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Messaggio di S.E. Mons. Michele Fusco in occasione del Santo Natale

Auguri di Natale 2019 

 “Alza la voce non temere; annuncia alla città di Giuda: 

Ecco il vostro Dio.” Is 40,9

 

Gesù di Nazareth che nasce tra noi e per noi

ci dia la grazia di essere dono per i nostri fratelli. 

 

Natale è il tempo dei regali, dei doni, tante persone, credenti e non credenti, sono in questa settimana alle prese con i regali da fare alle persone vicine, ai nostri cari. Ci si affanna, si gira per vari negozi, o si cerca su internet quale regalo fare.  

  • Maria, promessa sposa a Giuseppe, è la prima a ricevere un regalo dal cielo, l’angelo le preannuncia che diventerà madre, madre di Dio. Dio le cambia i suoi progetti, le fa comprendere che ha un altro disegno per lei. Un dono inatteso, una Parola non del tutto chiara, un dono dal cielo inaspettato. Maria è destinataria di un dono speciale.
  • Poi Giuseppe, fidanzato di Maria, che lotta per capire cosa deve fare di fronte alla confusione di Maria che gli dice che avrà un figlio, ma non è suo figlio. Anche a lui l’angelo fa un dono di un bambino che lui non ha generato ma di cui sarà padre. 

Natale porta doni speciali, a volte inaspettati, sorprese. Ed ecco giunge il dono per eccellenza, questo bambino venuto dal cielo, è lui il dono più grande, è lui la sorpresa di Dio, questo piccolo bimbo. Un regalo per Maria, per Giuseppe, un regato per tutte le creature, un regalo per l’umanità.

  • E poi i pastori, portano tanti doni, e vanno numerosi verso la grotta, loro hanno ricevuto dagli angeli la notizia di questo dono, un annuncio imprevedibile, nuovo, sconvolgente. Hanno ricevuto un dono e a loro volta portano doni al Bambino Gesù.
  • Arriveranno anche i Magi, anche loro riempiranno di doni, questa volta doni preziosi, il bambino nato da poco. Oro, incenso e mirra.

 

Cosa vuol dire per noi vivere il Natale? Come vivere in modo profondo il Natale?

Vivere il Natale è accogliere un dono, semmai inaspettato, imprevisto, il dono che Dio ci fa di sé, di un Dio che si fa bambino, viene nell’umiltà. Accogliere questo dono significa riconoscere la sua venuta in tante situazioni concrete della vita. Un Dio che viene a farmi visita, viene per me, porta se stesso come regalo.

Sono disposto ad accogliere questo dono?  A lasciare che lui cambi i miei programmi? Come a Maria, o a Giuseppe che viene messo in difficoltà di fronte alla sua famiglia e alla società, quando sa che Maria è già incinta?

Questo dono non arriva legato con nastri colorati o avvolto in carta luccicante. Giunge nella semplicità, dal volto umano, di un bambino indifeso. Un Dio con noi, che vive tra noi.

Sei disposto a riconoscerlo? A scorgere il suo volto tra i tanti volti di ogni giorno?

 

Vi racconto questa storia che ho letto alcuni giorni fa:

In un centro commerciale, un’anziana signora, dopo due ore passate a cercare regali per i nipotini, ormai stanca decide di fermarsi a pranzare alla in un self-service.. Decide di mangiare un bel minestrone di verdura. Prende un vassoio, riempie il piatto di minestrone, va alla cassa a pagare e prende posto ad un tavolo vuoto. Si siede, ma al momento di mangiare si accorge di non aver preso il cucchiaio. Si alza, va al banco, prende un cucchiaio e ritorna al suo tavolo, ma… lì seduto vede un giovane africano che sta mangiando il suo minestrone! Sul momento la signora s’indigna e vorrebbe dirgli di tutto, ma poi pensa che, certamente, il ragazzo l’ha fatto per fame. Passata la rabbia, decide di sedersi di fronte a lui e, senza dirgli nulla, incomincia a mangiare anche lei il minestrone. Il ragazzo africano la guarda stupito, ma lei gli sorride, lui le sorride e . . .e: un cucchiaio da una parte, un cucchiaio dall’altra . . .Finito il minestrone il ragazzo si alza, va al banco dei primi piatti, prende un piatto di tagliatelle, prende due forchette e torna al tavolo. Dà una forchetta alla vecchia signora, si siede davanti a lei e incominciano a mangiare la pasta, sorridendo: una forchettata lei, una forchettata lui…Terminate le tagliatelle il ragazzo africano si alza, fa un sorriso alla signora e se ne va . La signora, contenta per aver fatto un’opera buona, si gira sorridendo, per salutarlo e…. ad un tavolo vicino, dietro di lei, vede un vassoio con sopra un piatto di minestrone…Il suo piatto!!! Forse alla fine la signora avrà riflettuto: chi veramente ha fatto un dono, e . .a chi? Era uscita per comprare regali, ma tornava a casa con l’impressione di avere ricevuto lei qualcosa di speciale…..

 

Accogliere il Dono ci porta ad essere come i Pastori, come i Magi, essere dono per gli altri. A scoprire che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Una canzone di questi giorni continua a ripeterci: a Natale puoi . . . a Natale puoi fare di più . . . a Natale puoi dare di più.

Apriamo il nostro cuore ai fratelli, a tutti, quelli che ci sono vicini e anche quelli che non conosciamo. Apriamo le nostre mani per dare, come hanno fatto i Pastori, quanto abbiamo ai più

bisognosi. Diventiamo dono gli uni per gli altri, tutti hanno bisogno di ricevere e di dare. Così facendo il dono più bello brillerà tra noi, dal cielo ancora ci raggiungerà quel dono che è Amore: Gesù. Brillerà e porterà pace e gioia.

Tra fratelli ci sapremo sostenere anche nelle più grandi difficoltà, tra fratelli sapremo anche superare tanti ostacoli.

 

Carissimi, il dono più bello che possiamo fare in questo Natale porta un nome, si chiama: speranza. Quante persone guardano il futuro con pessimismo, vedono solo nero. Noi invece che abbiamo ricevuto in dono la presenza del Figlio di Dio, che abbiamo compreso che Lui è tra noi, sappiamo che mai ci abbandonerà, che Lui è il Dio con noi. Allora contrastiamo ogni pessimismo, lottiamo contro ogni mentalità di disfattismo, alimentiamo la speranza nei cuori dei nostri vicini. Sarà certamente un bel Natale. Auguri

 

Messaggio di S.E. Mons. Michele Fusco in occasione del Santo Natale.

Cattedrale di San Panfilo – Sulmona – 16 dicembre 2019.