Notizie 

Il Signore ha chiamato a sé don Antonio D’Ortenzio

Sabato 29 giugno il Signore ha chiamato a sé don Antonio D’Ortenzio. Domenica 30 giugno si sono svolti i funerali presieduti dal Vescovo nella Chiesa Cattedrale di Sulmona, di cui lo stesso don Antonio è stato parroco per molto tempo. Molti i sacerdoti presenti, insieme ai famigliari di don Antonio, agli amici e alle religiose che si sono prese cura di lui nella casa sacerdotale in cui ha vissuto gli ultimi anni.

All’inizio della celebrazione mons. Eulo Tarullo ha dato lettura del necrologio.

Necrologio di Don Antonio D’Ortenzio

All’alba del 29 giugno 2019, Solennità dei SS. Pietro e Paolo, ha concluso il suo cammino terreno ed è tornato alla Casa del Padre, Don Antonio D’Ortenzio, alla veneranda età di 96 anni.

Era nato a Bussi sul Tirino (PE) il 2 maggio 1923 da Giuseppe e Barone Concetta.

Nel Seminario Diocesano di Sulmona e successivamente nel Seminario Regionale di Chieti ha fatto il regolare Corso di Studi.

Fu ordinato sacerdote il 14 luglio 1946 e iniziò suo ministero come Vice Parroco a Popoli (PE).

 Nel settembre 1946 divenne Parroco della Parrocchia di S. Benedetto Abate in S. Benedetto in Perillis (AQ).

Giunto a Sulmona nel 1953 fu Cappellano dell’Ospedale della SS.ma Annunziata, Rettore del Seminario Diocesano nel 1961 e Cancelliere Vescovile dal 1 ottobre 1976 al luglio 2011, Cappellano dell’Arciconfraternita della SS.ma Trinità fino al 1981, Canonico del Capitolo di San Panfilo, Insegnante di Religione in più Scuole di Sulmona e infine nel Liceo Classico “Ovidio”.

Si è preso cura, per nomina ufficiale dell’Ordinariato Militare, dell’assistenza spirituale dei militari della Caserma “Cesare Battisti” di Sulmona.

E’ stato per più di 20 anni  Cappellano di bordo sulle navi da Crociera.

Come “vere peritus” in Diritto Canonico è stato Giudice del Tribunale Ecclesiastico Regionale di Chieti e Insegnante di Diritto Canonico nell’Istituto di Scienze Religiose “G.Capograssi” della Diocesi.

Infine dal 1 0ttobre 1981 fino al suo ritiro per ragioni di salute è stato Parroco  della Basilica Cattedrale di San Panfilo.

Molte sono state le sue pubblicazioni tra cui “ L’Arciconfraternita della SS. Trinità” e “ La Basilica Cattedrale di San Panfilo”.

Quando le forze lo hanno abbandonato si è ritirato nella Casa Sacerdotale “ Benedetto XVI “.

 Ora è nelle mani di Dio.

Il tanto bene operato a servizio dei fratelli  costituisce il suo tesoro accumulato nelle mani di Dio.

Salga al Signore la nostra preghiera per lui  perché sia ammesso a celebrare la liturgia eterna nel cielo.

“«Seguimi»: è questo l’invito che Gesù rivolge alle persone che nel Vangelo di oggi incontra per strada. Il Signore ha rivolto questo invito anche a don Antonio, sia nella sua giovinezza, che ieri: «seguimi per l’eternità»”.

Così ha esordito il Vescovo nell’omelia delle esequie.

“Nel giorno dell’ordinazione sacerdotale don Antonio è stato unto con l’olio sulle mani. L’olio ci ricorda due cose: il sacrificio e la croce. Nel frantoio il frutto dell’olivo rivela il suo tesoro solo se le olive vengono spremute. Così per il sacerdote. Occorre che l’uomo muoia a sé stesso perché possa venir fuori l’olio buono, che alimenta la lampada, che fa luce alle persone che incontra. Con l’olio è stato consacrato per “essere olio” per gli altri. […] Abbiamo ripetuto nel salmo “Sei tu, Signore, l’unico mio bene”. Quante volte don Antonio avrà ripetuto questa frase. Qui sulla terra tutto passa, resta solo l’unico bene, che è Dio. Preghiamo per lui, perché il Signore lo accolga in cielo. Anche noi che siamo in cammino chiediamo di poter rispondere a questo invito, “Seguimi”, sapendo che seguire Gesù significa donare sé stessi. Che la nostra vita possa essere un inno, essere luce che brilla. Questa luce può brillare solo se siamo capaci di donare tutto di noi.”

di Francesco Domenicucci