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In cammino verso Taranto: la Laudato Si’ e la sapienza della creazione

Prosegue il cammino della nostra chiesa diocesana verso l’evento delle Settimane Sociali dei cattolici italiani che si terra a Taranto nei prossimi 21-24 ottobre 2021. Ogni giovedì, religiosi e laici, giovani e adulti, stimolati dalle riflessioni del vescovo Michele, dell’Ufficio della pastorale sociale e del lavoro e del Progetto Policoro diocesano, riflettono insieme sul documento, Instrumentum Laboris, che i vescovi hanno redatto in vista di questa importante settimana nazionale.

Ciò che si è fatto noto a tutti i partecipanti è senz’altro il fatto che vivere la fede significa testimoniarla. Tale testimonianza, tra i tanti modi, è certamente possibile nel prendersi cura della nostra casa comune, il creato. In altre parole rispettare il creato significa riconoscersi suoi abitanti, creature, e così comprendere che siamo opera di un Creatore che ci ama e ci ha chiamato figli.

Nel corso di queste serate tanti gli stimoli per riflettere insieme e cercare di acquisire, per viverlo nella quotidianità, uno stile di vita che si avvicini il più possibile a quella che papa Francesco definisce «ecologia integrale». Perciò, durante l’incontro di giovedì 15 aprile, sono state poste le seguenti domande: tu che cosa fai per il creato? In quali occasioni o esperienze hai avuto uno sguardo contemplativo del creato? Avvertiamo nelle nostre comunità segni di un rinnovato impegno per la cura della nostra Casa Comune?

Dense ed espressive le risposte che non hanno tardato ad arrivare; scrive, infatti, Antonio: «cosa faccio per il creato? …innanzitutto cerco di non darlo per scontato…mi piace contemplare il Creato quando mi trovo da solo immerso nella natura, disarmato di fronte alla sua bellezza, complessità ed immensità….».

Scrive, ancora, Anna Maria: «vivendo in un paese di montagna è per me normale guardare fuori dalla mia finestra e osservare il panorama che mi si pone davanti; perciò nel ringraziare Dio per questo spettacolo gratuito e unico, cerco nel mio piccolo di rispettare tutto quello che la natura ci offre».

Francesco a proposito dell’amore per il creato, commenta: «penso che il mondo sia soffocato dal consumismo, personalmente prima di scartare, di gettare cerco di rinnovare e riciclare quanto più possibile; l’amore, infatti, parte dal rispetto della natura. Ogni momento che si resta soli con la natura, il suo silenzio e ai suoi rumori è come vivere, utilizzando il linguaggio musicale di Franco Battiato, “codici di geometria esistenziale”».

Anita, invece, oltre che amare il creato cerca di trasmettere questo sentimento anche ai suoi studenti, per questo dice: «contemplo il Creato ogni volta che mi sento parte integrante di esso; questo mi fa essere una creatura privilegiata cui è stato fatto un dono meraviglioso da condividere. La condivisione è prima di tutto amore, rispetto e custodia come meglio posso; a questo, poi, aggiungo la forza di trasmettere tutto ciò ai bambini e ai ragazzi che incontro a scuola».

Infine, Almerinda condivide la sua riflessione come fosse una preghiera: «cerco di rispettare il creato e chiedo al Signore di perdonarci per tutte le volte che non riusciamo a custodire il meraviglioso mondo che Lui ci ha affidato».

La bellezza delle riflessioni condivise sono certamente frutto, in primo luogo, di amore di Dio che si realizza e materializza verso tutti noi nella bellissima cornice del creato. All’amore che di Dio, tuttavia, siamo chiamati a corrispondere non tanto con chissà quali grandi gesta ma con quel segno che a noi può sembrare piccolo ma che segna per l’umanità una svolta epica.

Ecco allora che l’esperienza di fede diviene qualcosa di concreto e di bello da vivere e soprattutto da condividere.