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Comune di Sulmona in ricordo di Roberta e Carmelina nel decennale del terremoto

Nella mattina del 6 aprile si è svolta presso l’aula consiliare di Palazzo San Francesco, una cerimonia, organizzata dall’Ufficio di Presidenza del Comune di Sulmona, in collaborazione con il “Comitato in Ricordo di Roberta Zavarella”, per ricordare Roberta Zavarella di Sulmona e Carmelina Iovine di Raiano, giovani studentesse tra le 309 vittime del sisma del 2009. Di seguito l’intervento di S.E. Mons. Michele Fusco:

Stanotte eravamo a l’Aquila, ho ancora nel cuore quei 309 nomi scanditi dall’altoparlante in un silenzio gelido e quei 309 rintocchi di campana che sembravano mai finire. Davanti a queste tragedie le parole sembrano sempre inadatte, non capaci a contenere il molti sentimenti, di emozioni contrastanti. Come si può descrivere con le parole il terrore di quei secondi, come si può descrivere il buio, il silenzio, la devastazione che ne sono succeduti. Tante sono le parole ma tanti sono stati e dovranno essere ancora i gesti da compiere. Da quella tragedia è scaturita solidarietà, fraternità, rinascita. Il ricordo di questi avvenimenti deve aiutarci a guardare avanti con speranza, verso un nuovo che intravediamo e che deve trovarci insieme, tutte le istituzioni a fare rete non solo per ricostruire gli edifici ma anche per dare nuova forza alle famiglie e soprattutto alle nuove generazioni.

Dobbiamo camminare insieme e continuare a lottare affinchè, come dopo il terremoto,  la vita di Roberta e di Carmelina e di tutte le vittime di quella notte di dieci anni fa non siano state spese invano. Roberta e Carmelina, non sono morte ma vive, certamente nell’eternità ma soprattutto nei nostri cuori, nell’affetto e nei ricordi belli che hanno lasciato. Ci sono ancora tante ferite, dolori che non vanno dimenticati ma devono aiutarci a guardare il passato proiettandoci con speranza verso il futuro.

Non posso in questo contesto non ringraziare le istituzioni, le associazioni che tanto hanno fatto in questi anni, ma anche denunciare i tanti ritardi nella ricostruzione, invito le istituzioni preposte a semplificare le procedure e velocizzare le operazioni attuative, affinché le case delle famiglie, le strutture pubbliche e le chiese, (nella nostra diocesi ve ne sono circa 50 ancora chiuse) possano ritrovare la loro vitalità.

Dalle macerie del terremoto apriamo nuove strade per dare speranza e riscatto alla nostra  citta, soprattutto ai giovani, attraverso il turismo, la cultura e l’agricoltura. 

Con le parole di Papa Benedetto XVI concludo:

O Maria, Madre nostra amatissima!

Tu, che stai vicino alle nostre croci,

come rimanesti accanto a quella di Gesù,

sostieni la nostra fede, perché pur affranti dal dolore,

conserviamo lo sguardo fisso sul volto di Cristo

in cui, nell’estrema sofferenza della croce,

si è mostrato l’amore immenso e puro di Dio.

Madre della nostra speranza, donaci i tuoi occhi per vedere,

oltre la sofferenza e la morte, la luce della risurrezione;

donaci il tuo cuore per continuare,

anche nella prova, ad amare e a servire.

O Maria, Nostra Signora della Croce, prega per noi!