Catechistico 

2° Convegno Catechistico Regionale

INTERVENTO DEL DIRETTORE DELL’UFFICIO CATECHISTICO DIOCESI SULMONA-VALVA

DON RAMÓN PERALTA

20 SETTEMBRE 2009 – CHIETI SCALO

"CERCARE DIO SEMPRE Ascoltare, comunicare, condividere"


L’annuncio

La “Lettera ai cercatori di Dio” nella prima parte ha individuato che le domande fondamentali che uniscono tutte le persone sono quelle relative al senso della vita e della storia e che nel cuore degli uomini e delle donne è presente l’attesa che qualcuno dia una risposta intelligente, coinvolgente ed esauriente a questi interrogativi. Ebbene, per noi credenti, questo qualcuno ha un nome e una storia: è Gesù Cristo, il volto di Dio. L’essere cristiano, dunque, pone le sue radici nel fatto che alla base del modo di vivere «non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» . A partire da questa convinzione di fede e mettendo in atto l’identità missionaria di noi battezzati è arrivata l’ora di attuare una genuina e appassionante evangelizzazione, da impostare con il linguaggio autorevole della santità.

Gesù Cristo
La fede cristiana nasce dall’incontro e dalla comunione con Gesù di Nazaret. La strada per raggiungere la familiarità con il Figlio di Dio è la Scrittura e i sacramenti, particolarmente l’Eucaristia, dunque, domande come: “Chi è Gesù? È attuale il suo messaggio? Con quale metodo annunciare il mistero del
la sua Persona?” e tante altre trovano risposta nella Parola di Dio. Pertanto il percorso per suscitare o svegliare la fede oggi è quello di una profetica testimonianza di Gesù Cristo.
La comunità dei battezzati è coinvolta nella sfida pastorale della nuova evangelizzazione con la finalità d’inculturare il Vangelo. La nuova missionarietà impone alla Chiesa di proclamare la verità e la novità di Gesù Cristo, ovverosia il suo Mistero Pasquale e di raccontare tutta la sua vita. Perciò, per noi catechisti si apre l’urgenza di un rinnovato interesse biblico per arrivare a una sapiente conoscenza di Cristo e così potere comunicarlo con competenza e saggezza spirituale. Il nostro tempo, c
ome ben sappiamo, è segnato dall’ignoranza e dall’indifferenza religiosa, ecco allora la necessità di una pastorale catechistica che comprenda annuncio ed educazione alla fede dell’Incarnazione di Gesù Cristo; della sua attività di evangelizzatore del regno di Dio; della sua vicinanza ai poveri e ai sofferenti; della sua misericordia e comprensione verso i peccatori e il triduo pasquale, ovvero l’istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio, la morte in Croce per amore e la Risurrezione dai morti, speranza di vita eterna per tutta l’umanità.
Il passo successivo della catechesi è quello della presentazione del Cristo Risorto. La morte in Croce del Maestro ha causato lo sconforto, il dubbio e la fuga dei discepoli. Atteggiamenti logici per coloro che hanno ascoltato e aderito alle parole e alla vita di Gesù Cristo; quindi sarà Egli stesso a cercare i suoi amici e presentarsi Risorto, conservando i segni della sua vita terrena. L’atto di fede nella sua Persona è un dono e sollecita, per essere autentico, l’intelligenza e la libertà degli uomini e delle donne per affrontare il nuovo stile di vita.
Dall’incontro del Signore con i suo
i seguaci nasce la loro missionarietà. Gli apostoli sono i testimoni della Risurrezione, dopo aver visto il Cristo Risorto, con ardore, entusiasmo e passione essi incominciano il ministero di annunciatori e martiri della fede. L’anno dedicato a San Paolo, appena finito, ci ha dato occasione di riflettere e di imparare da questo Apostolo ad essere oggi coraggiosi missionari del Vangelo.

