentito così bene alla fine di questa esperienza… Da dove questa forza che ha pervaso me e i miei compagni di viaggio? E più in generale, come è possibile in questa epoca in cui la secolarizzazione forse ha raggiunto l’apice, in cui noi facciamo sempre con più difficoltà emergere il nostro Credo, riscoprire ogni giorno la Verità? dove ritrovare le nostre sicurezze di comunità cristiana a cui attaccarsi per non annegare?

Ecco, le ritroviamo proprio qui:

“…Beati i poveri di spirito…

…Beati quelli che sono nel pianto…

…Beati i miti…

…Beati i misericordiosi…

…Beati i puri di cuore…

…Beati gli operatori di pace…

…Beati i perseguitati per la giustizia…”

 Allora ho capito! Lo stato di felicità, di fede rinnovata, mi è venuta nel godere della vicinanza con queste persone beate, felici… è stato il riflesso della loro beatitudine su di me: “risplenda su di noi Signore la luce del Tuo volto…”; la Luce del Signore risplendeva su di loro, e da loro su di me: persone miti, pure di cuore che hanno vissuto nel pianto; persone vinte dalla vita; uomini curvati e risollevati nella loro fiducia e amore nel Signore, gli ANAWIM della contemporaneità; altre persone misericordiose che aiutano, si prodigano per confortare, curare ferite, che si chinano anch’esse verso il prossimo per sostenerlo nell’alzarsi da terra. Entrambe queste categorie di persone, ognuna chinata a loro modo, unite nella fratellanza universale cristiana.

Ed io? Piccolo, insignificante dinanzi a loro…ma proprio l’essere consapevole della mia inadeguatezza, del mio orgoglio, della mia colpa, questo ritrovarmi formica tra piccoli giganti nella fede che mi rende forse degno di potermi piegare insieme a loro e con loro pregarti, o Signore!

 E grazie a loro riscoprirti anche oggi Padre della Vita.

 

Fabrizio De Berardinis

A.C. Pratola Peligna

28 Maggio 2022