La Chiesa è missione
Fin dall’inizio della sua vita pubblica, Gesù invita i suoi primi amici perché stessero con Lui, rivela loro pazientemente il mistero della sua Persona e il regno di Dio, attende attivamente la loro risposta di fede e li invita a evangelizzare. A questi suoi discepoli consegna uno statuto e un programma di vita e anche il contenuto e la metodologia della loro azione missionaria. La Chiesa, dunque, nasce dall’azione evangelizzatrice di Gesù e dei Dodici e ha coscienza che la sua identità e la sua vocazione è evangelizzare .
La Lettera ai cercatori di Dio, propone alla comunità dei battezzati nella propria missione pastorale di presentare, ai fratelli e alle sorelle che cercano Dio, i contenuti catechistici esposti di seguito. Il primo è il mistero della Santissima Trinità. Il Catechismo della Chiesa Cattolica professa: «Il mistero della Santissima Trinità è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. È il mistero di Dio in se stesso. È quindi la sorgente di tutti gli altri misteri della fede; è la luce che illumina. È l’insegnamento fondamentale ed essenziale nella “gerarchia delle verità”. “Tutta la storia della salvezza è la storia del rivelarsi del Dio vero e unico: Padre, Figlio e Spirito Santo, il quale riconcilia e unisce a sé coloro che sono separati dal peccato» (CCC 234). Per l’annuncio e la catechesi su Dio Uno e Trino, occorre utilizzare categorie comuni a tutte le persone tali come: famiglia, amore, comunione, dialogo, perdono, relazione interpersonale, autorevolezza, fiducia, rispetto, comprensione, la lista può continuare, ma è sufficiente per impostare un dialogo di fede affinché a partire dalla propria realtà si possa arrivare alla professione del credo cristiano e cattolico: «Credo in un solo Dio, Padre onnipotente… Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio… Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita…».
Il secondo contenuto catechistico da proporre ai cercatori di Dio è quello del Battesimo. Nel Nuovo Testamento battesimo significa consacrazione a Cristo, partecipazione alla sua morte e risurrezione, liberazione del peccato, riscoperta e impegno della santità e incorporazione alla comunità ecclesiale. La mistagogia di questo sacramento è fondamentale per suscitare nella società contemporanea lo stupore e il desiderio di vivere totalmente per Cristo. La vita dunque di ogni battezzato diventa la catechesi infallibile su questo sacramento, perché «significa esprimere la convinzione che, se il Battesimo è un vero ingresso nella santità di Dio attraverso l’inserimento in Cristo e l’inabitazione del suo Spirito, sarebbe un controsenso accontentarsi di una vita mediocre, vissuta all’insegna di un’etica minimalistica e di una religiosità superficiale» .
Il terzo contenuto da comunicare è la Chiesa di Dio. L’ecclesiologia del Concilio Vaticano II si può sintetizzare in tre categorie teologiche che a sua volta diventano tre atteggiamenti cristiani con i quali comunicare la verità del mistero della Chiesa. Essi sono: comunione, servizio e missionarietà. Il popolo di Dio è la comunità dei credenti in Cristo con doni e carismi elargiti dallo Spirito Santo per la mutua edificazione. Gli apostoli e i loro successori hanno la missione di insegnare, governare e santificare la famiglia di Dio. Inoltre la Chiesa riconosce che oggi la sua presenza tra gli uomini e le donne debba avere i tratti del servizio, ovvero come il Buon Pastore, il Buon Samaritano e la compassione di Gesù per i bisognosi, ella deve essere nel mondo presenza e continuazione di Cristo Servo, con la mistica della solidarietà, della sobrietà e della fratellanza. Infine, i Vangeli mostrano Gesù come un infaticabile pellegrino che di città in città annunzia la Buona novella del regno di Dio. Egli è un missionario che va in cerca di tutti. Ecco una grande sfida per la Chiesa oggi: andare a incontrare tutti per ascoltare e proporre con fedeltà e creatività il messaggio di salvezza.
Il quarto contenuto da affrontare nel dialogo di fede con i molteplici cercatori di Dio è quello de “La vita secondo lo Spirito”. Nel paradossale contesto tra dolore e gioia dell’ultima cena di Gesù con i suo amici, Egli promette di inviare loro il Consolatore, il Paraclito, lo Spirito di verità (cfr. Gv 16, 1-15). Il Signore prima di salire al cielo saluta i suoi discepoli dicendo: «avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra» (At 1, 8) e il giorno della Pentecoste «essi furono pieni di Spirito Santo» (At 2, 4) e da questo momento la comunità cristiana è consacrata ad essere e ad agire in modo “spirituale”. Lungi dall’usare e da comprendere questo vocabolo come un invito a evadere gli impegni del mondo. Tutt’altro, è lo Spirito Santo che penetra nel cuore dei credenti e fa comprendere, sperimentare e professare loro la fede, l’amore e la speranza in Dio. Allo stesso modo ci insegna a invocarlo nella preghiera con la confidenza di figli, a costruire nella comunione e nella corresponsabilità la famiglia ecclesiale, a vivere nella libertà dei figli di Dio e ad avere un comportamento etico fondato sul comandamento dell’amore.
Dalla consapevolezza credente della presenza e dell’azione dello Spirito di Dio, possiamo dialogare con i nostri fratelli e sorelle cercatori di Dio, dei doni dello Spirito Santo. Nell’itinerario verso il sacramento della Confermazione, indubbiamente, non manca l’incontro catechistico sui doni dello Spirito Santo. Essi, insegna il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, «sono disposizioni permanenti che rendono l’uomo docile a seguire le ispirazioni divine. Essi sono sette: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio» (CCC – Compendio, 389). Però, credo che sia fortemente necessario attuare l’invito di Gesù a pregare per ricevere dal Padre lo Spirito Santo, «il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!» (Lc 11, 13), come anche non può mancare l’insegnamento sui frutti dello Spirito, a questo proposito San Paolo è chiarissimo, egli enumera i seguenti: «amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5, 22). In sintesi, lo Spirito di Dio è Colui che ci sostiene nella nostra mistica cristiana, ovverosia vivere il quotidiano nella coscienza dell’amore Trinitario di Dio e nell’attesa della vita eterna.
L’ultimo argomento proposto per la condivisione della nostra fede è Maria madre della speranza. Nella Sacra Scrittura e nella Tradizione Cattolica, Maria è presentata come la credente, quindi nella fede accetta il progetto proposto da Dio nell’Annunciazione, accoglie la Parola e partorisce il Figlio di Dio tra povertà e stupore. Il canto del Magnificat condensa la spiritualità della Beata Vergine e pertanto, offre a noi suoi figli i contenuti per un cammino sicuro verso la piena comunione con Dio e con i fratelli. La vicenda storica di Maria è stata segnata dall’affidamento alla Volontà del Padre, del seguire il suo Gesù fino alla morte in Croce, di attendere nella fede la sua Risurrezione e il dono dello Spirito Santo. Dio risponde a questo amore fiducioso nella glorificazione di questa Donna. Ella è in corpo e anima nella gloria del cielo.
In conclusione, il nostro II Convegno Catechistico Regionale ci pone davanti alla grande sfida di avvicinare i tanti Cercatori di Dio con l’atteggiamento missionario di testimoniare la nostra fede. È ora di presentarci con responsabilità agli uomini e alle donne della nostra terra come catechisti, ovvero che anche noi siamo nella strada di “Cercare Dio sempre – Ascoltare, comunicare, condividere”.

Don Ramόn Peralta
Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano
Diocesi Sulmona-Valva
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  1. Benedetto XVI, Lettere enciclica Deus caritas est (25 dicembre 2005), n. 1.
  2. Cfr. Paolo VI, Esortazione apostolica Evangelli nuntiandi (8 dicembre 1975), nn. 13-16.
  3. Giovanni Paolo II, Lettera apostolica Novo millennio ineunte (6 gennaio 2001), n. 31.